martedì 6 luglio 2010

ruggine

Sono sempre stato particolarmente cedevole al fascino del desolato, dell'arrugginito, del demodé, della formaldeide.
Fin da bambino mi piacevano i magazzini un po' bui, le soffitte polverose, i capannoni abbandonati, i negozi che odoravano di carta vecchia o di olio lubrificante; mio nonno ferroviere mi portava alla stazione e io mi incantavo a guardare non i treni, ma i binari morti, le sfumature rossicce dei vagoni merci in disarmo.
Mi piace passeggiare in città, possibilmente in periferia, possibilmente quando per strada non c'è nessuno. Il cemento e l'asfalto mi rasserenano, mentre la natura, chissà perché, mi mette tristezza, quando non angoscia.

5 commenti:

  1. in effetti il tuo rapporto con la natura da un tocco di comicità ai racconti

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  2. sul fascino delle soffite polverose mi trovi concorde, su quello del cemento molto ma molto meno

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  3. oh, se è per questo, nessuno è mai d'accordo con me su quel punto. è proprio una cosa mia.
    parafrasando quel che paul claudel diceva dei cattolici, io ho un grande rispetto per la natura, e lo manifesto tenendomene lontano.

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  4. purchè tu non sia un sostenitore della cementificazione selvaggia, ti lascio volentieri il tuo asfalto

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  5. no, no, l'ho detto: rispetto la natura. però, da lontano.

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