sabato 19 marzo 2011

consulenza didattica




Precisazione iniziale (ed essenziale): io ho iniziato la mia carriera di ascoltatore con la musica classica, quando, verso gli 8 o 9 anni, ho cominciato a studiare pianoforte; poi, dopo un breve passaggio per la musica leggera italiana - principalmente cantautori - intorno ai 14-15, sono approdato direttamente al jazz.
Quindi, nei confronti del rock, nutro in genere quell'atteggiamento, misto di accondiscendenza e di malcelato disprezzo, che caratterizza gli appassionati di classica e di jazz, categorie che nel mio caso coincidono, potenziandosi a vicenda.
Il rock, detto fuori dai denti, non è che non mi piaccia, ma mi pare così... ecco: rudimentale. Così legato alla visceralità, dalla quale non riesce a strapparsi senza perdere la sua stessa ragion d'essere, e senza mai approdare a una vera, autentica complessità. Lo so, il mio è un pregiudizio, tant'è vero che ci sono cose del rock che mi piacciono (ma, guardacaso, sono sempre e solo quelle in cui le radici nere sono più o meno evidenti; caso emblematico: Jimi Hendrix).
Ciò nonostante, il rock è un fenomeno sociologico interessantissimo, e qui veniamo al punto.
Sto preparando, insieme a un paio di colleghi, un percorso sull'adolescenza, letta proprio attraverso il rock.
In calce trovate il progetto nelle sue linee generali. Sono previste 3 lezioni da un'ora circa, quindi l'approfondimento è quel che è. Opinioni e consigli sono ben accetti.


L'invenzione dei giovani. Rock e pubblico giovanile nell'America del secondo Novecento


PRESENTAZIONE
Nell'America degli anni '50, la nascita del rock'n'roll coincise con la comparsa di una nuova figura sociale: il teenager. Questa musica, che fondeva radici nere e bianche proponendo un modello del tutto eversivo rispetto alla precedente popular music, trovò un aggancio naturale con quegli adolescenti che, per la prima volta nella storia dell'America, avevano la possibilità di spendere per il proprio tempo libero e che, quindi, costituivano un nuovo e inedito soggetto economico.
Nato come controcultura, il rock fu subito fagocitato dalla cultura di massa, come dimostra la vicenda musicale ed umana di Elvis Presley, il primo divo confezionato appositamente per il pubblico giovanile.
La tensione tra eversione e conformismo costituisce un asse costante nella storia del rock, che nei decenni ha spesso oscillato tra il farsi portavoce delle istanze della controcultura e il lasciarsi usare dalla cultura di massa. Attraverso il rock, si può quindi leggere in filigrana molto del rapporto tra i giovani e la società, nel secondo Novecento.
Queste lezioni si focalizzano su tre momenti topici: la seconda metà degli anni '50, quando il fenomeno-rock esplose; gli anni '60, in cui il rock divenne il portabandiera della contestazione giovanile; e gli anni '80-'90, in cui esso evidenzia bene la tensione tra controcultura e industria culturale.


1) GLI ANNI '50: La nascita del rock'n'roll.

- L'esplosione del fenomeno-rock: Bill Haley (ascolto: “Rock Around the Clock”);

- La “preistoria” del rock: musiche nere (blues, rhythm'n'blues, boogie woogie) e bianche (country);

- La “cultura di massa” in America:
Le prime forme di musica “di massa” tra le due guerre: lo swing (“Sing Sing Sing”), i crooners (Sinatra);
Benessere e consumismo negli anni Cinquanta;
La nascita di una nuova figura sociale: il teenager.

- Le prime star: bianchi e neri (Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Buddy Holly, Little Richard, Bill Haley...) (esempi musicali);

- Elvis Presley: il nuovo idolo dei teenagers (ascolto: “Hound Dog”).


2) GLI ANNI '60: Contestazione e controcultura.

- La “British invasion”: Beatles, Rolling Stones, Who
Beatles: “All you need is Love”, “She's Leaving Home”;
Who: “My Generation”;
Rolling Stones: “Satisfaction”.

Le controculture giovanili in America: Bob Dylan
- i predecessori (il folk “impegnato” di Woody Guthrie e Pete Seeger);
- il primo Dylan (“Blowin' in the Wind”, “Masters of War”, “Times They Are A-Changin'”, “It's A Hard Rain Gonna Fallin'”, “My Back Pages”);
- Dylan e Joan Baez;
- il Dylan della svolta “rock” (“Like a Rolling Stone”).

- Gli hippies e la contestazione giovanile; la “Summer of Love” di San Francisco; la psichedelia (Jefferson Airplane, Grateful Dead);

- La contestazione sbarca in Italia: il beat, le canzoni di protesta;
“C'era un ragazzo che come me...”
“Come potete giudicar”
“Nessuno mi può giudicare”
“L'isola di Wight”
“Il ragazzo della Via Gluck”
“Mettete dei fiori nei vostri cannoni”

- Il Festival di Woodstock (estratti video);

- Rock e mito del maledettismo: Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin;
(esempi musicali: “Star Spangled Banner”, “Light My Fire”, “Try”, “Mercedes Benz”).


3) GLI ANNI '80 e '90: Tra conformismo ed eversione

- Il rock diventa conformista: hair metal, “arena rock”, pop-rock (esempi musicali);
MTV e i video musicali (“Video Killed the Radio Stars”);
Gli idoli pop: Madonna, Michael Jackson;

- L'eversione: punk, new wave, dark, no-wave...
(esempi musicali: “God Save the Queen”, Cure, Joy Division, U2, Diaframma...);

- Il ritorno alle radici del rock: Bruce Springsteen (“Born in the U.S.A”, “The Ghost of Tom Joad”);

- Il rap: tra subcultura e cultura dominante (origini, sviluppi; il rap da musica “di strada” a musica “di massa”)

- Gli anni '90: il grunge (“Smells Like Teen Spirit”)

5 commenti:

lillo ha detto...

dove sono i 70??

sergio pasquandrea ha detto...

li ho saltati volutamente, per due motivi: il primo, perché non mi interessava una storia del rock, ma solo alcuni momenti topici per l'argomento parteicolare; il secondo, perché per parlare degli anni '70 avrei dovuto fare 3 o 4 lezioni a parte (pensa parlare del progressive a ragazzini quindicenni i cui massimi orizzonti musicali sono fabri fibra e marco carta).
recuperò qualcosa (l'hard-rock, il glam, il punk) nell'ultima lezione.

lil ha detto...

almeno il glam (come prima forma di teatro rock) e il punk... neil young, lou reed e david bowie non sono solo artisti rock, sono interi universi poetici...

però, ovvio, io sono totalmente di parte...

sergio pasquandrea ha detto...

appunto, antonio: sono cose che o le scopri da solo, se e quando è il momento, oppure è inutile.

amanda ha detto...

poi ci fai un bignami?