La direttrice della biblioteca si rivolse all’uomo seduto accanto a lei, che casualmente era Jack Kirby, e gli chiese se pensasse che i fumetti riflettessero la realtà. “No,” rispose Jack, “niente affatto. La trascendono.”
La risposta lasciò perplessa la direttrice. “Se si preoccupassero di rifletterla, forse aiuterebbero le persone a capirla.”
Jack masticò un pezzo di formaggio riservando alla donna una di quelle sue occhiatacce, come doveva avere imparato a fare nei vicoli di Brooklyn o sulla spiaggia di Omaha Beach.
“Signora,” disse, “se lei guarda un riflesso, vede la realtà al contrario. Trascendendo, invece, si ottiene un quadro ben più preciso di com’è veramente la situazione."
"Kirby, King of Comics", di Mark Evanier
4 commenti:
il fumetto mi piace ma sta definizione di kirby la vedo più adatta a certa produzione dell'età dell'oro del fumetto americano (fra la fine dei trenta e i primi settanta, più o meno un trentennio) poi non sono più d'accordo...
e si potrebbe dire la stessa cosa anche per il cinema dell'orrore di quegli anni... c'era tutto il mondo in quei film, tutto!
Infatti credo che Kirby si riferisse proprio a quello, che poi è anche il periodo in cui lui produsse i suoi capolavori.
sai stamattina rileggevo alcuni dei tuoi vecchi post "politici", quelli sul buon vecchio kossiga nello specifico... un pò mi mancano, sai? è da un pò che non se ne legge uno...
Devo essere incazzato sul serio per scrivere quella roba, e siccome sono un tipo calmo mi capita di rado di incazzarmi.
In questo periodo, poi, sono preso da altre cose e non sto seguendo per niente la politica.
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