martedì 31 gennaio 2012

perché Sanremo è Sanremo


http://youtu.be/rcXWRemCREQ

Tempo e luogo: 25 gennaio 2012, TG1 delle 20.

Protagonisti: un anziano cantante/presentatore, un comico di mezza età e una bella ragazza ventenne di origine ceca, impegnati nella promozione di un evento musical-televisivo.

I fatti: durante l'intervista, arriva il turno della bella ragazza. Non appena lei inizia a parlare, l'anziano le toglie il giubbotto e mostra al pubblico italico una generosa scollatura. Il comico di mezza età osserva il tutto con sguardo lubrico, poi comincia a suggerire alla ragazza le battute, come se avesse tre anni. Lei sorride e asseconda, con sguardo da lobotomia.

Il tutto in prima serata, con le famiglie che pasteggiano a tette e canzonette.
Decenni di femminismo andati a puttane.
Viva l'Italia.

(un commento qui)

lunedì 30 gennaio 2012

lampi - 172


Quegli insulti che ti danno la certezza di essere nel giusto.

domenica 29 gennaio 2012

in tempo di bilanci


ci sono anche da prendere in considerazione quegli attimi
in cui tutto sembra
............................non
..................................accadere
il paesaggio oltre il davanzale si svuota le nuvole
lasciano il campo ai colori

sai quando certi dettagli ti appaiono amplificati
...........................................................le proporzioni tutte rovesciate
ad esempio quelle tra i capelli e il gesto dello stupro
ci sono triangoli di nuda pelle estratti a forza dal loro
divieto
............eppure nulla sta accadendo

non so nemmeno se stiamo parlando esattamente della stessa cosa

(non è mai esattamente
la stessa cosa)

ma sempre sempre ci riproviamo con questa benedetta persona plurale

ho voluto amarle le tue mani ogni volta che ho potuto
tornavi a farmi domande da bambina domande stupide e fondamentali
io pensavo a quando tutto finalmente
avrebbe toccato il fondo
.............................niente avrebbe più avuto tutto questo bisogno di nascere

hai presenti no quegli intermezzi
l'Op. 26 n. 12 secondo tempo (Scherzo: Allegro molto)

ecco la stessa docilità alle vibrazioni proprio
così come vengono la meccanica degli arpeggi

(trovare l'ultimo verso è persino un sollievo non senti
che fatica
...............anche solo respirare?)

sabato 28 gennaio 2012

recensioni in pillole 156 - "Giulio Cesare. Il dittatore democratico"

Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Laterza 2009 (prima ed. 1999) (505 pp., € 11)

Uno dei segni più chiari della fama è l'antonomasia. È quel che è successo a personaggi come Cesare, Augusto, Napoleone, il cui nome si è identificato con il ruolo da essi ricoperto. Lo storico che voglia occuparsi di simili figure si trova a dover affrontare, oltre agli usuali problemi della ricerca, anche quello di confrontarsi con la leggenda che le circonda, scegliendo quando e in che misura aderirvi o confutarla.
In un caso come quello di Cesare, poi, si pone un'ulteriore questione: quella della critica delle fonti, ossia quel delicato ma indispensabile lavoro che ogni storico serio deve compiere, consistente nello sceverare le informazioni esatte da quelle errate, le notizie attendibili da quelle (più o meno volontariamente) corrotte. Compito ancor più intricato quando le fonti superstiti provengono in larghissima maggioranza dalla parte del vincitore, cioè Cesare stesso, e le poche voci contrarie, già fioche in origine, sono state ulteriormente affievolite dal tempo e dai guasti della tradizione manoscritta.
Tutto ciò per dire che questa biografia del dittatore è anche e soprattutto un continuo e serrato confronto con il mito di Cesare, da una parte, e con la propaganda di Cesare (e dei suoi eredi) dall'altra. Canfora, del resto, è uno storico di vaglia e sa esimersi dalle due tentazioni opposte: aderire entusiasticamente al mito, o demolirlo per partito preso.
Molti capitoli sono un vero e proprio gioco di fioretto con le fonti, con quel che ci dicono e soprattutto non ci dicono. Penso ad esempio ai capitoli dedicati ad avvenimenti cruciali come la congiura di Catilina (nella quale il giovane Cesare fu con ogni probabilità coinvolto) o la guerra in Gallia (dove la sete di gloria cesariana fu pagata con un numero spaventoso di morti, calcolato intorno al milione, perlopiù civili inermi e innocenti) o le intricate vicende della congiura e della successione.
Ciò che viene fuori, da queste cinquecento pagine, è il ritratto di un uomo intelligente, ambizioso e spregiudicato, capace di servirsi con suprema abilità dei meccanismi politici del suo tempo, nei quali erano moneta corrente la corruzione, lo sfruttamento delle reti clientelari e persino l'assassinio.
Del resto, io non sarei tanto sicuro che molto sia cambiato, da allora. Forse, come diceva Goethe – citato da Canfora stesso – siamo solo diventati “troppo civili”: ci fa senso ammettere quel che invece i Romani avevano, almeno, l'onestà di dire e fare alla luce del sole.

venerdì 27 gennaio 2012

lampi - 171


"Sì, sì, ne è proprio falsa la pena".

giovedì 26 gennaio 2012

listen to the silence

"Papi, non mettere la musichina. Voglio sentire il silenzio".



http://www.youtube.com/watch?v=pcHnL7aS64Y

mercoledì 25 gennaio 2012

in the meanwhile


Va bene anche così con il freddo
estivo colato nelle giacche
e la luce la poca luce che bastava
per farti nuda.
Si spegneranno a lungo le parole
la pelle germoglia
oscuramente

ciò che è detto è fatto.

martedì 24 gennaio 2012

a million miles away



Oggi mi sono fatto male
per vedere se riesco ancora a sentire
mi concentro sul dolore
l'unica cosa reale
l'ago si apre un buco
la vecchia puntura familiare
cerco di farlo fuori
ma ricordo tutto

Che cosa sono diventato
mio dolcissimo amico
tutti quelli che conosco
se ne vanno via
alla fine
e tu potevi averlo tutto
il mio impero di sporcizia
ti lascerò a terra
ti farò male

Indosso questa corona di spine
sulla mia sedia da bugiardo
pieno di pensieri spezzati
che non so riparare
sotto le macchie del tempo
i sentimenti scompaiono
tu sei qualcun altro
io sono ancora qui

Che cosa sono diventato
mio dolcissimo amico
tutti quelli che conosco
se ne vanno via
alla fine
e tu potevi averlo tutto
il mio impero di sporcizia
ti lascerò a terra
ti farò male

Se potessi ricominciare daccapo
a un milione di miglia da qui
mi terrei me stesso
troverei una strada

lunedì 23 gennaio 2012

recensioni in pillole 153/155 - fumetterie varie

Edogawa Ranpo / Suehiro Maruo, La strana storia dell'Isola Panorama, Coconino 2011 (271 pp., € 19,50)

