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martedì 21 febbraio 2012

i peggiori anni


Ci sono cose che uniscono una generazione. E non sono, che so, i grandi avvenimenti della storia: lo sbarco sulla Luna, la caduta del Muro, il crollo delle Torri. No: sono le cazzate. La minutaglia di trivialità che maciniamo quotidianamente nelle nostre giornate e che costituisce la malta con cui è tenuto insieme il nostro equilibrio psichico.
Faccio qualche esempio, parlando per me e per my generation:
- la colazione con l'Orzoro;
- la sigla di Orzowei;
- i fumetti parlanti di Supergulp!;
- i primi immaginari erotici costruiti con lacerti assemblati fra Edvige Fenech, Gloria Guida, Lamù e le pagine dell'intimo di Postalmarket;
- le calzamaglie di lana che d'inverno prudevano sulle gambe;
- i robottoni giapponesi;
- l'orrenda Italian disco dei primi anni Ottanta;
- gli zaini Invicta;
- i gettoni della SIP;
- i telefilm americani con i neri e le sigle funky (i misconosciuti Standford & Sons, i grandiosi Jefferson, il mieloso Arnold, gli odiosissimi Robinson);
- le cotonature delle Charlie's Angels, i giubbottini di Starsky & Hutch, i pantaloni strizzapalle di C.H.I.P.S., i sigari di George Peppard in A-Team, il vocione suadente di K.I.T.T. in Supercar, i baffoni macho-gay di Magnum P.I.;
- la comicità dozzinale di Hazzard (però Barbara Bach, santi numi...);
- le leggi della fisica sistematicamente stuprate da Holly & Benji;
- We Are The World
, che da sola basterebbe per augurare a Lionel Ritchie la più dolorosa delle dipartite;
- i capolavori misconosciuti come Conan ragazzo del futuro, del grande Miyazaki;
- i pomeriggi di terrore con Bem il nemico del male;
- gli albi di Geppo e di Tirammolla recuperati dalla soffitta dei nonni;
- i pupazzetti steroidizzati di He-Man;
- le nauseabonde Big Babol;
- gli slogan psichedelici della Zigulì ("Zigulì al lampone... e vai in gita col gommone!");
- il gatto di Superclassifica show e il tizio con il capoccione stroboscopico;
- Pac Man
;
- il Sapientino;
- le pallette clic-clac, autentico parto del demonio;
- l'Almanacco del giorno dopo;
- le penne cancellabili Replay;
- i Commodore 64;
- il cubo di Rubik;
- le donne nude nelle pubblicità Saratoga;
- Cuore con Johnny Dorelli e Pinocchio con Nino Manfredi;
- i retro di copertina di Topolino, con quelle pubblicità assurde: scimmie marine, occhiali a raggi X, macchinine Bburago (mai capito il perché delle due b).
Insomma, tutte quelle buone cose di pessimo gusto. Che qualcuno rimpiange, carlocontianamente, senza pudore, e qualcun altro invece disseppellisce con necrofila perfidia.
Uno dei più divertenti, in quest'ultima categoria, si chiama Doctor Manhattan (il nick non ve lo spiego: se siete nerd fumettistici, lo capite, sennò cavoli vostri).
Un post del suo blog lo trovate, per esempio, qui. Io ci ho riso per una serata intera.

venerdì 21 gennaio 2011

un brano d'attualità


http://www.youtube.com/watch?v=fXPLZ9wpimA


Mi piaccion le sbarbine
Mi piaccion le sbarbine
Mi piaccion le sbarbine

Non posso farci niente
(mi piaccion le sbarbine)
Mi sento un deficiente
(yeah yeah yeah)
Lo so che non conviene
(mi piaccion le sbarbine)
Ma poi chi si trattiene
(mi piaccion le sbarbine)

Quelle alte un metro e ottanta
(yeah yeah yeah)
Quelle basse uno e cinquanta
(mi piaccion le sbarbine)
Non esiste divisione
(no no no)
Quel che conta è il calore
(mi piaccion le sbarbine)

Le sbarbine sono bionde
Le sbarbine sono more
Le sbarbine sono tante
Le sbarbine in amore

Mi piaccion le sbarbine
(yeah yeah yeah)
Anche se mi fan soffire
(mi piaccion le sbarbine)
Non ci ho mai niente da dire
(mi piaccion le sbarbine)
Quel che voglio è solo amore
(yeah yeah yeah)

