Sarà un sintomo certo (ma di cosa?)
ti penso sempre staccata su schianti
di spuma fredda
sempre di spalle poi sempre verso
un indaco di burrasca
e il gesto è quello bloccato appena prima di concedere
la curva dello zigomo. Ti penso per metà
disegnata da un vento angolare
per metà perduta nel panneggio
e anche questo – certo – andrebbe
tenuto in conto però
intanto qui è stagione di frastuono di piccole ferite
quel poco che regge debbo adoperarlo bene
sarà per questo che ti penso dove
non siamo stati
che non aspetto di raggiungerti che come nei sogni la fine
non arriva mai.
5 commenti:
a me questa "stagione di frastuono di piccole ferite" mi ha incantata, la trovo un'immagine nell'immagine bellissima
eh, è che è proprio così, amanda.
tanto frastuono, tante piccole ferite. ci vorrebbe un po' di silenzio.
io lo desidero e lo temo allo stesso tempo
Una gran bella poesia, costruita sul ritmo e la musica, mi piace che non scenda mai effettivamente nel melenso e nel suggestivo dove sempre va nidificandosi tantissima poesia d'ogni sempre, ma soprattutto di questi nostri annetti dove tutti scrivono poesie.
ciao
@dinamo
eh, è proprio quella la sfida: dire "io" senza doversene vergognare.
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