Lorenzo Mattotti, Chimera, Coconino 2011 (56 pp. non num., € 22)

Daniele Barbieri, Il pensiero disegnato. Saggi sulla letteratura a fumetti europea, Coniglio Editore 2010 (245 pp., € 20)

Che cosa si è disposti a sacrificare, pur di creare un paradiso? È il problema che si pone Hirosuke Itomi, il protagonista di “La strana storia dell'Isola Panorama”. Scrittorucolo di scarso successo, nel Giappone di fine anni Venti, per un seguito di circostanze si ritrova ad impadronirsi con l'inganno di un'enorme ricchezza, e la usa per realizzare il suo sogno: costruire, su un'isola, una sorta di paradiso artificiale, un eden da esteta, raffinato e perverso, grottesco e decadente.
Per realizzarlo, passa sopra tutto, compresa la vita altrui, e infine anche la propria. Tratto da un romanzo di Edogawa Ranpo (uno dei pionieri della letteratura poliziesca in Giappone), è disegnato da Suehiro Maruo con uno stile nitidissimo, persino inquietante nella sua adamantina perfezione, infuso di ricordi dell'arte sia giapponese, sia occidentale (da Bosch agli impressionisti, dal manierismo al liberty).

“Chimera” è la rielaborazione di un'opera intitolata “Il segreto del pensatore”, che Lorenzo Mattotti pubblicò nell'ormai lontano 1994.
Difficile, se non impossibile, riassumerla. Semplicemente, nella prima tavola, un uomo si stende sotto un albero e comincia a guardare il cielo. Le successive cinquanta tavole non sono altro che la sua fantasticheria: forme che si trasfigurano, si sfaldano, si compattano, seguendo gli estri di un'immaginazione visionaria che trova nell'inchiostro di china un medium di straordinaria duttilità.

Per la conoscenza di queste due opere, debbo ringraziare l'amico Daniele Barbieri, che ne ha parlato sul suo blog (qui, qui e qui: nei link, potete vederne anche alcune immagini).

E colgo l'occasione per segnalare anche il suo “Il pensiero disegnato”, una bella scelta di saggi, selezionati fra i tanti che nel corso di quasi trent'anni Daniele ha dedicato al mondo delle nuvole parlanti. Da Tex a Tintin, da Magnus alla ligne claire, dal gruppo Valvoline a Dylan Dog: per un appassionato come me, una vera festa degli occhi e della mente.

domenica 22 gennaio 2012

sangue romagnolo


Diu

Diu al ghé.
S'a ghé a figa al ghé.
Sul lö pudeva invantà
na roba acsé
cla pias a töti a töti
in ogni luogo,
ag pansom anca s'an s'ag pensa mia,
apena ca t'la tochi a cambióm facia.
Che mument! long o curt al saióm gnanca.
La fa anc di miracui,
par ciamala
an möt
a ghé turnà la vus.
Ah s'a pudés spiegaram ma
l'è dificil
cme parlà dal nasar e dal murir.

Dio. Dio c'è. / Se c'è la fica c'è. / Solo lui poteva inventare una cosa così, / che piace a tutti a tutti / in ogni luogo, / ci pensiamo anche se non ci pensi, / appena tu la tocchi cambi faccia. / Che momento, lungo o corto non si sa. / Fa anche dei miracoli, / un muto / per chiamarla / gli è tornata la voce. / Ah se potessi spiegarmi ma / è difficile / come parlare del nascere e del morire.

* * *

A l'arcnosi

I dis: al scriveva mei na volta,
ca sum dvantà volgare.
A l'arcnosi e an po' am' g'afeziuni.
Da pütlet a santiva me padar
bravà cmi sant e la madona, l'era grand,
ad not l'impiniva la camara
di bramiti, e pr'amur quasi
al strusava me madar (a naseva i me fradei),
le la murmurava frasi a metà
dna dulsesa che ad dé
a n'an catava pö li pesti.

Lo riconosco. Dicono che scrivevo meglio una volta, / dicono che sono diventato volgare. / Lo riconosco e finisco con l'affezionarmici. / Da fanciullo sentivo mio padre / colluttare coi santi e la madonna, era grande, / di notte riempiva la stanza / di bramiti, e quasi, per amore, / strozzava mia madre (nascevano i miei fratelli) / lei mormorava frasi a metà, / di una dolcezza che di giorno / non ne trovavo più traccia.

Cesare Zavattini

* * *

Cantèda vintiquàtar (da "Il miele", 1976)

La figa l'è una telaragna
un pidriùl ad sàida
e' sgarzùl ad tótt i fiéur;
la figa l'è una pórta
ch'la dà chissà duvò
o una muràia
ch'u t tòcca buté zò.

U i è dal fighi alìgri
dal fighi mati s-cènti
dal fighi lèrghi e strètti,
fighi de cazz
ciacaròuni ch'al tartàia
e quèli ch'al sbadàia
e a n dói una paróla
gnénca s'ta li amàzz.

La figa l'è una muntagna
biènca ad zócar
una forèsta in dò ch'è' pasa i lópp,
l'è la caróza ch'la tóira i caval;
la figa l'è una baléna svóita
pina ad aria nira e ad lózli,
l'è la bascòza dl'usèl
la su cóffia da nota,
un fòuran ch'e' bréusa iniquèl.

La figa quand ch'e' tòcca
l'è la faza de' Signour,
la su bòcca.
L'è da la figa ch'l'è avnéu fura
e' mònd sa i èlbar, al nóvli, e' mèr
e i óman éun a la vólta
e at tótt al razi.
da la figa l'è avnù fura énca la figa.
Os-cia la figa!

Canto ventiquattresimo. La fica è una ragnatela / un imbuto di seta / il cuore di tutti i fiori; / la fica è una porta / per andare chissà dove / o una muraglia / che devi buttare giù. // Ci sono delle fiche allegre / delle fiche matte del tutto / delle fiche larghe o strette / fiche da due soldi, / chiacchierone o balbuzienti / e quelle che sbadigliano / e non dicono una parola / neanche se le ammazzi. // La fica è una montagna / bianca di zucchero, / una foresta dove passano i lupi / è la carrozza che tira i cavalli; / la fica è una balena vuota / piena di aria nera e di lucciole; / è la tasca dell'uccello / la sua cuffia da notte, / un forno che brucia tutto. // La fica quando è ora / è la faccia del Signore / la sua bocca. / E' dalla fica che è venuto fuori / il mondo, con gli alberi, le nuvole, il mare / e gli uomini uno alla volta / e di tutte le razze. / Dalla fica è venuta fuori anche la fica. / Ostia la fica!


