martedì 5 ottobre 2010

play what you feel



http://www.youtube.com/watch?v=ZNw46j0nNOs


"Ormai molti jazzisti cercano un collegamento tra il jazz e le altre musiche nere di oggi: e credo che non possano evitare di farlo. Questo è l’aspetto più bello: che non è qualcosa di intenzionale. L’altro giorno io e il mio batterista stavamo ascoltando una compilation di pop anni ’90 e ci siamo quasi spaventati, perché ci siamo resi conto che conoscevamo, una per una, tutte le canzoni di quella stupida compilation. Ma non possiamo farci niente: sono cose che fanno parte di noi, erano ogni giorno alla radio mentre crescevamo. Una persona cresciuta negli anni ’70 non potrà non avere nel sangue Sly and the Family Stones, e così è per tutti i musicisti. Non puoi fare a meno di suonare ciò che senti".

(Esperanza Spalding)

2 commenti:

amanda ha detto...

certo non siamo impermeabili a ciò che ascoltiamo o che leggiamo o che vediamo e quanto più ascoltiamo, leggiamo, vediamo, tanto più potremo filtrare e cambiare e ricreare e scartare ed inventare


la controbassista comunque non avrei mai potuto farla: scarsa apertura alare e palmare :-)

sergio pasquandrea ha detto...

quelle parole erano ovviamente una stoccata contro certi "purismi" che ancor oggi infestano il jazz...

comunque, tanto per informazione, la spalding è molto piccola e minuta (l'ho intervistata dal vivo, quindi posso testimoniare...)