Lo invitai a lungo ad una conferenza che stavo organizzando.
Mi rispondeva sempre di non potermi dare conferma, perché “in quel periodo sono solo in redazione e non posso assentarmi”.
Alla fine, avendo necessità di comunicare un programma definitivo, invitai altre persone.
Però, poche settimane prima dell'evento, gli mandai un ultimo invito, dicendo che mi avrebbe fatto piacere se avesse comunque partecipato a una tavola rotonda che avrebbe chiuso la conferenza.
L'Uomo Solo mi rispose con una mail molto piccata, in cui affermava di non aver intenzione di venire “perché, a quanto vedo, non mi viene richiesto alcun contributo di rilevanza scientifica”. Contributo che io gli avevo chiesto, invano, per mesi e mesi.
“Capirà”, continuava, “che non posso certo spostarmi per una semplice tavola rotonda”.
Il mio “vaffanculo”, purtroppo, rimase nella tastiera.
giovedì 6 agosto 2009
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5 commenti:
cosa vuol dire "L'Uomo Solo" ? in che senso - che era solo un misero uomo ?
No, nel senso che continuava a ripetermi che non poteva venire perché in redazione era da solo.
Me lo immaginavo in questo stanzone deserto, ad azionare da solo stampatrici e rotative.
aha, credevo ci fosse il doppio senso, te l'ho chiesto per questo motivo
Ma uno normale, senza egocentrismi o sindrome da onnipotenza, esiste nell'ambiente jazzofilo o è una rarità da circo ?
Certo che ci sono, Roberto, ma sono meno divertenti da raccontare... ;-)
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