A chi non è capitato di chiedersi in quale periodo storico avrebbe desiderato vivere? Nel vecchio West? o nella Roma augustea? o magari nel Medioevo?
Beh, io devo confessare di non aver mai amato le età eroiche. Non vorrei essere Cesare, né Alessandro Magno, né Napoleone. Piuttosto, mi piacerebbe vivere in un'età argentea, una di quelle epoche di splendore placido, già un po' guastato dalla decadenza.
Non so: la Roma del II secolo, durante la lunga pace di Antonino Pio. Oppure Alessandria d'Egitto, sotto il regno di Tolomeo Filadelfo: sarei stato un bibliotecario metodico, dedito a chiosare Callimaco e Apollonio Rodio, e magari avrei lasciato qualche epigramma anonimo che poi sarebbe finito nell'Antologia Palatina. Oppure, perché no, avrei amato la Bisanzio sfolgorante e ieratica di Leone VI o di Costantino Porfirogenito, dove avrei deposto con devozione, una ad una, le tessere multicolori di uno sconfinato, mistico mosaico.
O, se proprio dovessi scegliere un'epoca illustre, potrei esser vissuto a Roma ai primi del Cinquecento, e aver servito uno di quei papi lascivi e simoniaci, amanti dell'arte e delle belle concubine. Mi sarei procurato una sinecura ecclesiastica, che non mi avrebbe impedito, quando d'uopo, di apprezzare le grazie di una procace servetta. Vuoi mettere, uscire di casa e incrociare per strada Donato Bramante, o scambiare due chiacchiere con Raffaello, o farsi un bicchiere con Michelangelo.
Il candidato fuori posto
6 ore fa
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