domenica 29 novembre 2009
vecchi versi
Ritrovati mettendo in ordine i cassetti. Questa è datata 7 aprile 2005.
C’è chi stringe la vita talmente
forte che gli schizza via di mano
e c’è chi lascia che gli si sformi
addosso, come un vecchio maglione.
Mio nonno morì
con la lingua nera, la gamba sinistra
un moncherino. Mia nonna
non mi riconosceva più, la fronte tesa sull’osso,
la pelle afflosciata sotto i gomiti.
Carlo
(mi dicono, non c’ero) lasciò andare
un filo di saliva all’angolo della bocca.
Il canarino morì a sobbalzi
(un motore ingolfato) nelle mani della bambina.
La vita non concede armistizi.
Oggi, per esempio:
la casa odora forte di candeggina, sono sul terrazzo
e mentre aspetto che gli acari muoiano lascio tracce biologiche
del mio passaggio, ascolto il lavorio del mio corpo,
immagino la mia, di morte,
come uno schianto secco di fascine.
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5 commenti:
la vita non concede armistizi.
splendida.
lo sai, aspetto una tua raccolta.
eh, antonio, l'è dura...
(anche perché dovrei essere io il primo a trovare voglia e motivazione...)
beh, tu fallo per me ;)
Voglia e Motivazione sono nomi delle bambole che le bimbe come la tua portano sotto le braccia a mò di baguettes.
Dopo lo "schianto secco di fascine" c'è "la candeggina diluita a freddo", suppongo..
ps: pardon, forse si dice "sotto le ascelle"
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