Io non
voglio essere niente.
La bellezza le circonda la testa
come una casa nel temporale.
Il volto macchiato dall'attesa.
La città li separa
brulica di incoativi.
Lui vorrebbe guardarla dall'alto
come guarda un gatto o un satellite.
Accenna i gesti senza terminarli.
Non so mai
se sto parlando con te
le dice. Quando la guarda è lontana.
Il vento ha levigato la strada.
Nella luce ascolta un grido altissimo.
* * *
Sul pavimento gelato
lascia impronte di tepore.
Qualcosa di enorme brucia sullo schermo.
Lei è nuda fino al pube.
Lui le preme gli occhi sul ventre
come a una cengia si afferra
a quei minuscoli seni.
Per te sono
stata un golfo
tornavi a
uccidere la sete.
Ora l'incendio blocca l'orizzonte.
Lei è solida sul suolo
contro il peso di lui.
Lui sente gonfiarsi la linfa.
* * *
Ora che non c'è
prova a ricordare gli angoli
polso rotula metatarso
ma i vettori si confondono
l'onda d'urto lo dilania.
Le scrive parole a strappi:
I muri
pencolano. I suoni
fanno
attrito. I tuoi seni
premono la stoffa.
Ora che è divelto
vede tutto chiaro e pesante.
La luce dell'alba lo invade
gli incuba sul petto.
* * *
Tutto il mondo intorno è un grande sobbollire. La pignatta della
storia forza il coperchio.
Hanno attraversato lunghi anni di pianura con la foga di bestie senza
sella. Hanno divorato le proprie membra in corsa. Nessuno si fermava
per i caduti.
La guerra era un verde spettacolo di luci all'orizzonte.
Lui la ricorda ridere sotto la pioggia più gelida. Lei lo guarda
rialzarsi con la mascella rotta.
Nessuno aveva visto il tempo
esaurirsi.
Nell'immagine: "Donna che si copre il seno" (disegno mio)
pennarelli, 2000 circa