Sono un tipo senza storia
(mi piaccion le sbarbine)
Mi han fregato la memoria
(mi piaccion le sbarbine)
Ma l'amore di una sbarba
(yeah yeah yeah)
Mi fa andare giù di testa
(mi piaccion le sbarbine)

Le sbarbine sono bionde
Le sbarbine sono more
Le sbarbine sono tante
Le sbarbine in amore

Le sbarbine sono carine
(mi piaccion le sbarbine)
Le sbarbine ci hanno gli occhi
(yeah yeah yeah)
Le sbarbine con i tacchi
(mi piaccion le sbarbine)
Che mi mandano nei matti
(mi piaccion le sbarbine)

Mi piaccion le sbarbine
(yeah yeah yes)
Lo so che non conviene
(no no no)
Mi piaccion le sbarbine
(mi piaccion le sbarbine)
Io voglio starci insieme
(mi piaccion le sbarbine)

Le sbarbine sono bionde
Le sbarbine sono more
Le sbarbine sono tante
Le sbarbine in amore

Yes....

mercoledì 29 dicembre 2010

recensioni in pillole 84 - "Settanta"

Marco Belpoliti, Settanta, Einaudi 2001 (302 pp., € 16,53)

Mi interessano gli anni Settanta. Forse perché li sento come un punto liminale, nel quale vanno a esaurirsi molte cose iniziate nei due decenni precedenti, per lasciar posto – purtroppo – a molte altre che oggi ci circondano. O, come scrive Belpoliti, “negli anni Ottanta il Novecento si chiude, con vent'anni di anticipo”.
Questo libro lo comprai quando uscì. Mi ero da poco laureato (madonna, già dieci anni sono passati) e ancora pensavo che il mio futuro sarebbe stata la critica letteraria (poi ho cambiato strada, per fortuna mia e della critica).
Marco Belpoliti (uno dei pochi critici che oggi valga la pena di leggere) racconta sette storie sugli anni Settanta (e dico “storie” perché la sottotraccia narrativa scorre parallela, se non preponderante, a quella critica): le voci degli intellettuali – Sciascia, Fortini, Arbasino, Calvino, Eco, Elsa Morante – che riflettono sulla prigionia e la morte di Aldo Moro (Il caso Moro); le traiettorie simili e insieme distanti di Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini (La fine dell'Arcadia cristiana); l'interesse antropologico nel tardo Calvino (La decapitazione dei capi); una rivista progettata da Calvino con Gianni Celati e mai uscita (Nella grotta di Alì Babà); le insospettabili convergenze tra Calvino e Giorgio Manganelli (La retta e il tapiro); una lettura parallela di “Palomar” e dei “Sillabari” di Parise (La pietra e il cuore); la controcultura bolognese ricostruita attraverso gli studi di Piero Camporesi, Gianni Celati, Carlo Ginzburg e Giuliano Scabia sulle culture subalterne (Carnevale a Bologna).
Non un ritratto esaustivo degli anni Settanta, ma piuttosto sette possibili sguardi, nei quali ritornano spesso gli stessi personaggi. E soprattutto ritorna un tema: quello dell'intellettuale che, uscito già piuttosto malconcio dal decennio precedente, si trova davanti a una realtà che rifiuta di comporsi in ordini, categorie e ideologie.
E che, forse, ha smesso per sempre di farlo.


P.S.: questa che ho letto io è la prima edizione. Apprendo dal sito dell'Einaudi che ne è uscita quest'anno un'altra, ampliata (e ovviamente più costosa), che è quella di cui allego la copertina.

mercoledì 3 marzo 2010

che tempi

Tutti, prima o poi, si sono chiesti che cosa succedeva nel mondo mentre nascevano. Beh, io sono nato il 3 marzo 1975, esattamente 35 anni fa (ebbene sì, sono arrivato al dantesco mezzo del cammin di nostra vita).

Il 6 gennaio di quell'anno, Dori Ghezzi e Wess vincono “Canzonissima” con l'atroce Un corpo e un'anima. Il 24 gennaio il terrorista di estrema destra Mario Tutti uccide due agenti di polizia durante una perquisizione e si dà alla latitanza. Quella stessa sera, a Colonia, Keith Jarrett esegue il concerto che poi sarebbe diventato il celeberrimo “Köln Concert”.

