giovedì 19 agosto 2010

frammento da un lunario


Chiuwechéje

'A vi' ca ce sta a majagne.
Jogge tutte cose
pare ca mmàscechene a vvacande.
Dind'a uandiére i vernecocche
ppìccene a scurìje
ccum'e tanta vernìce.
Ajuste 'u mmalavùrje
ndrune e acquarìje
c'è zzeffunnète 'mbette
na mòrje de penzire fràcete.


Piovìggina // La vedi che c'è, la magagna. / Oggi tutto / pare che mastichi a vuoto. / Nel vassoio le albicocche / accendono la penombra / come tante scintille. / Agosto del malaugurio / tuoni e acquerugiola / si è affondata nel petto / una morchia di pensieri fradici.

3 commenti:

  1. mamma mia, Sergej !
    ora capisco com'è che Garibaldi non sia riuscito ad unire l'Italia.
    l'ho stampata, la tua poesia e l'ho fatta leggere a ffcc che in Puglia, a pochi centinaia di kilometri da San Severo, ha passato tutta l'infanzia e l'adolescenza: non ha capito quasi nessuna parola ! abbiamo letto la traduzione, poi ffcc ha ripercorso i tuoi versi e ha detto che erano bellissimi

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  2. anche a me piace molto la versione del traduttore

    quelle albicocche scintille della penombra poi

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  3. @ghzk
    beh, considera che io non capisco il dialetto di paesi che stanno a qualche decina di chilometri dal mio...

    @amanda
    traduttore che poi sarebbe anche l'autore (io) ;-)

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