domenica 26 luglio 2009

diario d'estate 6 - partenze



Giovedì 9 luglio
Da solo, alle otto del mattino, esco a passeggiare. C'è la bassa marea, la laguna è chiazzata di secche, le barche ormeggiate pendono oblique. La spiaggia è deserta, tranne un signore dai capelli bianchi che fa jogging. Un grosso granchio si prende il primo sole.
Cammino a torso nudo, con il sole sulle spalle e la brezza sul petto.
Sotto i piedi si incolla un denso fango salmastro.

Le nove e trenta. D. e la bambina dormono ancora, io sto facendo colazione. Nel giro di pochi minuti il cielo si oscura, due o tre cornacchie si posano strepitando su un pino marittimo. Scoppia il solito acquazzone.
Una ventata fa volare via la plastica che copriva l'automobile. Corro a recuperarla, in pigiama sotto la pioggia.

A mezzogiorno c'è di nuovo il sole. Rimane una bava di vento fresco che si infila tra i bungalow.


Venerdì 10 luglio
Solito temporale mattutino, solita schiarita in tarda mattinata.
E' il compleanno di D. Vengono a trovarci da Verona la cognata e le due cuginette: due, ma fanno casino per otto. La bimba un po' ci gioca, un po' rimane in disparte, a osservarle con la solita aria filosofica, stringendo le due bambole preferite (la Bimba e la Bau) sotto le ascelle, come due baguette.

Finito di leggere Le età del jazz. I contemporanei.

"Egocentrico" è un modo educato per dire stronzo.


Sabato 11 luglio
Sette del mattino. Ultima occhiata al mare.
Bassa marea; la laguna è di due colori: celeste cielo sull'acqua bassa, liscia come uno specchio, azzurro cupo dove è più profonda, increspata dal vento.
Un airone cammina a pelo d'acqua con passi circospetti, fermandosi di tanto in tanto per guardarsi intorno. Mi sposto sul bungalow di fronte per osservarlo meglio, magari fotografarlo.
Il bungalow è disabitato, la veranda è cosparsa di aghi di pino secchi e bacche marce. C'è un mucchietto di piume e interiora coperte di formiche, e poco più in là un grumo di penne da cui spuntano le zampe.

Fila in autostrada. Affianco una station-wagon tedesca con il volante foderato di pelliccia. Non credevo ce ne fossero ancora.

Una fettina di speck lasciata a cuocersi sull'asfalto di un parcheggio.

Accanto a me, in fila al bar dell'autogrill, un tizio palestrato esibisce, tutto intorno al bicipite sinistro, un tatuaggio che raffigura una fila di uomini incappucciati che brandiscono spranghe, sormontati da simboli runici.

Nel punto in cui l'A1 valica l'Appennino, tra Bologna e Firenze, all'altezza di Sassomarconi, vive una colonia di corvi la cui attività principale pare quella di starsene appollaiati a bordo strada per guardar passare le automobili.

A Roncobilaccio, sospeso su rupi impellicciate di boschi, un cielo drammatico, tutto nubi nere sconvolte e sfilacciate, ci rovescia addosso a intermittenza secchiate di pioggia.

5 commenti:

ghzk ha detto...

"Cronaca di una pioggia annunciata" ?

i corvi a bordo strada aspettano il passaggio dei camions. in quei momenti (a causa delle vibrazioni) dalle fessure sul bordo della strada fuoriesce il loro pasto. una volta al nord ho visto dei rari rapaci appoggiati sul guardrail ad osservare l'autostrada. a detta di mia cugina ornitologo aspettavano i TIR: a loro passaggio da sotto l'asfalto i topi scappano da tutte le parti .
mi domando se gli uccelli, con l'evoluzione, impareranno a cambiare mensa di domenica visto il divieto di transito dei camions ?
e i topi: impareranno mai che l'autostrada è un lunghissimo calderone a sviluppo orizzontale, praticamente ?

la bambina con le bambole a mo' di baguettes è formidabile. è un piccolo sole che illumina il mondo dopo ognuna di queste tempeste.

sergio pasquandrea ha detto...

Questa dei corvi non la sapevo.
Ma tu pensa...

ghzk ha detto...
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ghzk ha detto...
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ghzk ha detto...
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