lunedì 16 febbraio 2009

Es o non Es


Chiunque siate e ovunque vi troviate, Shakespeare è sempre più avanti, sul piano tanto concettuale quanto immaginario. Vi rende anacronistici perché vi contiene; contenerlo è impossibile. Non si può illuminarlo con una nuova dottrina, sia essa il marxismo o il freudismo o lo scetticismo linguistico demaniano. Al contrario, sarà Shakespeare a illuminare la dottrina, non mediante una prefigurazione ma, per così dire, mediante una postfigurazione: tutti gli aspetti essenziali di Freud sono già presenti in Shakespeare, accompagnati da una persuasiva critica dello stesso Freud. La mappa freudiana della mente è di Shakespeare; pare che Freud l'abbia solo messa in prosa. In altre parole, una lettura shakespeariana di Freud illumina e trascende il testo di Freud; una lettura freudiana di Shakespeare riduce Shakespeare, o meglio lo ridurrebbe se riuscissimo a sopportare una riduzione che superasse il confine dell'assurdo. Il Coriolano è una lettura del 18 Brumaio di Luigi Napoleone di Marx assai più convincente di quanto potrebbe sperare di esserlo una rilettura marxista del Coriolano.
(Harold Bloom, Il canone occidentale)

1 commento:

Navarre Raee ha detto...

Ho ripensato a ciò che mi avevi risposto riguardo alle questioni di estetica. In effetti avevi ragione, la tradizione e il modello classico sono riferimenti indispensabili e preferibili rispetto a certi prodotti estetici volutamente innovativi e non naturalmente innovativi. Sicuramente il mito dell'innovazione rischia
di convincere dell'esistenza di una facile scorciatoia che nella maggior parte dei casi non esiste.