Ci sono cose che uniscono una generazione. E non sono, che so, i grandi avvenimenti della storia: lo sbarco sulla Luna, la caduta del Muro, il crollo delle Torri. No: sono le cazzate. La minutaglia di trivialità che maciniamo quotidianamente nelle nostre giornate e che costituisce la malta con cui è tenuto insieme il nostro equilibrio psichico.
Faccio qualche esempio, parlando per me e per my generation:
- la colazione con l'Orzoro;
- la sigla di Orzowei;
- i fumetti parlanti di Supergulp!;
- i primi immaginari erotici costruiti con lacerti assemblati fra Edvige Fenech, Gloria Guida, Lamù e le pagine dell'intimo di Postalmarket;
- le calzamaglie di lana che d'inverno prudevano sulle gambe;
- i robottoni giapponesi;
- l'orrenda Italian disco dei primi anni Ottanta;
- gli zaini Invicta;
- i gettoni della SIP;
- i telefilm americani con i neri e le sigle funky (i misconosciuti Standford & Sons, i grandiosi Jefferson, il mieloso Arnold, gli odiosissimi Robinson);
- le cotonature delle Charlie's Angels, i giubbottini di Starsky & Hutch, i pantaloni strizzapalle di C.H.I.P.S., i sigari di George Peppard in A-Team, il vocione suadente di K.I.T.T. in Supercar, i baffoni macho-gay di Magnum P.I.;
- la comicità dozzinale di Hazzard (però Barbara Bach, santi numi...);
- le leggi della fisica sistematicamente stuprate da Holly & Benji;
- We Are The World, che da sola basterebbe per augurare a Lionel Ritchie la più dolorosa delle dipartite;
- i capolavori misconosciuti come Conan ragazzo del futuro, del grande Miyazaki;
- i pomeriggi di terrore con Bem il nemico del male;
- gli albi di Geppo e di Tirammolla recuperati dalla soffitta dei nonni;
- i pupazzetti steroidizzati di He-Man;
- le nauseabonde Big Babol;
- gli slogan psichedelici della Zigulì ("Zigulì al lampone... e vai in gita col gommone!");
- il gatto di Superclassifica show e il tizio con il capoccione stroboscopico;
- Pac Man;
- il Sapientino;
- le pallette clic-clac, autentico parto del demonio;
- l'Almanacco del giorno dopo;
- le penne cancellabili Replay;
- i Commodore 64;
- il cubo di Rubik;
- le donne nude nelle pubblicità Saratoga;
- Cuore con Johnny Dorelli e Pinocchio con Nino Manfredi;
- i retro di copertina di Topolino, con quelle pubblicità assurde: scimmie marine, occhiali a raggi X, macchinine Bburago (mai capito il perché delle due b).
Insomma, tutte quelle buone cose di pessimo gusto. Che qualcuno rimpiange, carlocontianamente, senza pudore, e qualcun altro invece disseppellisce con necrofila perfidia.
Uno dei più divertenti, in quest'ultima categoria, si chiama Doctor Manhattan (il nick non ve lo spiego: se siete nerd fumettistici, lo capite, sennò cavoli vostri).
Un post del suo blog lo trovate, per esempio, qui. Io ci ho riso per una serata intera.
Faccio qualche esempio, parlando per me e per my generation:
- la colazione con l'Orzoro;
- la sigla di Orzowei;
- i fumetti parlanti di Supergulp!;
- i primi immaginari erotici costruiti con lacerti assemblati fra Edvige Fenech, Gloria Guida, Lamù e le pagine dell'intimo di Postalmarket;
- le calzamaglie di lana che d'inverno prudevano sulle gambe;
- i robottoni giapponesi;
- l'orrenda Italian disco dei primi anni Ottanta;
- gli zaini Invicta;
- i gettoni della SIP;
- i telefilm americani con i neri e le sigle funky (i misconosciuti Standford & Sons, i grandiosi Jefferson, il mieloso Arnold, gli odiosissimi Robinson);
- le cotonature delle Charlie's Angels, i giubbottini di Starsky & Hutch, i pantaloni strizzapalle di C.H.I.P.S., i sigari di George Peppard in A-Team, il vocione suadente di K.I.T.T. in Supercar, i baffoni macho-gay di Magnum P.I.;
- la comicità dozzinale di Hazzard (però Barbara Bach, santi numi...);
- le leggi della fisica sistematicamente stuprate da Holly & Benji;
- We Are The World, che da sola basterebbe per augurare a Lionel Ritchie la più dolorosa delle dipartite;
- i capolavori misconosciuti come Conan ragazzo del futuro, del grande Miyazaki;
- i pomeriggi di terrore con Bem il nemico del male;
- gli albi di Geppo e di Tirammolla recuperati dalla soffitta dei nonni;
- i pupazzetti steroidizzati di He-Man;
- le nauseabonde Big Babol;
- gli slogan psichedelici della Zigulì ("Zigulì al lampone... e vai in gita col gommone!");
- il gatto di Superclassifica show e il tizio con il capoccione stroboscopico;
- Pac Man;
- il Sapientino;
- le pallette clic-clac, autentico parto del demonio;
- l'Almanacco del giorno dopo;
- le penne cancellabili Replay;
- i Commodore 64;
- il cubo di Rubik;
- le donne nude nelle pubblicità Saratoga;
- Cuore con Johnny Dorelli e Pinocchio con Nino Manfredi;
- i retro di copertina di Topolino, con quelle pubblicità assurde: scimmie marine, occhiali a raggi X, macchinine Bburago (mai capito il perché delle due b).
Insomma, tutte quelle buone cose di pessimo gusto. Che qualcuno rimpiange, carlocontianamente, senza pudore, e qualcun altro invece disseppellisce con necrofila perfidia.
Uno dei più divertenti, in quest'ultima categoria, si chiama Doctor Manhattan (il nick non ve lo spiego: se siete nerd fumettistici, lo capite, sennò cavoli vostri).
Un post del suo blog lo trovate, per esempio, qui. Io ci ho riso per una serata intera.
5 commenti:
Cos'è Sergio la settimana internazionale "continuiamo così facciamoci del male"?
http://www.youtube.com/watch?v=6w73qxCtPNk&feature=fvst
direi che ci sta bene... :)
i gettoni della SIP rendono dinosauri tutti coloro che li hanno usati
La mia generazione è Facebook, iPod e altre mille diavolerie elettroniche... Ne avrei preferita un'altra.
Io sono nata alla fine degli anni '80, ma molte di queste cose me le ricordo perfettamente e con grande tenerezza :-)
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