mercoledì 30 dicembre 2009

macheccazzostaiaddìaòh?


Passare attraverso è una definizione riferibile ai fumetti in un senso assai precipuo. I comics fanno esattamente questo a vari livelli degli strati di significazione che li caratterizzano. Essi operano da strumenti che tra-panano e tra-passano strati di significazioni, fra immagini e scritture, fra statico e dinamico, fra visivo e linguistico, verbale e non verbale, descrittivo e fantastico, ecc. Posti sempre sulla linea di precisi confini, il loro "trapanare" e "trapassare" va inteso, piuttosto che nel senso della violazione o del superamento di soglie, nel senso di aprire un varco, di rendere praticabile l'attraversamento, cioè nel connettere e unire, nel far vivere o far conoscere ciò che sta "fra...".
Passando attraverso, i fumetti non soltanto provocano emozioni ma forniscono, dell'emozione, una delle più formidabili maniere di viverla e di riconoscerla. Palesandosi come "terra di mezzo" (tra letteratura e disegno-pittura, fra cinema e tv, fotoromanzo e grafica pubblicitaria) il medium (sic!) del fumetto acquista una funzione segnica tutt'altro che marginale, anzi centrale all'interno della nostra società e all'interno dei sistemi mediali. Nel disporre vari livelli del "passare attraverso", la funzione di segno dei fumetti distingue certe straordinarie valenze in grado di tessere ponti, collegamenti, transiti fra media e media, fra tecnologie differenti di comunicazione, fra l'emozione e la ragione, l'intelletto e la sensibilità, la percezione e l'interpretazione.

Gino Frezza, "Passare attraverso. Figurare, impaginare, iconizzare",
in (a cura di) Daniele Barbieri, La linea inquieta. Emozioni e ironia nel fumetto,
Meltemi 2005, pp. 47-48



http://www.youtube.com/watch?v=qGririwxDCg

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