sabato 28 febbraio 2015

autocritica

Le donne dagli occhi grandi hanno qualcosa
che mi colpisce al di là di quanto
sarei capace di esprimere.
Una sorta di accesso privilegiato
a quella zona che in mancanza
di meglio potremmo chiamare “anima”.
È una debolezza – lo so – un'indebita
estensione metaforica.
Confesso, faccio ammenda
(ma non cambio idea).

apologia


Però dovresti saperlo perché
sono rimasto in pigiama.
È un tale peccato
cancellare le tracce
se l'odore è rimasto impigliato
alla stoffa mi dispiace
che ora svanisca per sempre.

giovedì 26 febbraio 2015

so' soddisfazioni

"Ragazzi, mi fa piacere che ci siano ben cinque volontari, ma si tratta di due tra i canti più complessi del Purgatorio: come mai tutto quest'entusiasmo?"
"Prof: ci hanno estratto a sorte e c'è toccato de venì su."

mercoledì 25 febbraio 2015

la santa pazienza



Credo di non aver mai visto un Bosch dal vivo, e invece sono sicuro che mi incanterebbe.
Lui, Altdorfer, Brueghel, van Eyck, insomma questa gente che si prendeva la pena di tracciare i peli della barba uno per uno, di mettere i puntini di luce su ciascuna delle perle di un piviale, di disegnare nei minimi dettagli un gatto che si affaccia alla porta sullo sfondo.
Li trovo commoventi; ci sento una profonda, misteriosa moralità.

venerdì 20 febbraio 2015

two lonely people

Mi tiene compagnia la spunta verde
proprio accanto al tuo nome
un foglietto di appunti con la tua
calligrafia rotonda
le mail catalogate
per argomenti e luoghi – ci hai pensato
mai? abbiamo lasciato lungo il mondo
un sentiero di briciole una scia
di passi e di parole –
qualche fotografia
– non troppe in verità – qualche file audio
con dentro la tua voce.
Lo so non sembra molto – ma a me basta
in fondo non è che stenografia
io so come riempire tutti i vuoti
ottenere il tuo volto.

giovedì 19 febbraio 2015

saluti, baci



A volte basta un gesto
raddrizzare uno spigolo
appiattire la pagina
cose così aiutano

puoi incrociare le gambe
rettificare le vertebre
porre un limite al respiro
tutto serve in fondo

tutto può darti la misura
del tuo stare al mondo
non essere per forza
necessari a qualcosa

credimi è importante
non sottovalutare i muscoli
sono i più piccoli strappi
a dare senso all'insieme

a parte questo lo sai
ti sento quanto taci
non ho mai avuto bisogno
di chiederti come stai.

lunedì 16 febbraio 2015

lettera d'amore in forma di lipogramma

Traccia

Sulla sua bacheca Facebook, Antonio scrive:

“PICCOLA SFIDA. L'ultima volta, al mio corso di scrittura, in vista di San Valentino, ho dato questo compito. Scrivere una lettera d'amore di almeno 1500 battute dalla quale siano completamente bandite le espressioni "ti amo", "ti voglio", "ti voglio bene", "mi manchi", "ti penso", "senza di te", "ho bisogno di te", "mi fai morire" e qualsiasi altra banalità o frase fatta. I ragazzi ci hanno provato ma poi si sono arresi. Mi chiedevo, qualcuno là fuori ci vuole provare?”

* * *

Svolgimento (2645 caratteri)

Il fatto è che non ti vedo da due mesi.
Due mesi, dodici giorni; più qualche ora, un po' di minuti e parecchi secondi.
Se vuoi la data: tre febbraio. Stazione Centrale. Undici e zero tre.
C'era tutta quella gente, migliaia di persone, traiettorie casuali che si incrociavano. Poi c'eri tu. Che invece venivi dritta verso di me. Dritta, senza deviazioni. Prima ancora di vedermi.
Vienimi a dire che è un caso: tu andavi in una direzione, lungo una qualunque delle infinite traiettorie possibili, e in fondo alla traiettoria c'ero io. Dai, dimmi che è un caso. Dimmelo.

No, ricominciamo. Non ti vedo da più di due mesi.
Mi mancasse un braccio, un occhio, una gamba, passi. Ma non questo.
Che poi, è inutile nasconderlo: sì, ti guardavo le gambe. Oh, io non posso farci niente se hai le gambe che hai. E anche le tette; sì, lo so: non ti piacciono, il complesso del seno piccolo, vabbè, ma il modo in cui stanno su i tuoi capezzoli, dico, solo loro, eh? E non mi venire a dire che portavi un maglione, certe cose le so e basta.
Ma mi sono perso, doveva essere una roba romantica. Sono stato romantico? Mi sa di no.

Dunque, non ti vedo da due mesi; due mesi e rotti. Non so quano ti rivedrò. Non so nemmeno se, a dirla tutta.
La soluzione più razionale dovrebbe essere smettere di pensarti. Ci ho provato. Ho provato anche a scriverlo sul frigorifero, sai quei post-it che non uso mai? “Smetto quando voglio”. Così ho scritto.
Smetto di pensarti. Smetto di respirare. Smetto di farmi prudere l'alluce; così, per un atto di volontà.
Che poi, tu mi parlavi di qualcosa, è vero? Cos'è che avevi visto, una mostra? Una bella mostra, scommetto, se ci sei andata tu doveva essere bella per forza. Io annuivo. E pensavo all'ultima volta che avevo dormito in quello spazio fra il seno destro e il sinistro dove c'è, precisa precisa, la forma della mia guancia. E vienimi a dire che è un caso, dai, vienimelo a dire.