Tonino Guerra

sabato 21 gennaio 2012

rovi


L’aria intera, il giorno intero
vortica dei richiami delle taccole. Una generazione
di giovani taccole è iniziata
alla taccolità – quel complicato
galateo di convenzioni

e precedenze, di sciovinismo e leggi.
Quasi un universo carcerario – con sbarre
di gridi e di segnali. I carcerieri
sono tutte le altre taccole. Aprendomi la strada
tra il groviglio dei rovi

di nuovo ho pensato: mi sentono?
I rovi sono un tale successo, le loro difese
così ben congegnate,
le loro estensioni così deliberate, sono coscienti?
Di certo un qualche nimbo di dolore e di piacere

risiede sul loro nudo diadema,
la loro offerta sessuale. Di certo non sono insensibili,
un cieco brancolare. Eppure, perché no?
Non è lo stesso per le cellule del mio sangue?
E persino i neuroni, che cosa sentono o temono

del bisturi o dell’incidente?
Anch'essi incoronano una pianta
di singolare insensibilità. E le taccole
operano oscuramente per esser taccole
come fossero semi nella terra.

L’intera claque è un’ottenebrata religione
intorno alla sintassi e al vocabolario divini
di una muta cellula, che non sa chi siamo
e neppure che siamo qui,
reticenti come un qualsiasi fiore di rovo.

Ted Hughes


(la traduzione è ripresa da qui - con qualche correzione mia;
l'originale si può leggere qui, andando un po' giù nella pagina)

venerdì 20 gennaio 2012

libero mercato elettorale


"L'idea che la democrazia possa essere paragonata ad un grande e libero mercato in cui la merce principale è il voto non è esaltante. Ma è da tener sempre presente per capire il comportamento degli uomini politici specie nell'imminenza delle elezioni. Come il mercato economico, anche il mercato politico sfugge a ogni controllo che si voglia imporre dall'alto e anche da questo punto di vista l'analogia regge alla prova dei fatti".

Norberto Bobbio, Mercato politico, "La Stampa", 3 gennaio 1983

giovedì 19 gennaio 2012

frammenti di una mitopoietica personale


- Mamma, dove vai?
- Alla Messa.
- Perché?
- Perché abbiamo fatto dire una Messa per nonno Franco, che è morto vent'anni fa.
- "Morto per la libertà"?
- No, cicci, non è morto per la libertà.
- Ah... E' morto sott'acqua?
- Sott'acqua?
- Sì, come il principe Eric, che poi la sirenetta l'ha salvato.
- No, cicci. Non è morto sott'acqua.
- Ah...

mercoledì 18 gennaio 2012

simbolismi


Chi deve pilotare è un incapace. La nave affonda. Il capitano se la dà a gambe. I responsabili cercano di coprire tutto e di scaricare il barile il prima possibile. Chi ci rimette sono i passeggeri.


No, non sto parlando della Costa Concordia.
Del resto, Qualcuno lo diceva già secoli fa: "Ahi serva Italia, di dolore ostello / Nave senza nocchiero in gran tempesta"...

martedì 17 gennaio 2012

poiein


Una volta iniziato il gesto del fare
ogni parola è un trivio

di voi
..........chi ha ricevuto nella bocca
una lingua gravida

può alzare il volto ai segni
rendere gli occhi in gratitudine.

lunedì 16 gennaio 2012

oniromanzia


Le città in cui ti sogno hanno sempre
topografie impossibili
mi costringono a giri viziosi
a incroci paralizzanti

stanotte poteva essere Pescara tanto
erano orizzontali le geometrie
però gli attraversamenti non erano mai affidabili
una fatica fendere il grigio

perché come al solito mancava il sole e in quel crepuscolo
un lucore e quello
rincorrevo sperando fosse una scaglia del tuo odore
il refe da riavvolgere

sai nei sogni a volte succede si raggiunge
la felicità la si trattiene
anche con un po' di violenza se proprio
è necessario

domenica 15 gennaio 2012

lampi - 170


Sarebbe ora di cominciare a considerare la parola "io" per quel che è: una parolaccia.

sabato 14 gennaio 2012

lampi - 169


La buona poesia dovrebbe avere i calli.

venerdì 13 gennaio 2012

corsi e ricorsi storici (ovvero: la seconda volta è sempre una farsa)


Testimone diretto della battaglia di Farsalo, Asinio [Pollione] [...] ricordava e affidava ai posteri le parole che Cesare aveva pronunciato al cospetto del campo coperto delle migliaia di corpi dell'esercito sconfitto: "Lo hanno voluto loro! Se io, Gaio Cesare, compiute così grandi imprese, non avessi fatto ricorso ai miei soldati, sarei stato trascinato davanti a un tribunale e condannato" [citato in Svetonio, Cesare, 30, 4: "haec eum ad verbum dixisse: Hoc voluerunt; tantis rebus gestis, Gaius Caesar condemnatus essem, nisi ab exercitu auxilium petissem"]. Asinio scrive circa vent'anni dopo Farsalo e registra quelle parole perché esse racchiudono una cruda presa di posizione da parte di Cesare: se non avessi fatto ricorso alla insurrezione, se mi fossi piegato, anziché ricorrere "all'aiuto dei soldati", sarei stato portato - ormai privatus [privato cittadino] - davanti a un tribunale e distrutto per via giudiziaria. Si deve certamente ad Asinio la precisazione, che leggiamo in Svetonio, che quelle erano state esattamente (ad verbum) le parole di Cesare: una precisazione che si spiega con il rilievo che Asinio attribuiva (non a torto) a quella dichiarazione autentica, fatta in un momento solenne e tragico di fronte a un campo disseminato di morti, concittadini. E invero quella dichiarazione così aspra, e così circostanziata, forniva una chiave per interpretare la scelta cesariana di accettare la sfida fino al passo estremo della insurrezione contro la repubblica: era stata, per Cesare, l'unica via per scampare alla certa, e forse distruttiva, persecuzione giudiziaria che i suoi avversari tenacemente tenevano in serbo da quasi dieci anni.

Così Asinio, fonte non sospetta [in quanto di parte cesariana], faceva conoscere, dopo vent'anni, la vera ragione, da Cesare stesso dichiarata, della scelta di rottura compiuta nel gennaio del 49. E smentiva, ovviamente, in questo modo, la propaganda cesariana affidata ai commentarii, dove campeggia - come causa del conflitto - la difesa dei diritti dei tribuni [Svetonio liquida questa versione dei fatti, cara a Cesare, come "praetextum" (Cesare 30, 19)] e la difesa della sua personale dignitas, offesa.
Svetonio, [...] al tempo stesso, fornisce dati di fatto che completano il quadro e aiutano a capire. Ci fa sapere, ad esempio, che Catone aveva ripetutamente promesso, "confermandolo con un giuramento", che avrebbe denunciato Cesare, "non appena questi avesse licenziato le truppe", e lo avrebbe trascinato in giudizio per le illegalità commesse durante il consolato del 59. Allora non era stato possibile: dall'imperium consolare Cesare era passato senza soluzione di continuità ai poteri, a lungo, protratti, di proconsole: e infatti puntava (fino ad un certo momento con l'accordo di Pompeo) ad una elezione in absentia onde passare daccapo, senza interruzioni, dal proconsolato al secondo consolato e così rimanere giudiziariamente inattingibile. "Nel popolo - commenta Svetonio - si diceva che, se fosse ritornato come privato cittadino, avrebbe dovuto [...] difendersi davanti ai giudici, in un tribunale circondato da guardie armate". E qui soggiunge che proprio la testimonianza di Asinio - il quale riferiva quelle schiette e crude parole, dette da Cesare in cerchia ristretta al momento stesso della vittoria - sembra confermare che quella diffusa diagnosi sulla vera causa della guerra civile cogliesse nel segno.

Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Laterza 2009, pp. 149-151

giovedì 12 gennaio 2012

mercoledì 11 gennaio 2012

tre poesie politiche (dal brasile)


Per mano

Non sarò il poeta di un mondo caduco.
Ma neppure canterò il mondo futuro.
Sono avvinto e guardo i miei compagni.
Sono taciturni ma nutrono grandi speranze.
Tra loro, scruto l'enorme realtà.
Il presente è così grande, non ci allontaniamo.
Non ci allontaniamo troppo, camminiamo tenendoci per mano.

Non sarò il cantore di una donna, di una storia,
non dirò i sospiri quando annotta, il paesaggio visto dalla finestra,
non distribuirò narcotici o biglietti di suicidio,
non fuggirò verso le isole né sarò rapito dai serafini.
Il tempo è la mia materia, il tempo presente, gli uomini presenti,
la vita presente.

Carlos Drummond de Andrade (da "Alguma poesia", 1930)

* * *

Al completo

Il prezzo dei fagioli
non ha posto nella poesia. Il prezzo
del riso
non ha posto nella poesia.
Non hanno posto nella poesia il gas
la luce il telefono
il furto
del latte
della carne
dello zucchero
del pane

L'impiegato postale
non ha posto nella poesia
col suo stipendio da fame
la sua vita rinchiusa
in archivi.
E non ha posto nella poesia
l'operaio
che smeriglia il suo giorno di acciaio
e carbone
nelle oscure officine

- poiché nella poesia, signori,
non c'è posto:
"al completo"

Ha solo posto nella poesia
l'uomo senza stomaco
la donna eterea
la frutta gratuita

Il poema, signori,
non puzza
né odora

Ferreira Gullar (da "Dentro da Noite Veloz", 1975)

* * *

L'affaire Sardinha*

Il vescovo insegnò all'indio
Che il pane non è pane, ma Dio
Presente nell'eucaristia.

E siccome un giorno mancò
Il pane all'indio, lui mangiò
Il vescovo, eucaristicamente.

José Paulo Paes (da "Nuove lettere cilene", 1954)


* Nel Cinquecento, il vescovo portoghese Sardinha fu divorato dagli indios caetés,
che era stato inviato a catechizzare. Il poeta Oswald de Andrade assunse
simbolicamente questo atto di antropofagia a punto d'inizio della cultura
brasiliana, che deglutisce e assimila quella dei colonizzatori.

martedì 10 gennaio 2012

dilemmi amorosi


Il cuore mi è scappato. Come al solito
sarà da Teotimo (già, è lì che si rifugia).
Che guaio, se non gli avessi intimato
di non lasciarlo entrare, quel fuggiasco, di scacciarlo.
Ora vado a riprenderlo. Ma ho paura
di rimanere io stesso prigioniero. Che fare?
Venere, aiutami!

* * *

Aufugit mi animus; credo, ut solet, ad Theotimum
devenit. Sic est, perfugium illud habet.
Quid, si non interdixem, ne illunc fugitivum
mitteret ad se intro, sed magis eiceret?
Ibimus quaesitum. Verum, ne ipsi teneamur
formido. Quid ago? Da, Venus, consilium.


(Quinto Lutazio Catulo, II-I sec. a.C. - traduzione mia)

lunedì 9 gennaio 2012

ombre


Vi è talvolta una zona d'ombra, nelle biografie di grandi politici: momenti di cui non amano ricordarsi, nei quali hanno accettato compromessi ingloriosi, o hanno compartecipato a svolte improprie; episodi che avrebbero potuto travolgerli, se una luce impietosa avesse rischiarato tutto sul momento, quando essi non erano ancora ciò che sarebbero divenuti in seguito. Quando quella luce è tardiva, è anche inefficace.

Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Laterza 2009, pag. 49

domenica 8 gennaio 2012

visioni 7 - "Brisby e il segreto di Nimh"

Brisby e il segreto di NIMH (animazione, USA, 1982), regia di Don Bluth, durata 82 min.

Non prendetemi per un misoneista: apprezzo l'animazione digitale, quando è fatta bene (tanto per citare un esempio, “Mosters & Co.” è uno dei film più belli che abbia visto negli ultimi anni, e non mi riferisco soltanto ai film d'animazione). Però, quando vedo un cartone realizzato tutto a mano, come se ne facevano ai vecchi tempi, scusatemi ma un po' mi commuovo.
“Brisby” ce l'avevo su un vecchissimo e ormai inguardabile VHS. Ho rimediato tramite vie webbiche che preferirei non specificare. Si tratta di una delle prime opere di Don Bluth, fuoriuscito disneyano di cui questo credo sia il lavoro più famoso.
Ora, una provocazione: guardate questa meraviglia e poi provate a venirmi a raccontare che i cartoni sono roba per bambini. A parte lo splendore grafico, che a mia notizia nessun computer ha ancora eguagliato, si tratta di una storia con risvolti serissimi, con cattivi che sono davvero cattivi, con un sottotesto politico-sociale neanche tanto implicito.
Detto in breve: c'è una famiglia di topini, i Brisby appunto, che abitano in mezzo a un campo. Mamma e figlioletti, perché il padre è scomparso per motivi che si apprenderanno solo più avanti. Però c'è un problema: uno dei topini è ammalato e non si trova la cura, e per di più la famiglia di lì a poco dovrà sloggiare dalla tana, causa imminente aratura.
Dopo varie peripezie, l'indomita signora Brisby si decide a chiedere aiuto alla misteriosa colonia di ratti che abita nel sottosuolo della fattoria. E lì scoprirà un mondo del tutto inaspettato: una vera e propria città sotterranea, costruita da animali diventati intelligentissimi in seguito a un esperimento scientifico (il NIMH cui allude cripticamente il titolo è il laboratorio dove avviene il fattaccio). E scoprirà anche di avere un legame con questi ratti, di cui lei era del tutto inconsapevole. Ovviamente, non tutto andrà per le lisce, perché tra i ratti c'è il solito cattivone che trama nell'ombra. E qui mi fermo per non rivelare troppo.
Una storia che sa dosare abilmente i momenti comici (tra cui quelli con una buffa cornacchia in cerca d'amore) e quelli drammatici, persino cupi e inquietanti. Aggiungo anche che, personalmente, un altro titolo di merito per il film è l'assenza delle insopportabili canzoncine che appestano la maggior parte delle produzioni Disney.
Ripeto: non vorrei fare la figura del laudator temporis acti, ma se ne fanno più, di film così?

