mercoledì 31 dicembre 2014

bilanci

Il 2014 ha concluso la mia quarta decade di vita. In soldoni, a marzo ne avrò quaranta.
Non che creda molto nei calendari né nei compleanni; non mi sono mai sentito giovane e non mi sento certo vecchio. Però, che dire: qualche somma vien da tirarla.

Per esempio: sta andando ad esaurirsi la mia esperienza con l'università, che ormai si limita al portare avanti qualche impegno già preso, giusto perché non mi piace lasciare le cose a metà. Ma tempo uno o due anni, poi saluterò tutti, senza rimorsi. Ho di meglio da fare.
Intanto quest'anno ho pubblicato un capitolo in un libro collettaneo; sono usciti due numeri monografici da me curati, frutto di un lavoro che andava avanti da parecchio (dal 2011 per uno, dal 2012 per l'altro). È una soddisfazione, non posso negarlo. Altre cose sono in arrivo.
Sono stato un po' in giro per convegni: ad Arezzo, a Ginevra, a Neuchatel. Sono gli ultimi che faccio, e un po' mi dispiace, ma la vita è così, che ci vogliamo fare.

Quest'anno è uscito il primo libro di poesie interamente a mio nome. E l'ho presentato in Puglia (due volte: al mio paese e a Locorotondo) e a Perugia.
Contestualmente, ho finalmente incontrato Antonio Lillo, dopo anni di frequentazione telematica.
Un altro libro avrebbe dovuto uscire, avevo persino il contratto firmato, ma è rimandato a chissà quando. Speriamo presto.
Poi, oltre a varie cosette (questa e questa), sono stato inserito in un'antologia di “poeti umbri contemporanei”. Chi l'avrebbe mai detto: passi umbro, ma contemporaneo? E poeta, poi...
Ed è uscito anche il mio primo libro di racconti. È una cosa a cui tengo molto e che non ho avuto ancora il tempo di pubblicizzare per bene. Provvederò. Altre mie cosine in prosa sono uscite anche qui, qui, e qui.
Ho parlato a una kermesse letteraria qui a Perugia, e ci ho persino suonato. Poi, al ritorno, ho bucato e cambiato il primo pneumatico in vita mia, ma quella è un'altra storia.
Ho anche partecipato a un reading di poesia, ad Avezzano (grazie a Simona, a proposito, e a tutto lo staff di Words Social Forum e del Caffè Letterario Vieniviaconme), dove ho conosciuto della bella gente.

Poi ovviamente ho scritto di jazz, tanto. E sono andato a un solo festival: questo.
E ho letto tantissimo, come al solito: ma di questo ho già parlato stamattina.
Ah, e ho scritto novantotto poesie (volevo arrivare a cento, ma pazienza). Qualcuna, forse, finirà anche pubblicata su carta, chi può dirlo.
E poi sto ultimando una cosa che vedrà la luce fra poco. Ve ne parlerò a suo tempo.

E poi sono stato in Toscana, al mare, come ogni anno. Ha piovuto tanto, ma tanto, però ci siamo divertiti.
E sono andato in gita con la scuola a Padova, e lì finalmente ho incontrato Amanda. Quest'anno ho anche incontrato dal vivo altre persone che conoscevo solo virtualmente: fra le quali Sergio Garufi, e Antonella Taravella, e Barbara Bracci.
E ho suonato con i ragazzi della mia scuola, due o tre volte. È stato bello.

Insomma, quest'anno alcune cose hanno iniziato a finire, altre sono cominciate.
Va bene così.

Auguri a tutti.


il catalogo è questo (2014 edition)

Come ogni anno, l'attessissima e imperdibile rassegna dei libri letti dal sottoscritto negli ultimi dodici mesi.
Che ovviamente potete anche saltare, tanto non vi perdete niente.

