Giancarlo Mei, "Canto latino. Origine, evoluzione e protagonisti della musica popolare del Brasile",
Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri, 2004, € 22Io pensavo di conoscerla, la musica brasiliana. Perché ascoltavo Ernesto Nazareth e Noel Rosa, Pixinguinha e Adoniram Barbosa, Paulinho Da Viola e Virginia Rodriguez, Joyce e Leny Andrade, e Tom Zé, e il Quarteto em Cy, Moacir Santos, Rosa Passos, Guinga e Marisa Monte, e poi Hermeto Pascoal, Egberto Gismonti, Daniela Mercury, Rita Lee.
Pensavo: altro che i soliti (seppur grandissimi) Jobim e Joao Gilberto e Caetano Veloso e Jorge Ben e Chico Buarque.
La lettura di questo libro è stata una salutare doccia fredda.
In meno di 300 pagine Mei riesce a tracciare un panorama della MPB (Musica Popular Brasileira) allo stesso tempo dettagliato e agile. Dopo una rapida scorsa alla storia del Brasile dal XVI al XIX secolo, il libro prende le mosse dalla metà dell'Ottocento, quando cominciano a nascere i primi stili autoctoni (
lundu,
modinha,
serestas,
choro,
tango brasilero) e si spinge fino alla fine degli anni '90, con la scena elettronica, i cantautori dell'ultima generazione come Lenine e Bebel Gilberto, il successo internazionale dei Tribalistas. Oltre un secolo e mezzo di evoluzione artistica, che ha prodotto una delle culture musicali più ricche, complesse ed entusiasmanti del mondo.
Decine di stili e centinaia di nomi sfilano davanti al lettore, che alla fine del libro trova anche una discografia accurata ma non eccessivamente voluminosa.
Utile a chi si avvicini per la prima volta all'universo musicale brasiliano, ma anche per chi, come il sottoscritto, di quell'universo ha - o crede di avere - una qualche conoscenza.
Al libro è allegato un cd che contiene dieci brani tratti da "Gafieira moderna", uno dei più bei dischi della cantautrice Joyce.
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