Sei venuto per bisogno di questo luogo,
di questo luogo solo, precipizio, porta eretta
al di sopra del levante e del ponente
come passa la barca in un altro mondo,
entra, ti permetto quasi una sosta.
Sei venuto, almeno per una volta, per
essere il maestro della soglia, spingere i piedi della porta
sui suoi cardini che dormono,
sei venuto a disturbare questo sogno, pur sapendo
che ogni soglia è un sogno, e che questo ferro
ne è certo il segno, ma senza promessa,
io permetto alla chiave di entrare nella porta pesante.
Sei venuto per intendere l’eco
dei martelli sotto le volte, ma che già
ti allontana, ti scolora, non percependo
la luce che in sogno, discendendo
con gli occhi riempiti di lacrime verso il cielo
che ti accoglierebbe di terrazza in terrazza
fra i mandorli e le catene chiare,
vedi, ti avrei donato, riprendendola,
una terra natale, e non v’è nient’altro.
Yves Bonnefoy
(trad.it. di Roberta De Francesco: da qui)
La fotografia è di Franco Arminio (dalla sua pagina FaceBook)
4 commenti:
belli versi e foto, grazie
ma Franco Arminio fa di tutto e pure bene :)
Grazie...
Grazie a te, Roberta (e a Bonnefoy)
Sergio nik ero io, per errore con l'account di un collega :)
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