Una poesia del poeta rumeno-francese Gherasim Luca (1913-1994).
La riprendo da qui (dove si può anche leggere l’originale e ascoltare la voce dell'autore che la recita).
Il suo corpo leggero
è la fine del mondo?
È un errore
è una delizia che scivola
tra le mie labbra
vicino al ghiaccio
ma l’altro pensava:
non è che una colomba che respira
comunque sia
là dove io sono
avviene qualcosa
in una posizione delimitata dalla tempesta
Vicino al ghiaccio è un errore
là dove io sono non è che una colomba
ma l’altro pensava:
avviene qualcosa
in una posizione delimitata
scivolando tra le mie labbra
è la fine del mondo?
È una delizia comunque sia
il suo corpo leggero respira con la tempesta
In una posizione delimitata
vicino al ghiaccio che respira
il suo corpo leggero che scivola tra le mie labbra
è la fine del mondo?
ma l’altro pensava: è una delizia
avviene qualcosa comunque sia
per la tempesta è soltanto una colomba
là dove io sono è un errore
È la fine del mondo che respira
il suo corpo leggero? ma l’altro pensava:
là dove io sono vicino al ghiaccio
è una delizia in una posizione delimitata
comunque sia è un errore
avviene qualcosa per la tempesta
non è che una colomba
che scivola fra le mie labbra
Non è che una colomba
in una posizione delimitata
là dove io sono con la tempesta
ma l’altro pensava:
chi respira vicino al ghiaccio?
è la fine del mondo?
comunque sia è una delizia
avviene qualcosa
è un errore
che scivola fra le mie labbra
il suo corpo leggero
da La Fin Du Monde, in “Paralipomènes”, Paris, 1969
[traduzione di orsola puecher]
[traduzione di orsola puecher]
Un altro testo dello stesso autore si può leggere qui.
Gherasim Luca nasce a Bucarest nel 1913, da una famiglia ebrea liberale. Scampato al nazismo grazie ad anni di clandestinità, è arrestato dai comunisti nel 1947. La sua unica possibilità di uscire dalla Romania è chiedere un visto per il neonato Israele. Lo ottiene nel 1952. In Israele, per sfuggire alla leva militare obbligatoria, sopravvive alcuni mesi nascosto in una grotta senza mai uscirne – si faceva luce con uno specchio con cui catturava i raggi del sole. Dopodiché riesce a partire per la Francia, dove vivrà da apolide per il resto della sua vita. Verso la fine degli anni Ottanta, una procedura burocratica legata all’assegnazione delle case popolari lo costringe ad assumere la cittadinanza francese. Vedendo in questo gesto una risorgenza delle antiche vessazioni, nonché di comportamenti razzisti ed antisemiti, la notte del 9 febbraio 1994 si getta nella Senna. Nella sua ultima lettera, dice di voler abbandonare “un mondo in cui non c’è più posto per i poeti”.
(biografia redatta da Andrea Raos)
2 commenti:
quell'immagine di occhio,inizialmente mi sembrava tutt'altra cosa....
l'effetto era voluto dal fotografo (Nobuyoshi Araki)
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