Mai avuto una particolare passione per Guccini. Il personaggio mi sta anche simpatico, ma tra i cantautori "classici" è uno di quelli che conosco di meno, e non mi è mai venuta voglia di approfondire. Però, chissà perché, mi è tornata in mente questa, che - per quanto triste - è una di quelle sue che mi piacciono.
http://youtu.be/yeDguzNs0sA
Samantha
(da "Parnassius Guccinii", 1993)
Samantha scende le scale
di un policentro attrezzato comunale:
trent'anni e poi l'appartamento sarà suo,
o meglio, dei suoi genitori
che ogni mese devono strappare il mutuo
da uno stipendio da fame,
ma Milano è tanto grande da impazzire
e il sole incerto becca di sguincio
in questa domenica d'aprile
ogni pietra, ogni portone
e ogni altro ammennicolo urbanistico.
Ma Samantha saltella,
non sa d'avere lunghe gambe da cervo
e il seno, come si dice, in fiore, teso
sopra un corpo ancora acerbo.
E Samantha, Samantha ancora
non sa d'avere un destino da modella,
corre allegra lungo i graffiti osceni delle scale,
quasi donna, quasi bella.
E fuori Milano muore di malinconia,
di sole che tramonta là in periferia,
di auto del ritorno, famiglie, freni e gas di scarico.
Lontano, il centro è quasi un altro mondo,
San Siro un urlo che non cogli a fondo,
ti taglia un senso vago di infinito panico.
Spunta un gasometro dietro a muri neri,
oziosi vagolano i tuoi pensieri,
in aria il cielo è un qualche cosa viola carico.
Andrea è giù nel cortile,
jeans regolari e faccia da vinile,
giacca a vento come Dio comanda
e legata al polso la bandana.
Un piede contro al muro e lì la aspetta
perché vuol parlarle, niente, forse d'amore,
ma non sa che dire,
con le parole quasi lombarde che non sanno uscire
e si accende rabbioso una Marlboro di alibi.
E si guardano di sbieco,
appena un cenno istintivo di saluto,
ma a Samantha batte il cuore da morire
mentre Andrea rimane muto.
E lei ritornerà con le MS per suo padre
steso davanti a qualche canale
e lui mediterà al bar, dietro una birra,
che la vita può far male.
E Milano sembra che sia lì a abbracciarsi
quei due che non sapranno più parlarsi,
solo sfiorarsi in un momento vago e via.
Samantha presto cambierà quartiere
per un destino che non sa vedere
e Andrea diventerà padrone di una pizzeria.
Ed io, burattinaio di parole,
perché mi perdo dietro a un primo sole?
Perché mi prende questa assurda nostalgia?
1 commento:
Guccini usa bene la nostra lingua ed ha il vantaggio che quello che vuol dire è proprio lì, basta ascoltare perchè la dizione è chiara, basta leggere
Posta un commento