La minuscola mente di Lorenzo fa attrito con l'idea della morte.
“Morirò anch'io?”, chiede, “Anche se prego tanto tanto Gesù?”. “Avrò tempo di fare tutte le cose nella mia vita?”. “Che si nasce a fare, se dopo muori?”. E ancora: “Nascerà mai un altro me?”.
Gli risulta impossibile accettare che la sua piccola fiammella di identità possa un giorno spegnersi, arrendersi all'indifferenziato e buio nulla.
Inutile anche spiegargli che tutto muore, anche gli animali e le piante, insomma tutti gli elementi della natura. “Ma noi non facciamo parte della natura!”, obietta.
Per mesi, in un angolo del piccolo parco di fronte alla palestra, è rimasto il cadavere di una tortora. Pian piano se lo sono mangiato le formiche; ora tutto ciò che ne resta è un ciuffo di piume scolorite, ridotte quasi al solo calamo, e qualche osso grigio e semisbriciolato.
“Gesù non ha un corpo?”, insiste. “Ma allora ha solo la testa? Ma se non ha la carne che cos'ha, solo le ossa? È uno spirito? Ma uno spirito, come i fantasmi che ti spaventano la notte?”.
Gli sembra strano, soprattutto, che Gesù esista, ma non si possa vedere. “Ma non c'è neanche un film? Un DVD? Almeno una foto!”
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