martedì 25 ottobre 2011

peace and jazz


http://www.youtube.com/watch?v=o1s5CWbYyao

Era in corso la seconda guerra mondiale e tra i musicisti l'atteggiamento prevalente era: "Ahhh, mi hanno richiamato!". Circolavano storie di ogni tipo. Si sentiva dire che giù al Sud i soldati neri non venivano rispettati. Dovevano passare dall'entrata riservata alle persone "di colore" e compagnia bella: e pensare che andavano a morire per la patria. Una cosa terribile ma purtroppo diffusa. Quando un soldato nero tornava al Nord, in licenza, doveva viaggiare in vagoni o pullman segregati.
Io avevo già in mente cosa fare per evitare di essere richiamato. Non ci volevo andare in guerra, ed essendo sempre in viaggio per lavoro pensavo che non mi avrebbero trovato. E invece mi beccarono. Mentre ero a Pittsburgh con Cab [Calloway], nel 1940, mi arrivò la "cartolina", insieme alla posta intestata alla Cab Calloway Band.
Per essere sincero, io sono sempre stato un pacifista. Non ho mai creduto alla necessità che le persone si ammazzino fra loro. Però, una volta ricevuta la cartolina, fui costretto a tornare a New York. Mi dissero di portare vestiti di ricambio per tre giorni. Ricordate la canzone "Bring Enough Clothes for Three Days"?
Io mi portai dietro la tromba, era quello il mio vestito. E quando mi dissero di spogliarmi io obbedii, ma rimasi con la tromba in mano. Fu così che mi presentai dalllo psichiatra, completamente nudo ma con la tromba in un sacchetto di carta. Per loro doveva essere una cosa abbastanza bizzarra.
Mi dissero: "Lo sai che se vieni arruolato nell'esercito dovrai rimanere qui per tre giorni?".
"Lo so benissimo", risposi. "Per questo mi sono portato la tromba".
Mi fecero un sacco di domande idiote. Mi chiesero se facevo uso di droghe. Io ogni tanto una canna me la fumavo. All'epoca se dichiaravi di fumare erba ti guardavano un po' storto, ma il più delle volte ti prendevano lo stesso. Fratelli, era il periodo del "secondo fronte": prendevano pure gli zoppi.
Poi mi fecero un sacco di domande sull'omosessualità.
"E non ci prendere in giro", dissero.
"Non conosco un solo musicista jazz che sia omosessuale", risposi. "Intendo un vero musicista jazz".*
Altre domande, stavolta sulle mie opinioni riguardo la guerra. "Mh, vediamo, allo stato attuale, in questa fase della mia vita, qui negli Stati Uniti d'America, chi è che mi prende a calci nel culo? L'uomo bianco, ecco chi, è lui che mi pianta il suo piedone nel buco del culo, su nel culo fino al ginocchio!", argomentai. "Voi parlate del nemico. Sostenete che il nemico sono i tedeschi. Ma, sempre allo stato attuale, non ricordo di aver incontrato un solo tedesco in tutta la mia vita. Per cui, se mi mettete in prima linea con un fucile in mano e mi dite di sparare al nemico, è capace che creo un caso di 'fuoco amico', non so se mi spiego". Si guardarono interrogativi tra di loro.**
A quel punto cominciarono a essere più cordiali e mi chiesero se avevo mai suonato all'Ovest, con qualche band della costa occidentale.
"Ma che siete rincoglioniti?", risposi. "Sono un musicista di New York. Suoniamo con le orchestre di New York, noialtri. Parliamo di un livello un po' più alto di musicisti. All'Ovest non ci suonerei manco morto".
Alla fine mi classificarono 4F, riformato, perché ero talmente pazzo da non voler combattere in nessun esercito. E certo che no, soprattutto in quel momento. Che cavolo, stavo appena cominciando a godermi la vita.

Dizzy Gillespie, da To be or not to bop. L'autobiografia, minimum fax 2009, pp. 166-168



* Qui Gillespie bara. Musicisti (e musiciste) jazz gay ce ne sono sempre stati, e ce ne sono ancor oggi. Tanto per dire il caso più eclatante: Billy Strayhorn, il grande pianista e arrangiatore che fu per decenni l'alter-ego di Ellington. Poi, citando a memoria, ci sono anche Cecil Taylor, Fred Hersch, Gary Burton, Patricia Barber, Bessie Smith, Sun Ra (forse), Andy Bey, Carmen McRae, per non parlare di molte cantanti blues, sulle quali circolano voci più o meno fondate.
Ma a Dizzy posso perdonare tutto.

** Qui, invece, ho il fondato sospetto che Dizzy stia attribuendo al sé stesso del 1940 le opinioni che aveva all'epoca in cui l'autobiografia uscì, nel 1979 (dubito che, nell'America segregata dei primi anni Quaranta, a un nero fosse concesso di esprimere liberamente opinioni del genere).

2 commenti:

amanda ha detto...

Comunque siano andate le cose è riuscito a farsi riformare: un genio

hzkk ha detto...

che simpatico !

apro il tuo blog e ho sempre qualcosa di divertente da raccontare a ffcc. comodo, eh ?