“Inoltre lascio a mia moglie il mio
secondo miglior letto...”
(dal testamento di Shakespeare)
Il letto dei nostri amori era un mondo
roteante
di foreste e castelli, di torce,
colline e mari
dove lui pescava perle. Le parole del
mio amante
erano stelle cadenti sulla terra come i
baci
cadevano sulle labbra; il mio corpo una
tenera rima
al suo, ora eco, assonanza; e il suo
tocco
un verbo che danzava al centro di un
nome.
Certe notti sognavo di essere scritta
da lui,
il letto una pagina tra le sue mani.
Passione
e dramma recitati col tocco, l'odore,
il sapore.
Nell'altro letto, il migliore,
sonnecchiavano gli ospiti
sbavando prosa. Il mio amore vivente
ridente:
lo tengo nel feretro della mia testa
vedovile
come lui mi teneva su quel secondo
miglior letto.
Carol Anne Duffy (traduzione mia)
* * *
‘Item I gyve unto my wief my second best bed…’
(from Shakespeare’s will)
The bed we loved in was a spinning world
of forests, castles, torchlight, cliff-tops, seas
where he would dive for pearls. My lover’s words
were shooting stars which fell to earth as kisses
on these lips; my body now a softer rhyme
to his, now echo, assonance; his touch
a verb dancing in the centre of a noun.
Some nights I dreamed he’d written me, the bed
a page beneath his writer’s hands. Romance
and drama played by touch, by scent, by taste.
In the other bed, the best, our guests dozed on,
dribbling their prose. My living laughing love –
I hold him in the casket of my widow’s head
as he held me upon that next best bed.
1 commento:
splendida, non la conoscevo
grazie Sergio, passa da me c'è il tuo regalo :)
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