Lunedì 4 gosto
Decimo giorno. O
forse potrei dire: meno cinque. Ma, come cantavano i Monty Python,
“always look on the sunny side of life”.
H sognato che
dovevo registrare un disco. Dal vivo, con John Lee Hooker. Suonando
la chitarra, e anche una specie di strano salterio.
Che vorrà dire?
Ruolino mattutino.
Verso le sei e trenta, il papà apre gli occhi spontaneamente, senza
bisogno di sveglia. Un'oretta dopo, suona quella della mamma; in quel
preciso momento, Lorenzo salta subito giù dal letto e si precipita
fuori a giocare. Elena invece rimane a letto e c'è bisogno di un
lungo e complicato rituale perché, dopo un'altra oretta abbondante,
apra finalmente gli occhi.
Gli altri anni
avevo l'abitudine di fare una passeggiatina rinfrancante alla
spiaggia, la mattina presto. Quest'anno, fra il maltempo e il fatto
che ho da scrivere e studiare, non c'ero ancora riuscito. Oggi ce
l'ho fatta.
Eravamo io, un
venditore africano che andava chissà dove e una signora straniera
dai capelli candidi che passeggiava sulla battigia. Dei gabbiani
c'erano solo le impronte, a file e a cerchi. Alcune rondini
disegnavano traiettorie imprevedibili, illuminate a lampi del primo
sole. Mentre tornavo al bungalow, ho incrociato una ghiandaia che se
ne andava al mare.
Passa il nonno di
Sara, che accompagna dal dottore una nonna sempre più pallida e
pencolante. I bimbi sono rimasti a giocare nel bungalow di fronte, a
portata d'occhio. Accompagneremo noi Sara al mare, poi loro ci
raggiungeranno.
Quando, dieci
minuti dopo, vado a dare un'occhiata, trovo i bimbi affacciati alla
finestra, allarmatissimi. Sara ha chiuso dall'interno e nessuno sa
più riaprire. Lorenzo ha quasi i lacrimoni. Li prelevo dalla
finestra e ci avviamo alla spiaggia.
Nuoto fino alle
boe e ritorno, una cinquantina di metri in tutto.
“Bravo,
papone!”, mi grida Sara al ritorno.
Lorenzo è stanco,
lo prendo il braccio e gli racconto la favola del pesciolino d'oro.
Sara smette di giocare e me ne chiede un'altra, con la sua vocina
fessa da folletto. Racconto “L'usignolo dell'imperatore”. Me ne
chiede un'altra ancora. Riesco a sviarla annunciando che è l'ora del
bagno.
Come ogni sera,
mentre ceniamo, la testina di Sara si sporge da dietro l'angolo per
controllare che abbiamo finito.
Non sarebbe tanto
il fatto che Lorenzo si addormenta durante lo spettacolino serale.
Quello, pazienza. Il problema è riportare una ventina di chili di
peso morto fino al bungalow. Le mie vertebre lombari ringraziano.
(qui tutte le puntate)
3 commenti:
i bicipiti però si rinvigoriscono :D
ma come Sergio una favola inventata lì per lì non ci stava?
non so inventare le favole. anzi, non so inventare le storie. non ho l'istinto del narratore.
quando sei in difficoltà fai un fischio ho storie di galline, gatti, topi e bambini per tutte le stagioni, l'importante è che non mi chiedano di raccontarle nuovamente il giorno dopo :D
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