Al di là di quel posto buio dove sobbollono
le parole ci dev'essere pure un orizzonte
una linea precisa che separi gli elementi
così come al di là delle risacca ci sono volti
che proprio da quell'orizzonte si affacciano
a sorvegliare il confine di ciò che è umano
è in quel punto preciso che
bisognerebbe piantare i talloni
nell'aria dura aspettare senza un battito
di palpebra tutto il tempo dovuto
mantenere fissa la forma
e liberi i passaggi
ma soprattutto il silenzio la perfetta
immobilità non smetterò mai
di raccomandarle ascolta il brusio
delle tue cellule al lavoro e quando
l'hai ottenuta cancella la simmetria
occupa il minimo spazio.
nell'immagine: Pablo Picasso, "Sulla spiaggia (La baignade)", 1937
2 commenti:
mi piacciono questi versi così geometrici, c'è del bello nell'occupare il minimo spazio: l'idea di infinito aldilà dei propri piccoli confini
il quadro l'ho visto sul tuo blog, ed è partito tutto da lì.
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