sabato 7 gennaio 2012

recensioni in pillole 152 - "Harry Potter e la Camera dei Segreti"

J. K. Rowling, Harry Potter e la Camera dei Segreti, Salani 2011 (pp. 324, € 9)

Sì, lo so, avevo detto di aver letto il primo Harry Potter e di averlo trovato noioso (devo ammettere che, fossi stato un editor, non avrei scommesso un centesimo sul personaggio). Però io sono uno che non si arrende facilmente, quindi ci ho riprovato. E stavolta è andata meglio.
Intendiamoci: le parti con le lezioni a Hogwarts, Erbologia, Pozioni, Difesa dalle Arti Oscure, e cinquanta punti a Grifondoro, e le partite di Quidditch e quell'atmosfera da college inglese, alla lunga le trovo alquanto insopportabili. Sì, lo so che è una delle invenzioni più celebrate della Rowlings, ma io non le sopporto: tant'è.
E anche questa volta, leggendo, non potevo togliermi davanti le odiose faccine degli attori che interpretano i personaggi della Rowlings (tranne, devo dire, quella della Watson, che trovo nel suo genere acqua-e-sapone piuttosto carina, persino più di tante bellone plastificate).
È vero anche che la vicenda segue sempre più o meno lo stesso schema: partenza di Harry & Co. per Hogwarts, sottotrame varie, eventi misteriosi che si rivelano man mano opera del solito Voldemort, scontro finale con scioglimento, ritorno a casa. Però questi, si sa, sono i pro e i contro della letteratura seriale.
Comunque, tutto sommato, l'effetto è stato parecchio migliore rispetto all'altra volta. Lo stile della Rowlings – o almeno, quel che se ne apprezza in traduzione – si fa leggere volentieri (ho finito il libro in tre o quattro giorni). La vicenda ha saputo offrirmi momenti di divertimento (la corsa iniziale con l'auto volante) e altri di autentico brivido (la festa dei fantasmi, la voce del basilisco, l'entrata di Harry nella camera segreta). E in più c'era un sottotesto sottilmente ironico, con il personaggio del vanesio professor Lockhart e tutta una riflessione – piuttosto attuale – sull'inconsistenza della fama mediatica.
Insomma, a conti fatti, ci riproverò anche con il terzo. Non si sa mai.

venerdì 6 gennaio 2012

lampi - 168


Sempre più attratto dal silenzio.
Dalla sua bellezza, dalla sua eleganza.
Dalla sua moralità.

giovedì 5 gennaio 2012

sul valore dei pezzi di carta nella terra dei cachi


http://www.youtube.com/watch?v=dMrZh3sIVYI

Mettiamo che tu organizzi un festival musicale (jazz o non jazz, non importa) e chiedi un finanziamento pubblico. Giusto per coprire qualche spesa, diciamo.
Mettiamo che i burocrati di turno, abituati a gestire la sagra della lumaca in umido, ti mettano i bastoni tra le ruote.
Mettiamo che uno dei suddetti burocrati faccia lo splendido, ti prometta soldi ma poi non li cacci mai fuori.
Mettiamo che tu insisti e insisti, finché il burocrate non ti manda una bella letterina, con tanto di timbri e firme, dove si prende l'impegno di tirare fuori i soldi.
Mettiamo che tu ti impegni e organizzi il festival, contando su quel finanziamento.
Mettiamo che poi il burocrate, nonostante tutto, quei soldi non li voglia proprio tirare fuori.
Allora tu che fai? In un paese civile, mostri la letterina con timbri e firme e quelli ti rispondono: "Oh, beh, in tal caso ci scusi, ecco i soldi". (Per la cronaca: diecimila euro, roba che un qualunque assessore li guadagna in un mesetto o due di non-lavoro).
Tutto questo in un paese civile. Non in Italia, quindi.
In Italia, si preferisce ricorrere a quelle antiche, ma sempre attuali, specialità dette scaricabarile e can per l'aia.
Per saperne di più, con luoghi date nomi e cognomi, leggi qui.

mercoledì 4 gennaio 2012

future visioni (già che siamo in vena di cataloghi...)


Sapete come sono i dialetti, no? Ci sono quelle parole così espressive, quasi intraducibili...
Nel mio dialetto, ad esempio, esiste il verbo "scavutà". Che significa più o meno "rovistare, frugare", ma il senso è più forte, un po' come "buttare tutto all'aria mentre si cerca qualcosa".
Dunque, qualche giorno fa mi sono messo a scavutare nel mobiletto sotto la TV, alla ricerca di non so più cosa, e mi sono accorto che nei mesi (anzi, negli anni) vi si erano accumulate cataste di DVD e di VHS (sì, li ricordate i VHS? quegli oggetti che, nell'albero dell'evoluzione tecnologica, vengono un po' dopo il grammofono). Per la maggior parte, roba mai più vista e che mi ero persino dimenticato di possedere; molti risalgono a un folle periodo della mia vita in cui, preso dall'ebbrezza del file-sharing, scaricavo dal web a tutto spiano (al secondo-terzo virus, mi sono fermato).
Io ho reagito come reagisco sempre in questi casi: mi sono messo giù e ho fatto un elenco. Poi ho diviso quelli già visti (da portare in garage) da quelli da vedere/rivedere. Di seguito, riporto quelli che rientrano nella seconda categoria, in ordine rigorosamente casuale; vale a dire: nell'ordine in cui li ho tirati fuori.
Considerando che sono circa un centinaio di film, e che difficilmente riuscirò a vederne più di 3-4 al mese, direi che ho materiale per i prossimi tre o quattro anni almeno.
Consigli per cominciare?

