sabato 27 febbraio 2010

"Libero"? Sì, di sparare balle...


Il 22 novembre scorso il fogliaccio di carta (igienica) stampata intitolato "Libero", che usurpa il nome di "giornale", pubblicava un'intervista a Philip Roth, firmata Tommaso Debenedetti.
Nell'intervista il grande scrittore, più volte candidato al Premio Nobel, e le cui simpatie per il Partito Democratico sono ben note, criticava pesantemente Barack Obama definendolo "una delusione", perché "non ha fatto nulla, in questo primo anno, nulla di rilevante, nulla di diverso da quello che la banale quotidianità del potere lo portava a fare". Persino la riforma sanitaria veniva definita "una bandiera sventolata per mascherare il nulla, perché i risultati di questa presidenza per ora sono il nulla".
L'intervista continuava con Roth che giudicava negativamente i discorsi di Obama ("hanno preso a girare a vuoto, sempre uguali, accompagnati da gesti, sguardi e sorrisi ormai ripetuti ossessivamente, che prima lo hanno reso simpatico e ora lo rendono fastidioso, quasi antipatico"), la sua politica interna ed estera e addirittura additava nell' "estremismo religioso e sanguinario, il terrorismo soprattutto di matrice islamica" il vero nemico dell'America. Anche l'Europa veniva biasimata per non aver saputo difendere la propria identità e la propria cultura.
Insomma, un Roth convertito al pensiero "teocon"?
Addirittura, quella perla di giornalismo che risponde al nome di Pierlugi Battista ci aveva costruito sopra un editoriale sul "Corriere della Sera".
Peccato che Roth, intervistato recentemente per il "Venerdì" di Repubblica, abbia clamorosamente sconfessato tutto, affermando di non aver mai rilasciato quelle dichiarazioni, e addirittura di non aver mai parlato con nessun giornalista di "Libero".
La storia viene raccontata qui.
Pare anche che dal sito di "Libero" sia misteriosamente sparita la pagina con l'intervista. Qualcuno, però, è riuscito a recuperarla. Il testo si può leggere qui.
Buon divertimento.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi permetto di dire che Libero è caduto nel tranello di credere a questo Debendetti. Di questi giorni infatti la notizia di una serie di false interviste fatte da questo sedicente giornalista che ovviamente ha "perso" le registrazioni.
Le interviste immaginarie sono innumerevoli: premi Nobel (José Saramago, Nadine Gordimer, Jean-Marie Gustave Le Clézio, Herta Müller, Günter Grass), firme acclamate (Wilbur Smith, Amus Oz, Gore Vidal), studiosi apprezzati (Paul Ginsborg, Carlo Bo), diplomatici (Ritter Scott), l’ex presidente sovietico Mihail Gorbaciov, Sua Santità il Dalai Lama, e pure Joseph Ratzinger, che gli ha concesso “l’ultima intervista da cardinale”.
fonte: Judith Thurman, giornalista del New Yorker (http://www.newyorker.com/talk/2010/04/05/100405ta_talk_thurman)