giovedì 15 dicembre 2011

recensioni in pillole 146-148 - roba di jazz

Flavio Massarutto, Assoli di china. Tra jazz e fumetto, Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri 2011 (198 pp. + illustrazioni, € 20)

Il fumetto è muto, il jazz è suono. Già questo dovrebbe marcare uno iato incolmabile. Invece le affinità ci sono, e tante: ad esempio, l'essere figli del Ventesimo Secolo, o l'ostracismo che spesso li ha colpiti. I contatti tra i due media sono antichi e articolati, ma la materia è varia e quantomai sparsa. Massarutto, che si era già occupato del tema in “Jazz & fumetto” (Vivacomix, Pordenone 2003), ora riprende e amplia il discorso con questo volume, dove analizza una mole di materiale, spesso di difficile o difficilissimo reperimento. Saggiamente, sceglie di organizzarla in forma tematica, analizzando ad esempio le diverse rappresentazioni del jazz e dei jazzisti nei fumetti, i vari modi in cui il fumetto ha cercato di far “suonare” la musica, o le possibili analogie tra i due linguaggi espressivi. 150 pagine di analisi, una serie di utili appendici (bibliografie, indici, note) e infine due fumetti, disegnati da Massimiliano Gosparini e da Davide Toffolo su testi dello stesso Massarutto.



Franco Bergoglio, Magazzino jazz. Articoli musicali d'occasione, Mobydick – I libri dello Zelig 2011 (92 pp., € 10,00)

“Raccogliendo questi articoli mi è parso di radunare merci per uno scaffale improbabile”: così, con (auto)ironico understatement, Franco Bergoglio introduce questa raccolta dei propri “articoli d'occasione”, o “fondi di magazzino” che dir si voglia. Dieci brevi pezzi, non più lunghi di una decina di pagine ciascuno, che spaziano liberamente fra un paio di interviste (a un collezionista di dischi e a un critico), un saggio su “My Favorite Things”, una biografia di Valery Ponomarev, una serie di riflessioni sulla mania delle liste discografiche (le “Top Ten” o le “Top Five” di questo o quell'artista), sul collezionismo di dischi, sui rapporti tra boxe e jazz, o tra il jazz e l'action painting di Jackson Pollock, fino a un esperimento di “prosa jazz” (un monologo interiore di Charlie Parker). Bergoglio sa offrire sempre uno sguardo un po' laterale, mai scontato.


Nicola Gaeta, Una preghiera tra due bicchieri di gin. Il jazz italiano si racconta, Caratterimobili, 2011 (415 pp., € 20,00)

L'intervista: apparentemente il più semplice, in realtà il più infido tra i generi della critica musicale. Perché richiede all'intervistatore tatto, sensibilità, psicologia, e soprattutto l'orecchio indispensabile per riportare sulla pagina scritta la voce dei musicisti interpellati. Nicola Gaeta raccoglie in questo libro trentuno interviste ad altrettanti jazzisti italiani, a cui si aggiungono altre tre a produttori discografici (i Bonandrini, padre e figlio, Sergio Veschi e Marco Valente). Si va dai padri storici del jazz italiano come Franco Cerri, Giorgio Gaslini, Enrico Rava, Franco D'Andrea, Giovanni Tommaso, alla “generazione di mezzo” di Pieranunzi, Gatto, Di Battista, Rea, Di Castri, fino alle giovani leve come Petrella, Bearzatti, Falzone, Giuliani, Partipilo, Signorile. Interviste a volte brevissime, a volte torrenziali, ma ognuna riesce a illuminare un piccolo dettaglio inedito dell'artista.

1 commento:

franco ha detto...

Laterale mi è piaicuto!
Segnalerò Ruminazioni sul mio sito

http://www.magazzinojazz.it

ci sono cose interessanti per un jazzofilo!

ciao
FraNCO