DVD (o file masterizzati) - 72
R. Clement, Delitto in pieno sole
J. Arnold, Il mostro della laguna nera
Dino Risi, Anima persa (con V. Gassman, C. Deneuve)
J. Arnold, Destinazione Terra
Don Siegel, L'invasione degli ultracorpi
A. Penn, Furia Selvaggia – Billy the Kid
L. Olivier, Enrico V
V. De Seta, Banditi a Orgosolo
G. Tornatore, Il camorrista
D. Risi, Il gaucho
C. Eastwood, Lettere da Iwo Jima
F. Rosi, I magliari
C. Eastwood, Gli spietati
Scorsese, New York New York
Kurosawa, La sfida del samurai
E. von Stroheim, Femmine folli
Chaplin, Luci della città
Tarkovski, Andrej Rublev
M. Carné, Les enfants du Paradis
G. Hill, Butch Cassidy (con Paul Newman e Robert Redford)
M. Ritt, La lunga estate calda (con Paul Newman)
F. Rosi, Uomini contro
M. Carné, Il porto delle nebbie
M. Leroy, Io sono un evaso
Ferreri, Il seme dell'uomo
Bellocchio, La visione del sabba
Wenders, Nel corso del tempo
Herzog, Aguirre furore di Dio
Rossellini, Agostino
Rossellini, Socrate
Rossellini, Blaise Pascal
Rossellini, Il medioevo - 5
Rossellini (e altri), Dov'è la libertà? (con Totò)
The Beatles, Yellow Submarine
H. Nilsson, The Point
Ferreri, Chiedo asilo
Rosi, Le mani sulla città
G. Jennings, Guida galattica per autostoppisti
Bunuel, Un chien andalu
Oshima, Furyo (Merry Xmas Mr. Lawrence)
Tarkovski, Stalker
Altman, Quintet
Allen, New York Stories
Malick, I giorni del cielo
S. Fuller, Il grande uno rosso
Godard, Fino all'ultimo respiro
K. Freund, La mummia (con Boris Karloff)
Forman, Ragtime
Avati, Noi tre
Girard, 32 piccoli film su Glenn Gould
Monty Python, Il senso della vita
F. Miller, 300
Vadim, Barbarella
Dreyer, Vampyr
Camus, Orfeo Negro
Miyazaki, Nausicaa della valle del vento
Miyazaki, Il castello errante di Howl
Otomo, Akira
Lizzani, Lo svitato
F. Mari, Cenere (con Eleonora Duse)
Blasetti, La cena delle beffe
Blasetti, La corona di ferro

VHS - 25
Pasolini, Teorema
F. Maselli, Storia d'amore
Odissea (sceneggiato TV – 8 cassette)
Kurosawa, Il trono di sangue
Ingmar Bergman, Il posto delle fragole
Ingmar Bergman, Sinfonia d'autunno
Moretti, Palombella rossa
Zhang Yimou, La storia di Qiu Ju
R. Martinelli, Porzus
Kieslowski, Film rosso
Ken Loach, La canzone di Carla
Ken Loach, Terra e libertà
G. Pontecorvo, La battaglia di Algeri
M. Antonioni, Deserto rosso
M. Ferreri, Marcia nuziale
N. Mikhalkov, Partitura incompiuta per pianola meccanica
R. Altman, Nashville
L. Bunuel, Il fascino discreto della borghesia
A. Kurosawa, Kagemusha
A. Kurosawa, Madadayo – Il compleanno
L. Malle, Milou a maggio
M. Bellocchio, Diavolo in corpo
L. Kasdan, Il grande freddo
S. Spielberg, 1941: Allarme a Hollywood

martedì 3 gennaio 2012

sulla foto di una libreria (2)


Dicevo: se vi racconto tutto ciò, c'è un motivo.
E il motivo è che, se guardo la libreria, mi prende un misto di rimorso, sconforto ed esaltazione.
Rimorso, perché la maggior parte di quei libri li ho comprati, ma non li ho mai letti.
Sconforto, perché non mi basterebbero due o tre vite a leggere quelli, più tutti gli altri (e sono decine, forse centinaia) che sono sparsi tra la casa dei miei e il garage.
Esaltazione, per lo stesso motivo: perché il sapere umano è talmente sconfinato da potermene abbeverare fino all'estrema vigilia dei miei sensi.
Tanto per curiosità, qui sotto trovate alcuni dei titoli che sono in questa libreria e che non ho letto; non tutti: solo quelli che avrei maggior desiderio e urgenza di leggere.
Consigli per cominciare?


SAGGISTICA (VARIA)

Montaigne, Saggi (compulsato spesso, ma mai letto per intero)
Claudio Magris, Microcosmi
Claudio Magris, Alfabeti
Claudio Magris, Danubio
Daniele Barbieri, Il linguaggio della poesia
Gianni Celati, Finzioni occidentali
Franco Fortini, I cani del Sinai
Oliver Sacks, Risvegli
Gregory Bateson, Verso un'ecologia della mente
Gregory Bateson, Mind and nature. A necessary unit
Levi-Strauss, Il pensiero selvaggio
Levi-Strauss, Tristi tropici
Konrad Lorenz, L'aggressività
Lev Vygotskij, Pensiero e linguaggio
Piero Camporesi, La terra e la luna
Procopio, Storia segreta
Kerenyi, Religione antica
Girard, L'antica via degli empi
Girard, La violenza e il sacro
Marco Aurelio, Ricordi
Di Napoli, Disegnare e conoscere
Rondolino, Storia del cinema
Aa. Vv., L'audace Bonelli. L'avventura del fumetto italiano
R. Genovese, L'avventurosa storia del fumetto italiano

SAGGISTICA (MUSICA)
D. Brun Lambert, Nina Simone
J. Panish, The color of jazz
S. Floyd, The power of black music
C. Small, Music of the common tongue
D. Sparti, Suoni inauditi
D. Sparti, L'identità incompiuta
D. Sparti, Il corpo sonoro
D. Sparti, Musica in nero
Albert Murray, Stomping the blues
Ira Gitler, Jazz masters of the '40s
Vincenzo Caporaletti, La definizione dello swing
Vincenzo Caporaletti, I processi improvvisativi nella musica
Luigi Onori, Il jazz e l'Africa
R. Farris Thompson, Tango
Alan Lomax, La terra del blues
C. Sanford Terry, Johann Sebastian Bach
Debussy, Il signor Croche, antidilettante
Jost, Free jazz
Piccola cronaca di Anna Magdalena Bach
M. Donà, Filosofia della musica
Sachs, Storia degli strumenti musicali
Lester Bangs, Deliri desideri e aforismi
Caetano Veloso, Verità tropicale
Arrigo Arrigoni, Jazz foto di gruppo
Adriano Mazzoletti, Il jazz in Italia dallo swing agli anni Sessanta
Sudnow, Ways of the hand
Hodeir, Uomini e problemi del jazz
Shipton, Nuova storia del jazz
Shapiro & Hentoff, Hear Me Talkin' To Ya. La storia del jazz raccontata dagli uomini che l'hanno fatta
Scott DeVeaux, Be bop. A social and musical history
Franco Fabbri, Around the clock. Una breve storia della popular music
Franco Fabbri, Il suono in cui viviamo. Saggi sulla popular music
Alessandro Portelli, Note americane. Musica e culture negli Stati Uniti
Edmondo Berselli,
Canzoni. Storie dell'Italia leggera

