mercoledì 15 giugno 2011

lampi - 145


Un fortissimo bisogno di Ottocento.

10 commenti:

amanda ha detto...

prima o seconda metà?

lazard ha detto...

ma dì anche di Ancien Regime

sergio pasquandrea ha detto...

era una riflesione di tipo letterario. ho bisogno di grandi narrazioni, di frasi belle lunghe, di personaggi a tutto tondo.
pensavo di cominciare a leggere "le confessioni di un italiano".

lazard ha detto...

incredibile sergio, oggi è il giorno delle coincidenze. già è proprio il giorno delle coincidenze.
ecco la terza.
ho finito di leggere Le confessioni di Nievo proprio lunedì.
penso senza troppi peli sulla lingua che quello sia uno dei romanzi più belli della nostra letteratura.
Lo stile di Nievo (che è morto ad appena 30anni) è straordinario, una miscela di registri alti bassi dialettali aulici arcaici regionali... in un impasto eccezionale. Stile invidiabile davvero.
Non mi piace molto la marcia civica, d'impegno che l'opera si propone di esprimere, ma è ben compensata dal genio del Nievo. La prima parte, tutta nel castello di Fratta, è un biggiù.
Se hai tempo, leggilo Sergio, grande romanzo davvero

Ps: penso che a entusiasmo sbollito, con più calma, ci farò anche un post

ciao

Jazz nel pomeriggio ha detto...

penso senza troppi peli sulla lingua che quello sia uno dei romanzi più belli della nostra letteratura.

Anche avendo una lingua villosa, non è che ci sia molto da scegliere nel genere romanzesco, in italiano.

sergio pasquandrea ha detto...

in effetti, marco, abbiamo una letteratura piena di grandissimi poeti, grandissimi prosatori (penso alla prosa di un machiavelli, ad esempio), grandi novellisti, ma sul romanzo abbiamo il fiato corto.

sergio pasquandrea ha detto...

ah, e visto che ci siamo. un altro capolavoro dimenticato: "i vicerè" di de roberto.

lazard ha detto...

Jazz
Col cavolo che non c'è da scegliere!Gli italiani sono degli iperproduttori di romanzi e racconterie. Nievo poi è stato a lungo bistrattato perché morì molto giovane lasciando l'incombenza della pubblicazione del suo capolavoro alla signora Erminia Fuà Fusinato che fece uno scempio editoriale, partendo dal titolo che divenne "Confessioni di un ottuagenario"..., e intaccando lo stile e la lingua in ogni barbara maniera. Solo da poco si possono leggere Le confessioni. Un romanzo che in Italia, per l'Ottocento, si colloca sicuramente, per grandezza, tra Manzoni e Verga, superando di gran lunga i vari Tommaseo, Grossi, Rovani, Bresciani, gli scapigliati Dossi Imbriani Faldella, i Capuana e compagnia bella. Certo, se poi lo mettiamo a confronto dei grandi del primo Novecento, magari scricchiola un po', ma tiene duro, non credere, sicuramente per stile.
ciao

Jazz nel pomeriggio ha detto...

Daniz, su Nievo hai più che ragione; ed è anche vero che di romanzi in italiano ce ne sono, ma per trovarne che possano fare compagnia, per livello letterario, a quello d Nievo, vedi bene che anche tu devi ricorrere a Manzoni e Verga. Già Fogazzaro, che ha avuto e forse ha ancora i suoi agguerriti estimatori, mi fa un po' tristezza.

Anonimo ha detto...

Anche in poesia ci sono autori che amano i versi molto lunghi, come Attilio Bertolucci.
Ma certamente lo conosci...
:-)
Sono Maxdreamer
http://maxdreamer.splinder.com