Paolo Bacilieri, Durasagra. Venezia über alles, Black Velvet 2006 (95 pp., € 16)
Zeno, Piero e Cristiano sono tre balordi. Tre ragazzi di vita senz'arte né parte, diretti discendenti degli Zanna, Petrilli e Colas di Andrea Pazienza (ma disegnati con l'esuberanza grafica di "Penthotal"). Del resto, il riferimento a Paz e all'estetica frigidairiana è esplicito in almeno in un paio di punti, e implicito un po' dovunque.
"Durasagra" racconta una loro giornata, trascorsa alla deriva (simbolica e fisica) in una Venezia putrescente, circondata da un hinterland di degrado post-industriale, dove i turisti sono presenze fantasmatiche e i monumenti fanno da sfondo ad avventure prive di scopo e di senso: alcool, droga, squallide marchette omosessuali, tentativi di orge, risse, famiglie disastrate.
Bacilieri (all'epoca trentenne: il fumetto è del 1994) accosta, senza alcuna soluzione di continuità, la più estrema sintesi grottesca con insistiti richiami alla pittura manierista, l'immondizia con cieli di luminosità tiepoliana, in una narrazione allucinata e lisergica.
Guido Buzzelli, Zasafir, Hazard Edizioni 1999 (56 pp., € 15,49)
"Avatar"? Bof. Guido Buzzelli ci aveva pensato già trent'anni fa.
O meglio: le creature aliene semibestiali che popolano il pianeta Zarau, dov'è ambientato "Zasafir", sono figlie del "Flash Gordon" raymondiano. Ma perché, voi pensate che quelle cose lì se le sia inventate James Cameron?
Di suo, Buzzelli ci mette la solita enfasi sarcastica, costruendo una space opera che gioca a rimpiattino con tutte le attese del lettore: personaggi che compaiono come protagonisti per poi ridursi a macchiette di secondo piano, svolte narrative che sfumano in sberleffi, personaggi smaccatamente dissonanti con il loro ruolo (quando mai si è vista una storia di fantascienza in cui uno degli eroi si chiama Peppino Cacace?).
Folle? Bien sûr, ma geniale, senza mezzi termini.
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