Marco Belpoliti, Settanta, Einaudi 2001 (302 pp., € 16,53)
Mi interessano gli anni Settanta. Forse perché li sento come un punto liminale, nel quale vanno a esaurirsi molte cose iniziate nei due decenni precedenti, per lasciar posto – purtroppo – a molte altre che oggi ci circondano. O, come scrive Belpoliti, “negli anni Ottanta il Novecento si chiude, con vent'anni di anticipo”.
Questo libro lo comprai quando uscì. Mi ero da poco laureato (madonna, già dieci anni sono passati) e ancora pensavo che il mio futuro sarebbe stata la critica letteraria (poi ho cambiato strada, per fortuna mia e della critica).
Marco Belpoliti (uno dei pochi critici che oggi valga la pena di leggere) racconta sette storie sugli anni Settanta (e dico “storie” perché la sottotraccia narrativa scorre parallela, se non preponderante, a quella critica): le voci degli intellettuali – Sciascia, Fortini, Arbasino, Calvino, Eco, Elsa Morante – che riflettono sulla prigionia e la morte di Aldo Moro (Il caso Moro); le traiettorie simili e insieme distanti di Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini (La fine dell'Arcadia cristiana); l'interesse antropologico nel tardo Calvino (La decapitazione dei capi); una rivista progettata da Calvino con Gianni Celati e mai uscita (Nella grotta di Alì Babà); le insospettabili convergenze tra Calvino e Giorgio Manganelli (La retta e il tapiro); una lettura parallela di “Palomar” e dei “Sillabari” di Parise (La pietra e il cuore); la controcultura bolognese ricostruita attraverso gli studi di Piero Camporesi, Gianni Celati, Carlo Ginzburg e Giuliano Scabia sulle culture subalterne (Carnevale a Bologna).
Non un ritratto esaustivo degli anni Settanta, ma piuttosto sette possibili sguardi, nei quali ritornano spesso gli stessi personaggi. E soprattutto ritorna un tema: quello dell'intellettuale che, uscito già piuttosto malconcio dal decennio precedente, si trova davanti a una realtà che rifiuta di comporsi in ordini, categorie e ideologie.
E che, forse, ha smesso per sempre di farlo.
P.S.: questa che ho letto io è la prima edizione. Apprendo dal sito dell'Einaudi che ne è uscita quest'anno un'altra, ampliata (e ovviamente più costosa), che è quella di cui allego la copertina.
sulla Lettura
9 ore fa
1 commento:
magari serve a mettere una distanza tra ciò che ho vissuto io, ma ero ragazzina, e ciò che hanno vissuto gli altri, altre chiavi di lettura di ciò che ti è passato sulla testa o dentro il cuore sono sempre interessanti
me lo segno
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