mercoledì 2 dicembre 2009

amarcord musicale 8 - perle

Sono sempre stato convinto che le cose più belle di un artista si celino spesso tra quelle meno conosciute.
Questa canzone è una prova (a parte l'arrangiamento un po' lezioso e l'assolo finale che, nonostante al sax ci sia il grande Mario Schiano, mi pare davvero brutto).
Questa è la versione originale, che si trova su "De Gregori" (1978). Ma ce n'è una versione molto più bella, semplicissima, solo voce e chitarra, registrata da un fan con un registratore amatoriale: è sul live "Niente da capire" (1990), e vi consiglio caldamente di ascoltarla.



Due Zingari (F. de Gregori)

"Ecco stasera mi piace così
con queste stelle appiccicate al cielo
la lama del coltello nascosta nello stivale
e il tuo sorriso trentadue perle".
Così disse il ragazzo
"Nella mia vita non ho mai avuto fame
e non ricordo sete di acqua o di vino
ho sempre corso libero felice come un cane
tra la campagna e la periferia
e chissà da dove venivano i miei
dalla Sicilia o dall'Ungheria
avevano occhi veloci come il vento
leggevano la musica
leggevano la musica nel firmamento".

Rispose la ragazza: "Ho tredici anni
trentadue perle nella notte
e se potessi ti sposerei
per avere dei figli con le scarpe rotte.
Girerebbero questa ed altre città
questa ed altre città
a costruire giostre e a vagabondare
ma adesso è tardi anche per chiaccherare".

E due zingari stavano appoggiati alla notte
forse mano nella mano e si tenevano negli occhi.
Aspettavano il sole del giorno dopo
senza guardare niente.
Sull'autostrada accanto al campo
le macchine passano velocemente
e gli autotreni mangiano chilometri
sicuramente vanno molto lontano
gli autisti si fermano e poi ripartono
dicono: "C'è nebbia bisogna andare piano".
Si lasciano dietro un sogno metropolitano.

4 commenti:

lillo ha detto...

questa è una delle mie canzoni preferite di de gregori insieme a raggio di sole che sta sullo stesso album, "de gregori".
una volta lessi, mi pare su ondarock, una recensione su quel disco che lo diceva l'album più oscuro di de gregori e una sorta di ipotetica terzo capitolo di una trilogia cominciata con rimmel e proseguita con buffalo bill... io in tutta onestà questa storia delle trilogie un pò mal la sopporto, in molti casi e in questo in particolare mi sembrano costruzioni a posteriori, e poi terra di nessuno (che mi hai fatto sentire tu) mi pare molto ma molto più notturno di de gregori... però forse sono io che ero più piccolo e non l'ho ascoltato con sufficiente attenzione...

sergio pasquandrea ha detto...

mah, oscuro in che senso?
come atmosfere, in effetti, non mi sembra particolarmente tetro, a parte "l'impiccato" e "la campana". se invece intende "oscuro" nel senso di "ermetico", allora il più oscuro in assoluto per me è "francesco de gregori" (1974), il cosiddetto "disco della pecora"...
quanto a rimmel e bufalo bill, in effetti i 3 dischi hanno molto in comune come suono, temi, stile ecc., ma definirli una "trilogia" mi pare esagerato, anche perché non credo che de gregori avesse in mente nulla del genere.

comunque, su questo disco le mie preferite sono "babbo in prigione" e "renoir", due di quei piccoli, meravigliosi ritratti femminili che solo lui è in grado di fare.

lillo ha detto...

no, sono andato a rivedere ma non era ondarock... oscuro inteso come cupo ma è vero, l'ho risentito, non è così cupo... mmmh boh, forse mi ricordo male... bella renoir!

sergio pasquandrea ha detto...

Può darsi che si riferisse non a "De Gregori" (1978), ma al quasi-omonimo "Francesco De Gregori" (1974), meglio noto come "il disco della pecora", che in effetti è uno dei dischi più cupi e depressivi della sua carriera.