* * *

Narrativa, biografie (16, di cui 1 da finire; 1 abbandonato)
Marcel Proust, La strada di Swann (cominciato e, ahimé, abbandonato)
Anna Maria Farabbi, Caro diario azzurro
Rafi Zabor, The bear comes home
Francesco Santoro, Piombo
William Golding, The inheritors
Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico
AminMaalouf, Léon l'Africain
J.K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte
E. L. Doctorow, Ragtime
Robert Sheckley, AAA Asso Decontaminazioni Interplanetarie e altri racconti
Sergio Garufi, Il superlativo di amare
Louis L'Amour, Sentieri di guerra
Tim Parks, An Italian Education
Stefan Zweig, Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo
Patrick Modiano, Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier
Marcello Rosa, Amari accordi
Stephen Crane, Il segno rosso del coraggio (da finire)

Saggistica, biografie (23, di cui 3 per consultazione)
Matteo Nucci, Le lacrime degli eroi (cominciato nel 2012)
Stuart Isacoff, Storia naturale del pianoforte
Eileen Southern, The Music of Black Americans (passim, per consultazione)
Billy Taylor, Jazz Piano. Its History and Development
Charles Rosen, Lo stile classico.Haydn Mozart Beethoven.
Alberto Mario Banti. La nazione del Risorgimento. Parentela, santità e onore alle origini dell'Italia unita
Miyamoto Musashi, Il libro dei cinque anelli

Steve Lacy / Jason Weiss, Conversations
Ekkehard Jost, Free Jazz
Stuart Nicholson, Jazz and culture in a global age
Ted Gioia, Storia del jazz
Alyn Shipton, Nuova storia del jazz
Piero Rattalino, Storia del pianoforte (passim, per consultazione)
Amiri Baraka, Black Music. I maestri del jazz
Matthew Ruddick, Funny Valentine. La vita di Chet Baker (passim)
Paul Veyne, I greci hanno creduto ai loro miti?
Stefano Bollani, Parliamo di musica
Scott DeVeaux, The birth of bebop
George Kubler, La forma del tempo
Eileen Power, La vita quotidiana nel Medioevo
Ira Gitler, Jazz masters of the '40s
Eunmi Shim, Lennie Tristano. His Life in Music

Poesia, teatro (12)
Enrico Fraccacreta, Camera di guardia
Mimmo Pastore, Fuori fuoco
Anna Maria Farabbi, Abse
Silvia Vecchini/Marina Marcolin, Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno

Walter Cremonte, Vicini
Fernando Della Posta, L'anno, la notte, il viaggio
Vittoria Maltese Bartolucci, Pezzetti di carta
Gabriella Bianchi, Quaderno di frontiera
Sergio Nelli, Segnavento Pontormo
The Poket Book of Modern Verse, edited by Oscar Williams (passim)
Alexis DeVeaux, Una canzone per Billie Holiday
Milo De Angelis, La corsa dei mantelli
Colomba Di Pasquale, Il mio Delta e dintorni


Altro (1)
Lao Tze, Tao te Ching




Fumetto
Tex n. 639-650
Almanacco del West 2014
Texone n. 29, L'orda del crepuscolo
Color Tex n. 5, "Delta Queen"
Maxi Tex 2014, "L'avamposto dell'infamia"
Color Tex n. 6

Orfani n. 4-12
Orfani: Ringo n. 1-3
Lilith n. 12-13

Bilotta-Mosca, Friedrichstrasse
Mignacco-Raffaelli, I combattenti
Gigi Simeoni, Oxid Age
Di Gregorio-Fattore-Di Vincenzo, Scacco alla regina
Barbato-Caluri, La gabbia
Gualdoni-Gerasi, L'ultima trincea
De Nardo-Casertano, Uccidete Caravaggio
Vitaliano-Mottura, Eroe senza patria
Barbato-Mari, Il Principe di Persia

Vietti-Buscaglia, La voce di un angelo
Ruju-Avogadro, Capodanno cubano
Marzano-Lorusso, Il tesoro di Bisanzio
Gualdoni-Bianchini, Il fattore Z

Almanacco dell'avventura 2014 (contiene tre storie di Gino D'Antonio: "L'uomo dello Zululand", "L'uomo di Iwo Jima", "L'uomo della frontiera")