L'11 febbraio Margaret Tatcher diventa leader dei Tories. Il 18 Renato Curcio, leader delle BR, evade dal carcere di Casale Monferrato. Quello stesso giorno, per la prima volta una sentenza della Corte di Cassazione riconosce la legittimità dell'aborto terapeutico. Il 27, durante scontri tra militanti di destra e sinistra in occasione del processo per il “rogo di Primavalle”, viene ucciso Mikis Mantakas, militante missino.

Il 4 marzo Charlie Chaplin diventa baronetto, l'8 marzo la maggiore età viene abbassata da ventuno a diciotto anni, il 13 un militante di estrema destra di nome Sergio Ramelli viene aggredito sotto casa e picchiato a morte, a colpi di chiave inglese, da militanti di estrema sinistra. Il 30 marzo è Pasqua.

Il 9 aprile Fellini vince il suo quarto Oscar per “Amarcord”. L'11 aprile, con la legge 103/75, viene istituita la commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, nasce la terza rete televisiva pubblica e vengono autorizzate le reti private via cavo su base locale. Il 13 scoppia la guerra in Libano. Il 16 Claudio Varalli, studente diciassettenne, aderente al Movimento Lavoratori per il Socialismo, viene ucciso a colpi di pistola da un neofascista di nome Antonio Braggion. Il giorno seguente, durante una manifestazione di protesta, un militante di sinistra di nome Giannino Zibecchi muore travolto da un camion dei carabinieri. Pol Pot prende il potere in Cambogia e dà inizio a uno dei più terrificanti genocidi della storia. Il 30 aprile gli americani abbandonano il Vietnam e i vietcong entrano vittoriosi a Saigon, ribattezzata Ho Chi Minh.

Il 10 maggio Niki Lauda vince il Gran Premio di Montecarlo alla guida di una Ferrari. Il 19 maggio, la legge 151/75 riforma il diritto di famiglia (parità giuridica fra coniugi, patria potestà a entrambi i genitori, eliminazione dell'istituto della dote, riconoscimento giuridico dei figli nati fuori dal matrimonio, introduzione della comunione dei beni). Il 22 maggio, la “Legge Reale” aumenta i poteri alla polizia per la lotta al terrorismo. Il 25 maggio cinque fascisti aggrediscono una coppia di studenti di sinistra: lui, Alberto Brasili, è ucciso a coltellate, lei, Lucia Corna, ferita. Il 29 maggio si tiene al Parco Lambro di Milano il quinto Festival del proletariato giovanile organizzato dalla rivista “Re Nudo”. Primo volo del Concorde.

Il 5 giugno Margherita Cagol, compagna di Renato Curcio, viene uccisa in uno scontro con la polizia. Il 13 giugno è assassinato a Reggio Emilia Alceste Campanile, attivista di Lotta Continua. Le amministrative del 15-16 giugno segnano una forte avanzata del PCI, che conquista cinque regioni (Emilia, Toscana, Umbria, Piemonte e Liguria) e le prime cinque città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino e Genova). Il 24 giugno cessa ufficialmente il dominio coloniale portoghese in Mozambico. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, dopo un concerto a Dallas, muore a 28 anni, per un'overdose di eroina e alcool, Tim Buckley.

Il 1° luglio Cassius Clay difende la corona dei pesi massimi contro il britannico Joe Bugner. Il 2 luglio Marco Pannella fuma hashish durante una conferenza stampa e viene arrestato. Il 4 luglio Tommaso Landolfi vince il Premio Strega con il libro “A caso”. Il 17 luglio la navicella sovietica Sojuz aggancia a 220 km di quota l'americana Apollo. Il 19 luglio viene inaugurato Gardaland. Il 16 luglio, durante il consiglio nazionale DC, Moro sostiene l'alleanza con la Sinistra e Benigno Zaccagnini succede ad Amintore Fanfani come segretario.

Il 4 agosto la Fiat produce l'ultima 500.

Il 30 settembre, in una villa del Circeo, tre giovani neofascisti di nome Angelo Izzo, Giovanni Guida e Andrea Ghira rapiscono e seviziano Maria Rosaria Lopez (19 anni) e Donatella Colasanti (17 anni). La prima verrà uccisa, la seconda scamperà al massacro e riuscirà a chiamare soccorsi.

