Gipi, S., Coconino Press 2007 (112 pp., 15 €)
Continua la mia dipendenza da Gipi (con questo siamo a quattro solo quest'anno). D'altra parte io non ho la minima intenzione di far nulla al riguardo. Ormai Gipi mi sembra di conoscerlo da sempre, e ogni volta che compro un suo libro mi pare di ricevere la lettera di un amico.
Questo l'ho comprato ieri mattina e ho finito di leggerlo stanotte, verso l'una.
"S." è Sergio, il padre dell'autore, il centro della storia. Attorno a lui si costruisce un racconto fatto di andirivieni tra passato e presente, con due episodi che fanno da cardine alla narrazione: una gita in barca che per poco non finisce male e il bombardamento americano su Pisa del 31 agosto 1943, in cui il padre e la madre rischiano entrambi di morire (la madre vi perderà quasi tutta la famiglia).
Gipi, come suo solito, si mette a nudo raccontando le proprie vicende più intime senza alcun pudore, ma paradossalmente è proprio questo che gli permette di evitare il sentimentalismo e di costruire una narrazione sobria, emozionante: ci sono i racconti del padre, misti di realtà e immaginazione, ci sono i ricordi d'infanzia, gli scherzi, i litigi, l'allegria e la tragedia, la morte e l'affetto (la sequenza della cremazione è una delle più tenere che mi sia mai capitato di leggere).
I disegni, a differenza di altri testi, si mantengono semplici e lineari: poche linee, volti stilizzati, acquerelli leggeri e trasparenti. Insomma, quella semplicità così - apparentemente - facile, e invece così difficile da ottenere.
Forse "S." non è il libro migliore di Gipi (il migliore, secondo me, è "Appunti per una storia di guerra"), ma di sicuro è il più misurato, equilibrato, e insieme il più diretto.
Fra qualche settimana dovrebbe uscire per Coconino il nuovo libro, intitolato "Diario di fiume e altre storie". E io, come al solito, lo aspetto fedelmente. Degli amici ci si deve fidare.
venerdì 30 ottobre 2009
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