Dampyr n. 168, 173
Dylan Dog Color Fest 12: "Eroi"
Dylan Dog n. 337

Lukas n. 1-10

Adam Wild, n. 1-3

Ratman n. 100-105
Rat-Man Gigante, nn. 1-10
Leo Ortolani, La lunga notte dell'Investigatore Merlo
Star Rats, Episodio 2


Long Wei n. 7-9, 12
Hammer n. 1-2
Nirvana n. 12
Recchioni-Leomacs, Battaglia
Recchioni-Burchielli-Cucina-Dell'Edera, Garrett. Ucciderò ancora Billy the Kid
E. Stalner, Malemort. Sotto le ceneri della luna
Gibellin-Wendling, Le luci dell'Amalou (n. 1 – "Théo"; n. 2 – "Il fantoccio"; n.3 - "Nel paese della leggenda")
Rosinski-Van Hamme, Il grande potere del Chninkel. Il prescelto
Capone-Panciroli, Erinni
Dixon-Zaffino, Winterworld

Semerano-Nizzoli, I figli del tramonto. Libro 1: "Paura sulla città"
Gianni De Luca/Raoul Traverso, Amleto. Dall'opera di William Shakespeare
Gianni De Luca/Claudio Nizzi, Il diario di Gian Burrasca
Bastien Vivès, Questioni di cuore
Andreas, Rork. L'integrale vol. 1
Zerocalcare, Dimentica il mio nome
Sualzo/Vecchini, Gaetano e Zolletta

Romano Scarpa, Opera omnia, vol. 1 e 2
Uack! Tutte le storie di Carl Barks, vol. 2 e 5

Andrea Pazienza, Cannibale


Film visti (o rivisti)
Margarete Von Trotta, Hannah Arendt (al cinema, con la scuola)
Paolo Sorrentino, La grande bellezza (in TV)
Steven Spielberg, E.T. (rivisto in DVD, dopo una vita, insieme ai bimbi)
Mario Martone, Il giovane favoloso (al cinema, con la scuola)
L'ultimo samurai (DVD, a scuola)
I Goonies (DVD, a casa con i bimbi)
Peter Jackson, Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate (al cinema, con i bimbi)

martedì 30 dicembre 2014

cronache familiari: senso pratico

Eli che legge i quaderni della mamma quando aveva la sua età.

Lorenzo: Che cos'è?
Mamma: Sono i miei quaderni delle elementari, però stateci attenti.
Lorenzo: Pecché?
Mamma: Perché è roba di trent'anni fa, che sta già cadendo a pezzi...
Lorenzo: E ALLOLA BUTTALA, NO?

lunedì 29 dicembre 2014

note a margine di Whatsapp

Da giorni mi interrogo
sui tuoi occhi – e per fortuna
non ho ancora trovato risposte.
Penso ad esempio
al tempo che ci ha separati (molto più
di quello che ci ha uniti)
penso alle distanze che
non colmeremo – alle parole
che ho pensato a lungo di dirti e non ti ho mai
mai detto – perché di fronte
ai tuoi occhi all'improvviso
perdevano qualunque importanza.
Quando poi li vedo spalancati
nel tuo viso di bambina
quando mi raggiunge l'urto
della tua anima – ecco allora penso
che i tuoi occhi sono stati
e saranno sempre i tuoi occhi – la via più breve
e più sicura
perché il tuo cuore confini con il mio.

* * *

Post-scriptum:

Poi mi chiedo anche se sia vero
che la bellezza sta negli occhi
di chi guarda – specialmente quando
(come adesso) i versi me li trovo
già belli e scritti sulla pagina: e penso
che la bellezza sta negli occhi
di chi non sa di possederla
e a me non resta che accoglierla
lasciarla gemmare.

domenica 28 dicembre 2014

due poesie di Greta Rosso

amore mio friabile, cosa di bancarella,
boogie-woogie - non avrò più voglia di
vederti ormai: la nostra vita sarebbe
stata lontana, via di qua, con piaceri
altri che i canti e la pioggia sui vetri.
amore mio di pietra e poliammide,
mio fazzoletto per il capo - pettini,
profumi, sigarette: ma io non ti vorrò
più.

