sabato 31 gennaio 2009
amarcord culinario sanseverese
I torcinelli alla brace;
i cecatelli col ragù di carne mista;
le orecchiette messe a seccare sui taglieri davanti alle porte dei sottani;
la "zuppetta" di pane raffermo, brodo e scamorza fusa (a Natale);
lo spezzatino d’agnello con i cardi lessati (a Pasqua);
i pupurati (alla festa dei Morti);
le catalogne e le cicorie mangiate a casa della mia nonna buonanima;
le pizzefritte;
la panzetta ripiena di uovo e uvetta;
le nevole con il mosto cotto;
le melanzane (i mulagnène) sott’olio;
i fiori di zucca in padella;
la lingua di bue lessa;
le cassatine ripiene di ricotta e ricoperte di glassa;
il filetto di carne di cavallo;
i lintorci;
il sanguinaccio (che non fanno più perché il sangue di maiale non si può più vendere);
la pastiera napoletana;
l’olio che fanno dalle mie parti e che invecchiando diventa piccante da bruciare la lingua;
le pricoche (i pr'coche);
i lampascioni (i lambasciune);
le ciambrachelle (i ciambrachelle) con la menta;
le zampe di rana;
gli involtini che laggiù si chiamano “braciole”;
il timballo;
le pannocchie di mais lessate che si vendevano al mercato, in enormi pignatte fumanti;
le "mandorle interrate" (i mèn'le 'nt'rrète);
a sav'zòch, ottima sott'olio.
GLOSSARIO
torcinelli = involtini piccanti ripieni di interiora tritate e tenuti fermi da budella attorcigliate;
cecatelli = pasta corta fatta a mano;
ragù di carne mista = nella fattispecie, vitello maiale salsicce e quando è stagione anche agnello;
pupurati = grosse ciambelle di color marrone scuro, che una volta venivano fatte con il mosto cotto, oggi con il cacao;
catalogne = verdura simile alla cicoria;
pizzefritte = altrimenti dette calzoni o panzerotti, solo che da me si fanno in padella, non al forno;
panzetta = la parte di carne subito sopra le costole, aperta a tasca e riempita con uovo, prezzemolo e uva passa, poi ricucita (fa parte delle carni miste usate per il ragù);
nevole = dolci composti da strisce di pasta modellate a spirale, con una forma simile a cespi di lattuga, cosparsi di miele o di mosto cotto;
lintorci = pasta fatta a mano, simile agli spaghetti alla chitarra (ma più grossi, e a sezione quadrata), viene ottenuta passando sulla pasta stesa uno speciale matterello di bronzo scanalato;
sanguinaccio = crema dolce a base di sangue di maiale;
pricoche = varietà di pesche (in italiano: percoche?, o sbaglio?);
lampascioni = bulbi selvatici simili alle cipolle, dal sapore amarissimo, mangiati lessi o in insalata;
ciambrachelle = chiocciole;
mandorle interrate = dolcetti fatti con un mucchiettino di mandorle sepolte sotto una colata di cioccolato;
braciole = involtini composti da una fettina di vitello ripiena di un impasto del quale ignoro la composizione; mia madre le chiudeva con micidiali stuzzicadenti che rischiavano sempre di infilzarti il palato o le gengive;
a sav'zòch = Salicornia Fruticosa, erba palustre spontanea.
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