Il 1° ottobre, a Manila, Cassius Clay sconfigge Joe Frazier. Il 9 ottobre Andrei Sakharov riceve il Nobel per la pace. Il 15 ottobre inizia le trasmissioni Radio Popolare: nascono le “radio libere”. Liz Taylor risposa Richard Burton, dal quale aveva divorziato nel 1973. Il 16 ottobre Renato Dulbecco riceve il Nobel per la medicina. Il 29 ottobre è ucciso il militante dell'MSI Mario Zicchieri.

Il 1° novembre i Ramones pubblicano il loro primo singolo, Blitzkrieg Bop. Il 2 novembre, ad Ostia, viene ucciso Pier Paolo Pasolini. Il 10 novembre il Trattato di Osimo mette fine al contenzioso tra Italia e Jugoslavia per i rispettivi confini di stato. L'11 novembre, la legge 584/1975 proibisce il fumo negli ambienti pubblici. Il 14 novembre, a Vercelli, la diciottenne Doretta Graneris stermina la propria famiglia (genitori, fratello e nonni materni) con la complicità del fidanzato. Il 20 novembre muore Francisco Franco. Il 22 novembre, durante una manifestazione a Roma, il militante di Lotta Continua Piero Bruno, 18 anni, viene ucciso da alcuni colpi d'arma da fuoco esplosi dalle forze dell'ordine. Juan Carlos di Borbone diventa re di Spagna, il paese si avvia verso la democrazia.

Il 10 dicembre Eugenio Montale riceve il premio Nobel per la letteratura. Il 30 dicembre viene introdotta la distinzione tra spacciatore e consumatore di droga e viene enunciato il principio della “modica quantità” per uso personale, non punibile.

Nel 1975 muoiono anche P. G. Wodehouse, Luigi Dallapiccola, Emilio Lussu, Michail Bachtin, Ivo Andric, Aristotele Onassis, T-Bone Walker, Joséphine Baker, Salvatore Satta, Hailé Selassié, Saint-John Perse, Louis Jordan, Harvey Sacks, Umm Kulthum, Rex Stout, Hannah Arendt, Ivo Andric.
Nascono i Sex Pistols, i Blondie, il Giardino dei Semplici, gli Iron Maiden, i Matia Bazar, i Napoli Centrale, gli Skiantos.

Escono "Andare camminare lavorare e altri discorsi" di Piero Ciampi, "Anidride solforosa" di Lucio Dalla, l'omonimo degli ABBA, "Io che non sono l'imperatore" di Edoardo Bennato, "Metal Machine Music" di Lou Reed, "Nighthawks at the Diner" di Tom Waits, "Rimmel" di De Gregori, "Pangaea" di Miles Davis, "Tale Spinnin" dei Weather Report, "Death and the Flower" di Keith Jarrett, "Are(A)zione" degli Area, "Vol. 8" di De Andre (e De Gregori), "La valle dei templi" dei Perigeo, "Lilly" di Antonello Venditti, "Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy" di Elton John, "The Hissing of Summer Lawns" di Joni Mitchell, "Bright Size Life" di Pat Metheny, "The Pilgrim and the Star" di Enrico Rava.

Al cinema ci sono "Adele H" di Truffaut, "Amici miei", "Amore e guerra" di Woody Allen, "Barry Lyndon" di Kubrick, "Profondo rosso" di Dario Argento, "Professione reporter" di Antonioni, "Qualcuno volò sul nido del cuculo", "Quel pomeriggio di un giorno da cani", "Dersu Uzala" di Kurosawa, "The Rocky Horror Picture Show", "Lo squalo", "La liceale" (con Gloria Guida), "Tommy" degli Who, "L'esorciccio", "Yuppi Du" di Celentano, "Anna" di Alberto Grifi, il primo "Fantozzi", "The Holy Grail" dei Monty Python, "Vizi privati pubbliche virtù", "Il vento e il leone", "Nel corso del tempo" di Wenders, "L'uomo che volle farsi re", "Yakuza" e "I tre giorni del condor" di Sidney Pollack, "Salò" di Pasolini, "Nashville" di Robert Altman, "Picnick a Hanging Rock" di Peter Weir, "Supervixens" di Russ Meyers, "La bestia" di Borowczyk, "Piedone a Honk Kong" con Bud Spencer.
"Il padrino parte II" vince l'Oscar per film, regia (Coppola), sceneggiatura, scenografia, colonna sonora e attore non protagonista (De Niro).