* * *


pregano inginocchiati davanti a una vasca da bagno
con il portasapone di ceramica incassato a muro,
la saponetta color crema opaca e cosparsa di crepe.
a tratti lei singhiozza, stanca di essere la persona
che è – un'auto si ferma nel cortile e innesca vari
schiamazzi. attraverso le tapparelle lei riconosce
negli abiti che ne scendono una qualità che non
ha mai posseduto, né mai possederà. un paio d’ore
dopo lei è sdraiata sul divano, il viso rivolto contro lo
schienale. lui le accarezza distrattamente la natica
nuda, una malinconia progredisce sul viso: è certo:
costui sta per tradirla, costui sta per distruggerla.

sabato 27 dicembre 2014

due poesie di Miriam Bruni

Stupisce
la forza delle radici: spacca
il cemento dei marciapiedi.
E ti fa sobbalzare sulla bici.


* * *


Calda di doccia ascolto
il respiro
che mi solleva lo sterno.

E penso alle mani,
alle mani dell'Eterno.


(Miriam Bruni)

venerdì 26 dicembre 2014

opus inchoatum

I hear that you're building
Your little house deep in the desert...
(Leonard Cohen)

Sono convinto che in fondo tutto
possa significare tutto
anche il silenzio della mattina
di Santo Stefano – mentre da un lato
della scrivania traduco Robert Lowell
e dall'altro prendo appunti
per lettere alle quali ti ho chiesto
di non rispondere.
Non ho niente di nuovo da raccontarti
come sempre del resto
e il lavoro come sempre non ha fine
né frutto. Tanto vale estirpare le mani
dal calco tiepido dei seni
e affrontare a schiena nuda la sesta
giornata d'inverno. Ho sentito il meteo
c'è neve in arrivo dalle mie parti
non so dalle tue. Questa
è la poesia numero novantasei
quest'anno – e molte le hai già lette.
Anche quello è un lavoro senza fine
ma il rammendo alla fine comporrà
un disegno coerente – almeno spero.
Ho sbirciato fuori comunque
il mondo è immobile
e privo di colori. È un buon segno
o perlomeno io lo leggo così
perché posso sincronizzare
il respiro sul ritmo più vicino
possibile alla quiete. Non c'è molto
da dire ma bisogna dirlo.

giovedì 25 dicembre 2014

l'amore fino all'osso

entrando scalza nell'erba.....del presepe
tra il muso della gente delle pecore dei cani
tra la fame e la guerra che ha scarnificato la notte.....la morte

e l'amore fino all'osso

ho sentito improvvisamente il fuoco
attraversare il cielo in una forma esatta

giù.....incandescente immergersi in terra
e in me.....riempirmi la bocca illuminandola interiormente

mentre canto la tua e la mia nascita
io più povera dell'erba più breve più tenera più niente

la neve scende bianco e odora

natale con te: la cometa in corpo



(Anna Maria Farabbi, da “Abse”, Ponte del Sale, 2013)

martedì 23 dicembre 2014

cronache familiari: modelli di vita

"Mamma."
"Che c'è, chicco?"
"Io non la voglio la fidanzata."
"Ma perché? Dai, è bello, si sta insieme... Sennò uno poi che fa, resta solo, senza nessuno?"
"Come Mister Bean?"

lunedì 22 dicembre 2014

cronache familiari: paretimologia

(DISCO) "Accipicchia, qui c'è un mondo fantastico..."
"Mamma, ma allora Heidi è cattiva però."
"Perché?"
"Eh... ci picchia!"

