RUMINAZIONI - poesia, musica e altro. di Sergio Pasquandrea
martedì 22 marzo 2011
bombe democratiche
Che cosa dire, che non sia già stato detto o che non sia di per sé evidente? Che fino a ieri facevamo salamelecchi a Gheddafi e oggi lo bombardiamo? Che fino a ieri era un fedele alleato e oggi è un criminale? Che, se proprio si aveva tutta questa voglia di riportare la democrazia in Libia, ci si poteva pensare prima e in altri modi? Che - Iraq e Afghanistan insegnano - non necessariamente rovesciare un dittatore significa portare la democrazia, e tantomeno far stare meglio la popolazione civile? Che questi bombardamenti servono non ad eliminare Gheddafi, ma a cercare di assicurarci gasolio e petrolio per i prossimi 5 o 10 anni? Che in effetti nessuno ha una chiara idea di che cosa succederà in Libia, se e quando non ci sarà più Gheddafi? Che ieri sera Bersani al TG1, impegnato in mille precisazioni ("sì, l'Italia ripudia la guerra, però stavolta c'è un accordo internazionale, perciò...") mi ha fatto quasi più schifo di Berlusconi? Che ancora una volta, dopo millenni di civiltà umana, le questioni sappiamo risolverle solo con le bombe? Basta, sono veramente stufo di tutto. Voglio cambiare universo.
Ho sentito questa canzone su un disco del jazzista israeliano Avishai Cohen , e non riesco a levarmela dalla testa. E' cantata in ladino...
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1 commento:
se ne trovi uno mi avvisi?
ma poi non spargiamo troppo la voce sennò ricomincia la camurria
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