Il mondo ospita 4 miliardi 68 milioni 109mila esseri umani, fra i quali ovviamente il sottoscritto.

Altri tempi...

giovedì 10 settembre 2009

amarcord musicale - 1


Dedicato a chi ha fra i trenta e i quarant'anni, e ha vissuto la sua infanzia fra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Ci sono memorie comuni a tutta una generazione, e sicuramente la musica è una delle madeleine più potenti. Queste credo siano tra le primissime musiche di ho conservato memoria.

La prima è la colonna sonora scritta da Fiorenzo Carpi per il Pinocchio televisivo, capolavoro di Comencini (altro che i calzoncini tirolesi di Walt Disney o la favoletta pacchiana di Benigni). Tutti i brani sono memorabili, dalla legnosa marcetta di Pinocchio alla struggente canzone di Geppetto ("com'è triste l'uomo solo / che si guarda nello specchio") alla canzone della Fata Turchina ("tre per tre fa soltanto nove"), e così via.
Questo è semplicemente il mio preferito.



La seconda è la sigla d'apertura dell'Almanacco del giorno dopo, bellissimo e rimpiantissimo programma della TV italiana dei bei tempi. Mi suscitava, non so perché, una strana inquietudine, amplificata da quelle figure da lunario rinascimentale accompagnata da quei motti enigmatici. Ho scoperto solo da poco che si trattava di un brano di Guillaume de Machaut, ma l'ho trovato citato come Chanson Balladée, che in effetti non è un titolo, ma il nome generico di un tipo di composizione. Ad ogni modo il brano è stato profondamente riarrangiato. Gli esecutori sono una non altrimenti nota "Orchestra del Chianti".



Ah, e poi c'è un altro pezzo di storia della TV: Quark, con l'aria bachiana cantata dagli Swingle Singers. C'era quando ero piccolissimo, c'è ancora e - presumo - sempre ci sarà. Questa è la prima sigla che ricordo (YouTube la data al 1981).



E infine l'Intervallo, ovvero l'Aria di François Couperin.

sabato 25 luglio 2009

trenta giorni, trent'anni

Okay, era il 1978, in piena disco fever, e si sente (e si vede: guardate i vestiti, per tacere dei capelli...).
Però che ritmo. E che allegria. Come si fa a tener fermi i piedi?
A me piace particolarmente il ragazzo che fa la parte del solista, quello che indossa la t-shirt rossa con la stella. Si chiamava Michael, aveva vent'anni, cantava da quando ne aveva cinque.
E' così carino. E sembra così felice...

giovedì 26 febbraio 2009

new directions

Segnalo questo intenso testo appena uscito su Nazione Indiana.
E' un racconto che parla di jazz, ma anche di molto altro. L'autore è anche autore di uno dei più bei blog jazzistici italiani, Jazz from Italy, che ho già segnalato qualche giorno fa.
Il testo è corredato dagli splendidi disegni di Maurizio Ribichini.

NEW DIRECTIONS - Le stelle del ‘79
di Jazzfromitaly

In effetti non capitava spesso, ma quella volta mia madre si era proprio impuntata.
L’ultima volta che avevano litigato per lo stesso motivo, era all’inizio di quell’anno, alla fine di un freddissimo gennaio, quando mio padre volle andare a Genova per partecipare ad un funerale.
Lui, alla fine, se ne andò sbattendo la porta, infuriato e praticamente cieco alla ragione, ed io ricordo ancora la corsa di mia madre alla finestra, dalla quale anche io mi affacciai, per vedere solamente mio padre salire in macchina di Sergio, lo zio Sergio.
L’altro ricordo è legato al suo rientro, a notte fonda. Mentre mia madre gli scaldava una tazza di latte lui se ne stava seduto al tavolo della cucina, in silenzio.
Quando li raggiunsi, mio padre aveva gli occhi rossi, mi fece sedere sulle sue gambe e mi chiese perché non dormivo.
Io gli dissi che volevo sapere perché era andato lontano, come era questa città e di chi era il funerale.
Lui mi mise addosso il suo maglione grigio e mi disse soltanto che era morto un amico, che avevamo perso un fratello, che avevano ammazzato un compagno.
Mi disse che era stata anche colpa sua, se Guido non c’era più.
Poi aggiunse che non si può restare fermi a guardare, che la vita di un fratello vale quanto la tua.
Questo lo disse due volte, guardandomi negli occhi e chiedendomi se avevo capito.
Io non capii molto, ma ero contento di averlo a casa e nelle sue parole trovai il senso recondito di una grande lezione, un legame indissolubile tra amore e dolore ed una necessaria bellezza nel partecipare alle cose.
(continua su Nazione Indiana)