domenica 21 dicembre 2014

un disinvolto piacere

Senza un disinvolto piacere
ti accorgi che il corpo
ha un’altra lingua
e che ogni parola
è un inverno teso.
Ciò che cova la magnolia
è lo stormo in attesa
di cibo, e tutta la luce
che in un giorno sorpassa
predatori e prede.
Tu non dirmi “col tempo”,
non ho avuto, non ho dato,
confluenze e scarti
ci hanno pagato ogni incontro.
La tua esperienza e i miei occhi
sono un proiettile nel tempo.
(Maria Borio)

sabato 20 dicembre 2014

tahina spectabilis

I
used to
think love was
like that tree that blooms
just once, spectacularly, one
shoot sprouting out the top, branching like a Christmas tree,
each limb covered with tiny white flowers that ooze sweet
nectar. And the effort to fruit
and flower depletes
the tree so
much it
dies.

Moira Egan (Baltimora, 1962), da Botanica arcana (Pequod, 2014)
Tahina spectabilis
Io
una volta
pensavo l’amore
fosse la pianta che fiorisce
un’unica volta, teatralmente, un
germoglio che spunta dalla cima, si apre come un albero di Natale,
ogni ramo rivestito da minuscoli fiori bianchi che trasudano
nettare. E lo sforzo di frutto
e fiore svuota tanto
la pianta che
ne muo-
re.
(Traduzione di Damiano Abeni)

venerdì 19 dicembre 2014

dicembre

Viene mio padre e pota
le rose del giardino - con il dito
gli mostro la ferita che si è fatto
sulla mano. Lui mi dice
del cambio di stagione, io già penso
a quando lo toccavo senza
che servisse una ragione.
(Silvia Vecchini)


giovedì 18 dicembre 2014

tutto tuo

"E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo, e se sarai accompagnato da un solo compagno, sarai mezzo tuo, e tanto meno quanto sarà maggiore la indiscrezione della sua pratica. E se sarai con piú, cadrai di piú in simile inconveniente; e se tu volessi dire: io farò a mio modo, io mi ritrarrò in parte per poter meglio speculare le forme delle cose naturali, dico questo potersi mal fare perché non potresti fare che spesso non prestassi orecchio alle loro ciancie. E non si può servire a due signori; tu faresti male l’ufficio del compagno e peggio l’effetto della speculazione dell’arte. E se tu dirai: io mi trarrò tanto in parte, che le loro parole non perverranno e non mi daranno impaccio, io in questo ti dico che saresti tenuto matto, ma vedi che cosí facendo tu saresti pur solo?"

(Leonardo da Vinci, "Trattato della pittura" - Parte II, 48: Della vita del pittore nel suo studio)

mercoledì 17 dicembre 2014

lampi - 265



Ecco, quando le foto dei tuoi sedici o diciotto anni cominciano ad apparirti come una festa a tema, allora è il segno che la tua adolescenza appartiene definitivamente a un'altra epoca.

martedì 16 dicembre 2014

lampi - 264



Fermo al semaforo, cadere con gli occhi sul manifesto funebre della Sig.ra Pia Bellezza.
This world is such a funny place.

lunedì 15 dicembre 2014

uscite recenti

I miei ventiquattro lettori sanno che, fra tutti i miei moltepllici avatar (insegnante, critico musicale, papà, scribacchino), ce n'è uno che su questo blog emerge di rado; anche perché ormai si fa sempre più evanescente, e prima o poi finirà per svanire del tutto: quello di ricercatore universitario.
Comunque, volevo segnalare tre cosette uscite negli ultimi mesi. Non perché io ritenga che possano interessare qualcuno (anzi, sono di un tecnicismo talmente esasperato che il pubblico potenziale è forse persino più ristretto di quello del blog stesso), ma perché rappresentano per me il risultato di un percorso durato almeno un paio d'anni, o forse anche più, e che oramai sta per giungere serenamente alla sua fine naturale.

