"Considerare le poesie solo in base alla loro liricità emotiva è riduttivo e sminuente; molto spesso – soprattutto su internet, ma non solo – si affianca ad una totale noncuranza per qualsiasi aspetto formale e stilistico. Non importa che una poesia sia linguisticamente o metricamente regressiva o insignificante: l’importante è che suoni bene (dove spesso il ritmo è valutato in funzione della sua vicinanza a quello delle canzoni pop) e che trasmetta emozioni. L’unico aspetto stilistico che caratterizza questi testi è un altissimo tasso di metaforicità, che però non sfugge mai alla banalità più ritrita e non è mai considerabile un tentativo sperimentale".
Dov'è la poesia? Dove va? E soprattutto, interessa davvero a qualcuno?
Una riflessione di Claudia Crocco, in risposta a Franco Arminio (continua a leggere qui).
8 commenti:
io so solo che internet mi ha permesso di accostarmi a molti più autori e di entrare in libreria con le idee più chiare su cosa mi andava di conoscere e di approfondire
ma ancora si discute "di cosa deve parlare la poesia" ma è possibile?
per il resto, da eterno squattrinato, sono d'accordo con amanda...
e poi a voi due se non c'era internet come vi beccavo?
ci presentava arminio ;)
:) invece è stato Sergio a presentarmi Arminio tra Napoli e Candela dove c'è vento forte e i morti mandano sempre cartoline, pensa
capita a fagiolo questo ricordo di Wilslawa Szymborska, uno dei migliori letti in rete in questi giorni.
@Sergio: bellissimo pezzo
ora mi devi ricordare come si fa un link nei commenti che me lo sono scordato :)
trovi tutte le spiegazioni
qui.
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