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La prima cosa da precisare, a proposito della riforma Gelmini, è che non esiste.
Una cosa che salta subito all'occhio è che si parla sempre del "decreto Gelmini" come di una "riforma del sistema scolastico".
Una riforma del sistema scolastico presuppone una pianificazione dell'intero sistema (tipo di scuole, materie insegnate, orari, distribuzioni delle classi e delle cattedre, ecc.), supportata da considerazioni di tipo soprattutto didattico e pedagogico (che cosa devono studiare gli alunni? quali materie, quante ore per ciascuna? perché? quali obiettivi ci proponiamo?, ecc.).
In questo senso persino l'esiziale riforma Moratti era una "riforma del sistema scolastico".
Invece la fantomatica "riforma Gelmini" non è che un paragrafo della legge Legge 133/2008, che riporta questo titolo: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria". In parole povere, si tratta di problemi di bilancio. Sostanzialmente, tagli alle spese.
Ora, che serva una revisione delle risorse finanziarie destinate alla scuola (che oggi vengono concesse in modo del tutto irrazionale e amministrate da cani), siamo d'accordo tutti.
Ma almeno non facciamo passare una revisione delle spese per una "riforma della scuola".
Per carità, un po' di decenza.
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19 ore fa
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