Carl Woideck, Charlie Parker. Vita e musica, EDT 2009 (308 pp., 20 €)Mai amato molto le biografie. Ho sempre pensato che di un artista si debba conoscere l'opera, o tutt'al più quel che della vita traspare nell'opera, e che il resto sia voyeurismo fine a se stesso. Rischio tanto più grande quando – come nel caso di Charlie Parker, e di tanti altri jazzisti – la personalità dell'uomo è davvero
larger than life, tanto da strabordare e sommergere la figura dell'artista.
Per questo ho provato un gran sollievo nel vedere che la parte strettamente biografica di questo libro – uscito in inglese nel 1996 e tradotto l'anno scorso a cura della Fondazione Siena Jazz – si limita al primo capitolo, una sessantina di pagine nelle quali Woideck traccia un sintetico schizzo della vita di Parker, correggendo molti dettagli errati e, soprattutto, evitando di porre eccessiva enfasi sugli aspetti più frusti e pittoreschi del personaggio (la tossicodipendenza, l'acoolismo, le intemperanze con il cibo e con le donne, gli arresti, i ricoveri, eccetera eccetera eccetera).
Il resto del libro consiste in una dettagliata analisi della sua produzione musicale, partendo dal periodo di apprendistato, negli anni Trenta, e proseguendo con le prime testimonianze registrate della sua musica, con la nascita del bebop, la fama e infine il declino e la morte prematura, a soli trentaquattro anni.
Analisi, va detto, abbastanza tecnica (abbastanza, intendo, da richiedere competenze musicali almeno elementari per essere seguita appieno) e corredata da accurate trascrizioni. Woideck disegna la parabola artistica di Charlie Parker, ne individua tendenze e sviluppi e arriva ad ipotizzare le possibili prosecuzioni di una carriera artistica stroncata fin troppo presto.
A mia notizia, la migliore trattazione complessiva della musica di Parker presente sul mercato, almeno su quello italiano.
http://www.youtube.com/watch?v=4rMiD8UUcd0