martedì 17 febbraio 2009

jazz anni '70


Per chi non lo conosce, consiglio caldamente di fare un salto (anche più di uno) sul blog Jazzfromitaly.
Oltre ad essere uno dei più bei blog jazzistici italiani, oltre ad essere scritto da dio, oltre a contenere una quantità di immagini stupende, ci si trovano materiali rarissimi sul jazz italiano, specialmente quello di un periodo ingiustamente negletto: gli anni '70. Non solo recensioni, ma interi dischi disponibili da ascoltare online.
Materiale spesso mai ristampato su cd, che perciò rischia di essere dimenticato, e che invece va assolutamente conosciuto.

venerdì 9 gennaio 2009

1973 in jazz (per Antonio)


Grande annata per il rock, il 1973, scrive giustamente Antonio.
E allora mi sono chiesto che cosa stava succedendo nel frattempo nel jazz.
Intanto, c'era un bel po' di movimento in Europa, e in particolare in casa ECM. In quell'anno Jan Garbarek e Bobo Stenson pubblicavano “Witchi-Tai-To”, una delle pietre miliari del jazz europeo, Dave Holland faceva uscire lo splendido “Conference of the Birds” (disco da isola deserta, non fosse altro che per l'opportunità irripetibile di ascoltare, fianco a fianco, due maestri come Sam Rivers e Anthony Braxton) e di Keith Jarrett vedeva la luce “Solo concerts: Bremen/Lausanne”, uno dei suoi capolavori in piano solo, molto più del battutissimo “Koln Concert” di due anni dopo.
Sulla scena free, la Globe Unity Orchestra, fondata e diretta da Alexander von Schlippenbach, apriva nuove strade per l'improvvisazione radicale con “Live in Wuppertal” (FMP) e Giorgio Gaslini coniugava jazz e impegno civile con “Fabbrica occupata” (P.A.).
In Gran Bretagna, intanto, un manipolo di jazzisti sudafricani in esilio dall'apartheid univa le forze con i migliori musicisti inglesi (Chris McGregor's Brotherhood of Breath, “Travelling Somewhere”, Cuneiform).
In Italia, c'era chi soffriva malinconie negre (Perigeo, “Abbiamo tutti un blues da piangere”, RCA ) e chi cominciava sotto un segno provocatorio un cammino breve ma folgorante (Area, “Arbeit Macht Frei”, Cramps).
Dall'altra parte dell'oceano, l'Art Ensemble of Chicago intonava canti di battaglia con “Fanfare for the Warriors” (Koch), Sun Ra ribadiva che il suo posto non era su questo pianeta (“Space Is The Place”, Blue Thumb), Herbie Hancock dirigeva la bussola in un punto imprecisato tra l'Africa e il jazz con “Sextant” (Columbia) e subito dopo andava a caccia di trofei con le armi funk elettrificate degli “Headhunters” (Columbia). John McLaughlin faceva levare in un volo fiammeggiante la sua Mahavishnu Orchestra (“Birds of Fire”, Columbia), i Return To Forever di Chick Corea abbandonavano le soavi tinte brasiliane dei dischi precedenti per innalzare un fragoroso inno cosmico (“Hymn of the Seventh Galaxy”, Polydor), Gato Barbieri immergeva il jazz in un brodo primordiale panamericano (“Chapter One: Latin America”, Impulse!).
C'era voglia di sperimentare, ricerca costante del nuovo, assoluta indifferenza verso tutte le barriere tra generi e stili. Averne oggi, di musicisti così.
Sul jazz anni '70 sono in arrivo aggiornamenti. Stay tuned.