Il programma di UJ 2009 è stato presentato proprio stamattina ed è già disponibile in pdf sul
sito del festival. In effetti gli eventi principali erano già stati annunciati da tempo e si è trattato solo di definire date, luoghi ed eventi secondari.
Che dire?
Ormai sono anni che non c'è più bisogno di essere Nostradamus per azzeccare al 90-95% i programmi di UJ: un tot di eventi pop/blues/rock/r'n'b in prima serata al Santa Giuliana, un tot di eventi per "puristi" nei teatri, qualche italiano di mattina presto, o di pomeriggio, o in seconda-terza serata, e qua e là qualche concerto interessante. Del resto, i programmi dei grossi festival, ormai, sono in buona parte fotocopie l'uno dell'altro.
Business is business, e perché mai UJ dovrebbe fare eccezione?
Chi vuole la sperimentazione, ha sempre i piccoli festival.
Per venire a UJ, il Santa Giuliana è come sempre feudo di artisti di grido (e anche, bisogna ammetterlo, in buona parte di ottimo livello): Paolo Conte, gli Steely Dan, i Simply Red, Maceo Parker, Solomon Burke, Burt Bacharach, George Benson con un tributo a Nat King Cole, James Taylor con una band di bravissimi jazzisti, B. B. King. Un po' di jazz tanto per far figura: un inedito duetto Chick Corea/Stefano Bollani (e ti pareva che non c'era Bollani, e lo dice uno che lo adora) e Wynton Marsalis con la LCJO e Francesco Cafiso (e ti pareva che non c'era Cafiso, che sarà bravo, bravissimo, ma ormai è peggio del prezzemolo).
Ogni sera, sempre al Santa Giuliana, esibizione di Tuck & Patti prima del concerto.
Gli italiani sono sempre i soliti (bravissimi) noti: Sellani, Rava, i Funk Off, Pieranunzi, Gatto, Mirabassi. C'è anche Gino Paoli in un progetto jazz con Danilo Rea, e i Quintorigo in un omaggio a Mingus, di cui ricorre il trentennale della scomparsa.
Giovanni Guidi, giovane fenomeno del jazz italiano (ha 22 anni) si esibirà il 10 con Enrico Rava, il 12 mattina in trio con Ponticelli e Sferra e il 12 sera nella "Cosmic Band" di Petrella.
Tra gli stranieri, Richard Galliano con Gonzalo Rubalcaba, Joe Locke in trio con Dado Moroni e Rosario Giuliani, il sempreverde
Ahmad Jamal, McCoy Tyner con Bill Frisell come ospite speciale, John Scofield che presenta il suo ultimo progetto sul gospel, la Mingus Big Band,
Dave Douglas, il trio di Roy Haines.
Tutti di mattina, pomeriggio o sera tardi.
Però due eventi sono assolutamente da non perdere: venerdì 17 luglio alle 17 al Morlacchi c'è
Cecil Taylor, per la prima volta a Perugia nell'anno del suo ottantesimo compleanno (auguri al genio).
E i sei-giorni-sei in cui UJ darà campo libero ai
musicisti chicagoani dell'AACM, che si esibiranno in due concerti al giorno, uno pomeridiano e uno notturno: saranno ben 21 i musicisti che, sotto la direzione di George Lewis, si alterneranno in progetti ancora top-secret, anche perché probabilmente saranno in buona parte improvvisati sul palco.
Tanto di cappello all'iniziativa.
In più, la solita pletora di esibizioni gratuite nelle piazze, tra le quali però c'è da segnalare almeno una cosa: domenica 19 luglio alle 19, in piazza IV novembre, suoneranno gli
Juakali Drummers, un gruppo di ragazzi keniani. Si tratta di un progetto in collaborazione con l'AMREF, che sta cercando di recuperare, attraverso la musica, i ragazzi di strada, gli orfani di guerra, insomma tutti quei bambini che sarebbero altrimenti destinati a fare da carne da macello per i soliti eterni mali dell'Africa (sfruttamento, schiavitù, guerre civili, malattie, fame, lavoro minorile, eccetera eccetera). Con loro e per loro si esibiranno anche Giovanni Hidalgo e Horacio "El Negro" Hernandez, che hanno accettato di suonare praticamente gratis, apposta per questo progetto.
Di nuovo, tanto di cappello.
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