NARRATIVA
Alberto Savinio, Achille innamorato
Alberto Savinio, Infanzia di Nivasio Dolcemare
A. M. Ortese, Il porto di Toledo
Manganelli, Hilarotragoedia
Manganelli, Pinocchio un libro parallelo
Pomilio, Il quinto evangelio
Anonimo Romano, Vita di Cola di Rienzo
Croce, Bertoldo Bertoldino e Cacasenno
Calandra, La bufera
Fenoglio, Il partigiano Johnny
Palazzeschi, Roma
Anna Banti, Noi credevamo
Soldati, Le due città
Gadda, L'Adalgisa
Borgese, Rubé
Bacchelli, Il diavolo al Pontelungo
Dessì, Il disertore
Vasta, Il tempo materiale
Pecoraro, Dove credi di andare
Tomassini, Sangue di cane
Pea, Il romanzo di Moscardino
La Capria, Ferito a morte
Rea, Spaccanapoli
Ottieri, La linea gotica
Volponi, Le mosche del capitale
Boine, Il peccato / Plausi e botte / Frantumi / Altri scritti
Testori, Il ponte della Ghisolfa
Cassola, Il taglio del bosco
Bonaviri, Notti sull'altura
Dossi, Note azzurre
Janeczek, Le rondini di Montecassino
Ledda, Padre padrone
Tonino Guerra, L'equilibrio
Zavattini, Ipocrita 1943
Vassalli, La chimera
Tadini, La tempesta

Roussell, Impressioni d'Africa
Henri de Latouche, Fragoletta
Gautier, Racconti
Zola, Germinale
Gide, L'immoralista
Proust,
La strada di Swann
Schwarz-Bart, L'ultimo dei giusti
De Maistre, Viaggio attorno alla mia camera
Mabanckou, Verre cassé
Genette, Querelle De Brest / Pompe funebri

Fuentes, La morte di Artemio Cruz
de Andrade, Macunaimà
Amado, Dona Flor e i suoi due mariti
Ocampo, Porfiria
Sabato, Sopra eroi e tombe

Gombrowicz, Ferdydurke
Werfel, I quaranta giorni del Mussa Dagh
Hasek, Il buon soldato Sc'veik

Heine, Impressioni di viaggio
Goethe, Viaggio in Italia
Koestler, Buio a mezzogiorno
Broch, La morte di Virgilio
Wedekind, Lulu
Doblin, Berlin Alexanderplatz
Fallada, Ognuno muore solo
Handke, La donna mancina

Babel, L'armata a cavallo
Dostoevskij, L'idiota
Gogol, Le anime morte
Goncarov, Oblomov
Salamov, I racconti della Kolima

Bellow, Herzog
Leavitt, Ballo in famiglia
Cheever, Amore e la vita
Gertrude Stein, Tre esistenze
Henry Roth, Chiamalo sonno
Betty Smith, Un albero cresce a Brooklyn
Lethem, La fortezza della solitudine
Faulkner, Santuario
Vonnegut, Madre notte
Madox Ford, The good soldier
Doctorow, Ragtime
Jean Toomer, Cane
McKay, Home to Harlem
Faulkner, L'urlo e il furore
Eudora Welty, Collected stories
McCarthy, Cavalli selvaggi
DeLillo, Rumore bianco
Ishmael Reed, Mumbo Jumbo

Dickens, Il circolo Pickwick
Dickens, Oliver Twist
DeFoe, Le avventure del colonnello Jack
De Quincey, Le confessioni di un oppiomane
Byatt, Ossessione
Rushdie, I figli della mezzanotte
Zadie Smith, Denti bianchi
Gordimer, Nessuno al mio fianco
Coetzee, Vergogna
Tutuola, La mia vita nel bosco degli spiriti

POESIA E TEATRO
The collected poems of Langston Hughes
Pascoli, Canti di Castelvecchio
Aa. Vv., Parola plurale
Maurizio Cucchi, Poesie
Valentino Zeichen, Ricreazione
Campana, Canti orfici
Caproni, Tutte le poesie
Saint-John Perse, Anabasi
Bonnefoy, Quel che fu senza luce / Inizio e fine della neve
Bonnefoy, Movimento e immobilità di Douve
Holderlin, Le liriche
Marlowe, Il dottor Faustus
Goethe, Faust
Whitman, Foglie d'erba
Derek Walcott, Omeros
Derek Walcott, Mappa del Nuovo Mondo
Baudelaire, Lo spleen di Parigi
Apollonio Rodio, Le argonautiche
Euripide, Alcesti / Eraclidi

FUMETTI
David Mazzucchelli, Asteryos Polyp
Ho Che Anderson, Young Hoods in Love
Milo Manara, Jolanda De Almaviva
Leila Mazzocchi e Igort, La ballata di Hambone
Jeff Smith, Bone (edizione integrale)
Dave Sims, Chiesa e Stato, vol. 1

lunedì 2 gennaio 2012

sulla foto di una libreria (1)


Se in questo momento mi girassi di 180 gradi, vedrei esattamente quel che vedete voi nella foto qui sopra. Una grande libreria che occupa tutta la parete dello studio.
Dato che non si è ossessivo-compulsivi per nulla, specifico anche che la libreria è suddivisa secondo un preciso criterio.
I cassetti chiusi contengono penne, quaderni, colori, cartucce di ricambio per la stampante, risme di carta, guide turistiche, cartine stradali, documenti et similia.
La parte a sinistra e quasi tutti i ripiani più bassi sono occupati da materiale di consultazione: libri per la scuola, dizionari, grammatiche, roba per l'università, fotocopie, eccetera eccetera. Sono le parti che qui sotto vi evidenzio in rosso.


Sparsi qua e là, sugli scaffali più stretti e lunghi, ci sono cd , perlopiù di jazz:

Il resto della libreria è diviso per generi, come vedete qui in basso: saggistica varia (in verde), saggistica musicale (in blu), narrativa (in fucsia), poesia (in arancione) e una piccola scaffalatura (in celeste) dove lascio i libri che ho cominciato, interrotto e che conto di riprendere a breve.


Ovviamente, se vi racconto tutto ciò, c'è un motivo.
Però ve lo dico domani.

domenica 1 gennaio 2012

il catalogo è questo - edizione 2011


Puntuale come un laccio spezzato quando hai fretta, o come la sveglia mentre sei nel mezzo di un bel sogno, ecco che torna il mio elenco dei libri letti nell'anno appena concluso.
E, come sempre, siete liberissimi di non leggerlo, non ve ne vorrò di certo per questo. Quasi tutti sono stati recensiti, a suo tempo, su questo stesso blog (lo so, non c'è una lista di tag, ma potete usare la mascherina in alto a sinistra, dove c'è disegnata una lente d'ingrandimento).