Tre febbraio, Stazione Centrale.
Abbiamo parlato per un'ora e undici minuti, compreso il tragitto fino al binario e le parole che ti ho detto mentre ti baciavo.
Un'ora e undici minuti; se non vogliamo considerare le tre ore che ho passato con la mano incollata al naso, mentre il tuo profumo a poco a poco svaniva dalla punta delle dita, dal palmo, poi dal centro del palmo, poi più niente. Quello non è un dialogo? Non so, discutiamone.

Basta così. Io ti saluto. Smetterò di pensarti prima o poi. Smetterò di pensare alla curva della tua schiena e alla pressione dei tuoi fianchi contro le mie mani, ai tuoi capelli sulla mia faccia e a come mi facevano il solletico e cercavo di non ridere, per non rovinare tutto.
Smetterò di respirare.
Ciao. Basta così.

domenica 15 febbraio 2015

time out

Ars longa, vita brevis.
Le cose da fare son tante, il tempo poco.
Insomma, mi serve una pausa.
Del resto, sono sei anni che questo blog va avanti al ritmo medio di un post al giorno. Una vacanzina disintossicante ci vuole.

Ci si ribecca presto, speriamo.

giovedì 12 febbraio 2015

il calligrafo amoroso


La mano che scrive si appoggi
saldamente sul foglio
si faccia aderire
il cuscinetto carnoso del quinto
metacarpo (eminenza
ipotenar) alla superficie cartacea
si sorvegli il movimento della penna
si impostino le curve
e le rette (gli occhielli
e le aste si chiamavano una volta).
Si recuperi insomma un'arte
dimenticata: ne trarranno
beneficio l'occhio la mano
la mente soprattutto
l'attenzione ai dettagli
l'amore per le belle forme.

mercoledì 11 febbraio 2015

lampi - 269

Sì, la amo.
Ma smetto quando voglio.

martedì 10 febbraio 2015

lampi - 268



Esiste gente talmente idealista da credere solo a ciò che vede.

lunedì 9 febbraio 2015

cronache familiari: e meno male...

"Papà, io sono contento di essere nato birichino!"

sabato 7 febbraio 2015

de vita solitaria

Le voci sono opache
oltre i muri del bagno
ultima Tebaide

conosci te stesso
la carne pallida allo specchio
lascia sfumare gli odori

rifletti per sei minuti sulla vecchiaia
fa' agire il colluttorio per trenta secondi
cancella mentalmente le conclusioni

venerdì 6 febbraio 2015

la persistenza della memoria

Ci ho provato ti assicuro a relegarti in un angolo
uno di quelli in cui si stipano i ricordi più maneggevoli
un cassetto da aprire nelle occasioni speciali
ci ho provato a mettere ordine a regolare le frequenze
a deprimere i picchi attenuare il rumore di fondo
insomma ce l'ho messa tutta per pensarti meno intensamente
però poi succede che si esce molto presto e nell'aria di smalto
cristalli di ghiaccio aderiscono alle lamiere
e i fumi di scarico diventano rosa nel gelo – ecco allora
non so nemmeno io perché mi tornano in mente le tue
incredibili pupille e ti penso come penserei
alle mie dita intiririzzite sulla maniglia – ti penso
come sempre attraversare un luogo al quale
non appartieni. Io ci ho provato
te lo giuro – non c'è niente da fare.

giovedì 5 febbraio 2015

cronache scolastiche: il dono della sintesi

"Petrarca nacque nel 1304, scrisse 366 poesie per poi morire nel 1372*".

(* 1374, ma vabbè...)

mercoledì 4 febbraio 2015

lampi - 267

Se Dio esiste, il mondo è assurdo.
Se invece Dio non esiste, tutto diventa logico.

martedì 3 febbraio 2015

rendez-vous a Castello



Mica perché ci sono io: quello sarebbe il meno.
Il punto è che ci sono Silvia Vecchini e Antonio "Sualzo" Vincenti, che parlano del loro progetto Disegni DiVersi.

L'appuntamento è per sabato 7 febbraio alle 17,30 presso la libreria Paci "La Tifernate" (piazza Matteotti, 3), a Città di Castello (PG).
Se vi trovate in zona, siete i benvenuti.

lunedì 2 febbraio 2015

cronache familiari: surrogati

Eli e Lorenzo si sposano.
In assenza di abiti all'uopo, sono vestiti lei da Cenerentola, lui da pagliaccetto.
Al posto della fede, verrà usata la medaglia del karate di Eli.

domenica 1 febbraio 2015

dicono di me

Alceste Ayroldi recensisce "Volevo essere Bill Evans" per il sito Jazzitalia.

cronache familiari: ...e modesto, soprattutto

"...e la mamma disse a Cappuccetto Rosso: mi raccomando, non fermarti in mezzo al bosco e non parlare con gli sconosciuti!"
"Papà, io infatti non pallo con gli sconosciuti."
"Ma se attacchi a chiacchierare con chiunque!"
"Sì, ma io ci pallo pecché sono simpatico!"