Quando ho fatto "Giona che visse nella balena" ne promossi la visione nelle scuole ai ragazzi compresi tra i dieci e i sedici anni; questi ultimi erano seduti sempre in fondo e non facevano altro che ridere, i più piccoli, invece, erano seduti ai primi posti e spesso piangevano; un giorno un bambino che era in prima fila, durante la proiezione, si è alzato e ha esclamato: “Zitti voi che non sapete neanche piangere!”.
(Roberto Faenza, regista)
"In questo rio pensier l'aggiunse il figlio 20
di Nestore piangendo, e, Ohimè! gli disse,
magnanimo Pelìde; una novella
tristissima ti reco, e che nol fosse
oh piacesse agli Dei! Giace Patròclo;
sul cadavere nudo si combatte; 25
nudo; ché l'armi n'ha rapito Ettorre.
Una negra a que' detti il ricoperse
nube di duol; con ambedue le pugna
la cenere afferrò, giù per la testa
la sparse, e tutto ne bruttò il bel volto 30
e la veste odorosa. Ei col gran corpo
in grande spazio nella polve steso
giacea turbando colle man le chiome
e stracciandole a ciocche. Al suo lamento
accorsero d'Achille e di Patròclo 35
l'addolorate ancelle, e con alti urli
si fêr dintorno al bellicoso eroe
percotendosi il seno, e ciascheduna
sentìa mancarsi le ginocchia e il core.
Dall'altra parte Antìloco pietoso 40
lagrimando dirotto, e di cordoglio
spezzato il petto rattenea d'Achille
le terribili mani, onde col ferro
non si squarciasse per furor la gola.
Udì del figlio l'ululato orrendo 45
la veneranda Teti che del mare
sedea ne' gorghi al vecchio padre accanto.
Mise un gemito, e tutte a lei dintorno
si raccolser le Dee, quante ne serra
il mar profondo, di Nerèo figliuole 50
Glauce, Talìa, Cimòdoce, Nesea
e Spio vezzosa e Toe ed Alie bella
per bovine pupille, e la gentile
Cimòtoe ed Attea: quindi Melìte
e Limnòria e Anfitòe, Jera ed Agave, 55
Doto, Proto, Ferusa e Dinamena
e Desamena ed Amfinòma e seco
Callïanìra e Dori e Panopea,
e sovra tutte Galatea famosa;
v'era Apseude e Nemerte e con Janira 60
Callïanassa ed Ïanassa; alfine
l'alma Climene, e Mera ed Oritìa
ed Amatea dall'auree trecce, ed altre
Nerëidi dell'onda abitatrici.
Tutto di lor fu pieno in un momento 65
il cristallino speco, e tutte insieme
batteansi il petto, allorché Teti in mezzo
tal diè principio al lamentar..."
(Iliade, libro XVIII)
"Disse cosí, e gli fece nascere brama di piangere il padre:
allora gli prese la mano e scostò piano il vecchio;
entrambi pensavano e uno piangeva Ettore massacratore
a lungo, rannicchiandosi ai piedi d’Achille,
ma Achille piangeva il padre, e ogni tanto
anche Patroclo; s’alzava per la dimora quel pianto.
Ma quando Achille glorioso si fu goduto i singhiozzi,
passò dal cuore e dalle membra la brama,
s’alzò dal seggio a un tratto e rialzò il vecchio per mano,
commiserando la testa canuta, il mento canuto,
e volgendosi a lui parlò parole fugaci..."
(Iliade, libro XXIV)
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