Qualcuno gettando il fumo contro il freddo
disse: questo è jazz.
Ecco è stato uno di quei momenti.
Poi si trattò solo di guardarsi le dita
placidamente accomodare le vene
interrotte all'altezza dei polsi.
Se mi chiedi i perché non posso che citare
le somiglianze e le confutazioni
(sono io che non sono come te io ho sempre capito
o troppo o troppo poco).
(nell'immagine: un quadro di Dino Valls)
6 commenti:
oddio
cioè?
colpita? impressionata? sgomenta? schifata? scioccata? altro?
ma sei pieno di fuoco dell'ispirazione da un pò di tempo a questa parte o stai tirando fuori le perle dal cassetto?
no, è tutta roba recente.
sì, ultimamente ho scritto parecchio, per una serie di ragioni che sarebbe lungo elencare (non ultimo, il fatto che sto leggendo poesia; e che sono in attesa di cambiamenti, e le situazioni di disequilibrio sono ideali per scrivere; e poi c'è anche un po' di malinconia, che stimola sempre l'ispirazione).
diciamo che tutte queste cose sono in realtà dialoghi con persone con le quali, per una ragione o per un'altra, non posso parlare.
Secondo me con quei due versi iniziali sei andato vicinissimo a quel "toccare il corpo dell'idea" di cui parlava Octavio Paz (qualche post fa). Complimentissimi sergej.
molto impressionata. dall'immaginazione che porta fino all'autolesionismo. da una sensibilità che fa capire troppo che poi non è mai abbastanza ma comunque ci rende alieni
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