NARRATIVA, AUTOBIOGRAFIE (15 + 1 da finire)

Goffredo Parise, Il ragazzo morto e le comete (cominciato nel 2010)
Elena Ferrante, L'amore molesto
John Dos Passos, Manhattan Transfer (non finito)
Mauro Boselli, Tex Willer. Il romanzo della mia vita
Richard Adams, La collina dei conigli
Nicola e Giorgio Pressburger, Storie dell'Ottavo Distretto
Ippolito Nievo, Le confessioni d'un italiano
J. K. Rowlings, Harry Potter e la pietra filosofale
Enrico Rava, Incontri con musicisti straordinari. La storia del mio jazz
Rocco Scotellaro, L'uva puttanella / Contadini del Sud
Sergio Garufi, Il nome giusto
J. L. Borges, Il manoscritto di Brodie
Franco Arminio, Cartoline dai morti
Leo Ortolani, Due figlie e altri animali feroci
J. K. Rowling, Harry Potter e la Camera dei Segreti
Zola, Nana (da finire)


SAGGISTICA (20 + 1 da finire)

Davide Sparti, Suoni inauditi. L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana (non per intero)
Alessandro Barbero, Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell'Impero Romano (cominciato nel 2010)
Pastoureau, L'orso. Storia di un re decaduto
Vidal-Naquet, Il cacciatore nero
Pastoureau, Medioevo simbolico
Huizinga, L'autunno del Medioevo
Faeti, La freccia di Ulceda. Fumetti e altro
Richard Cook, Blue Note Records. La biografia
Gianni Rodari, Libri d'oggi per ragazzi d'oggi
(a cura di) Michel Foucault, Io, Pierre Rivière avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello... Un caso di parricidio nel XIX secolo
Valerio Magrelli, Che cos'è la poesia
Ashley Kahn, The house that Trane built. La storia della Impulse Records
Eva Cantarella, Passato prossimo. Donne romane da Tacita a Sulpicia
Jerôme Carcopino, La vita quotidiana a Roma
Andrea Giardina (a cura di), L'uomo romano
Fik Meijer, Un giorno al Colosseo. Il mondo dei gladiatori
Flavio Massarutto, Assoli di china. Tra jazz e fumetto
Nicola Gaeta, Una preghiera tra due bicchieri di gin
Franco Bergoglio, Magazzino jazz. Articoli musicali d'occasione
Daniele Barbieri, Il pensiero disegnato. Saggi sulla letteratura a fumetti europea
Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico (da finire)


POESIA (7 + 2 da finire)

Daniele Barbieri, La nostra vita e altro
Antonio Lillo, Viva Catullo
Milo De Angelis, Dove eravamo già stati
Omero, Odissea
Ermann Krumm, Respiro
Walter Cremonte, Respingimenti
Mariangela Gualtieri, Bestia di gioia
Saint-John Perse, Esilio (da finire)
Milo De Angelis, Quell'andarsene nel buio dei cortili (da finire)


ALTRO (3)

Antonio Lillo, Piazza Vittorio Emanuele
Francesco Bearzatti Tinissima Quartet, Suite for Malcolm, con le illustrazioni di F. Chiacchio
Gianni Rodari, Prime fiabe e filastrocche


FUMETTI (formato albi o simili: 40; formato libri: 28)

Tex n. 603-614
Almanacco del West 2011
Texone n. 25: “Verso l'Oregon”
Texone n. 26: “Le iene di Lamont”
Color Tex, “E venne il giorno”
Maxi Tex “L'ora del massacro”
“My name is Tex” (libretto allegato al cd di Graziano Romani)

Dampyr n. 132, 137; Maxi Dampyr 2011
Dylan Dog n. 296
Shanghai Devil, nn. 1-3
Lylith, nn. 6-7
Gigi Simeoni, "Stria"
Tito Faraci / Roberto Diso, "Linea di sangue"
Brad Barron Speciale n. 5 “I guardiani supremi”

Rat-Man nn. 82-87
Nirvana, n. 1

Topolino n. 2908 (17 agosto 2011)
“Topolino & Atomino”, Tesori Disney, n. 11 (“Topolino e la Dimensione Delta”, “Topolino e Bip Bip alle sorgenti mongole”, “Topolino e la collana Chirikawa”, “Topolino e il Bip Bip-15”)
Paperino – Storie di Paperi n. 376 (ottobre 2011)

Hugo Pratt, "Saint-Exupéry. L'ultimo volo"/"Baldwin 622"/"Questa sabbia è anche nostra"
Guido Buzzelli, "Ayesha" / "L'uomo del Bengala"
Alan Moore / Eddie Campbell, "From Hell"
Lorenzo Mattotti, "Da un tempo lontano"
Manuele Fior, "Rosso oltremare"
Massimo Semeraro/Marco Nizzoli, "Fondazione Babele"
Jiro Taniguchi, "Quartieri lontani"
Dave Sims, "Alta società"
Bill Sienkiewicz, "Stray Toasters"
Miller / Sienkiewicz, "Elektra. Assassin"
Gregg / Hermann, "Comanche", vol. 1 e vol. 2
Mattotti & Ambrosi, "L'homme à la fenêtre"
Lino Landolfi, "Don Chisciotte"
François Bourgeon, "Les compagnons du crépuscule 1: Le sortilège du Bois des Brumes"
François Bourgeon, "Les compagnons du crépuscule 2: Les yeux d'étain de la Ville Glauque"
François Bourgeon, "Les compagnons du crépuscule 3: Le dernier chant des Malaterre"
Pratt-Oesterheld, "Sgt. Kirk, vol. III. In terra straniera"
Hugo Pratt, "Corto Maltese. Mū"
Barreiro/Zanotto, "Barbara. Primo ciclo"
Baru, "L'autoroute du soleil", vol. 1-2
Buzzelli, "Annalisa il diavolo e le altre"
Goscinny/Tabary, "Il gran visir Iznogoud"
Tuono Pettinato, "Garibaldi. Resoconto veritiero delle sue valorose imprese, ad uso delle giovini menti"
Enoch/Accardi, "Hit Moll. Una ragazza pericolosa"
Charlier/Giraud, "Geronimo l'Apache"
Oesterheld/Lopez, "L'Eternauta" (versione restaurata)
Guido Buzzelli, "Zasafir"
Paolo Bacilieri, "Durasagra. Venezia über alles"


FILM VISTI (o rivisti) (12)

Robert Bresson, Un condannato a morte è fuggito (DVD)
Arthur Penn, Gangster Story (DVD)
Ed Harris, Appaloosa (non per intero) (TV)
Clint Eastwood, Gran Torino (DVD)
Don Bluth, Brisby e il segreto di Nimh (DVD)
Ferreri, Non toccare la donna bianca (VHS)
Kung Fu Panda 2 (cinema)
Robert Rossen, Lo spaccone (con Paul Newman) (DVD)
Stanley Kubrick, Spartacus (DVD, a scuola - 2 volte)
Elio Petri, La classe operaia va in paradiso (DVD)
R. Stevenson, Pomi d'ottone e manici di scopa (VHS)
Comencini, Pinocchio (dallo sceneggiato TV) (DVD)