La prima è uscita ad agosto: un numero monografico della rivista Social Semiotics, curato con la collega Daniela Veronesi dell'Università di Bolzano. Si intitola Doing (things with) sounds: Music as a site of social semiosis ed è dedicato ai rapporti fra musica e analisi del discorso. Il mio contributo è intitolato "They might read a fly speck: musical literacy as a discursive resource in Louis Armstrong's autobiographies" e tratta dell'uso di alcuni stereotipi razziali nelle autobiografie di Louis Armstrong.
La seconda è un capitolo in un volume collettaneo dell'editore Benjamins, dall'astruso titolo Embodying epistemicity. Negotiating (un)certainty through semiotic objects. Vi assicuro che un senso ce l'ha, anche se sarebbe lungo spiegarlo.
Il terzo è fresco fresco, pubblicato online l'altroieri e ancora in attesa di stampa: un altro numero monografico, stavolta della rivista The Interpreter and Translator Trainer, intitolato Dialogue Interpreting in practice: bridging the gap between empirical research and interpreter education e centrato sull'applicazione al training degli interpreti dialogici di dati e acquisizioni della ricerca empirica sul campo. Ci tengo particolarmente, perché la co-curatrice non è solo una collega, ma anche una delle mie più care amiche.

Se per caso a qualche masochista interessasse qualcosa, me lo faccia pure sapere.

domenica 14 dicembre 2014

vento, fuoco, acqua e sale

Pochi lo sanno (o se lo ricordano, o vogliono ricordarselo), ma anche il Brasile ha avuto la sua brava dittatura militare. E anche una dittatura di tutto rispetto, tra le più lunghe dell'America Latina, dato che durò dal 1964 al 1985 e si macchiò di atrocità che non sfigurano accanto a quelle di Videla o di Pinochet. Però, chissà perché, su tutto ciò persino il web tace. Forse fa più comodo pensare che il Brasile sia tutto samba, Ipanema, capoeira e caipirinha.
Proprio nel 1964 esordirono in Brasile quattro giovanotti che si chiamavano Gilberto Gil, Caetano Veloso, Maria Bethania e Gal Costa. Era l'atto di nascita del tropicalismo, il movimento cannibale che voleva portare nella musica brasiliana materiali eterogenei, dal rock alla psichedelia, dalla provocazione dadaista all'impegno politico. Vi lascio immaginare quanto fossero contenti i generali.
Nel 1968, i nostri quattro eroi dovettero andare in esilio (più o meno volontario) a Londra; e non gli andò neanche male, perché piombarono in piena era beat, quando la swinging London era al massimo del suo splendore. Prima di partire, tennero un ultimo concerto, durante il quale Gil cantò l'allegra e sfrontata "Aquele abraço", in cui abbracciava simbolicamente tutto il Brasile, dalle scuole di samba alle favelas, dichiarando a testa alta che "il mio cammino per il mondo / me lo traccio da solo".
Quando, nel 1972, tornarono in patria, Gil cantò in televisione questo visionario inno al futuro, in cui l'Espresso numero 2222, che attraversa il Brasile, viaggia simbolicamente verso una meta che si intravede (si spera) luminosa.

(P.S.: sorvolo sulle vertiginose abilità chitarristiche di Gilberto, che si accompagna completamente in controtempo rispetto alla voce...)





Ha cominciato a circolare l'Espresso 2222
Che parte diretto da Bonsuccesso per il dopo
Ha cominciato a circolare l'Espresso 2222
Delle Ferrovie Centrali del Brasile
Che parte diretto da Bonsuccesso
Per dopo l'anno duemila.

Dicono che ha molta gente adesso
Che fa un passo, si avvia verso lì
Verso il duemilauno e due e il tempo fuori
Fino a dove questa strada del tempo arriverà
Del tempo arriverà
Del tempo arriverà
Ragazza, del tempo arriverà

Secondo coloro che già sono andati sull'Espresso
Là nell'anno duemila si arriva
Alla stazione finale del percorso-vita
Nella terra-madre concepita
Di vento, di fuoco, di acqua e sale
Di acqua e sale
Di acqua e sale
Ragazza, di acqua e sale

Ha cominciato a circolare l'Espresso...

Dicono che sembra il tram della collina
Del Corcovado da qui
Solo che non si prende
Si entra e si siede e va
Il treno è diventato un luccichio senza fine
Oh, senza fine
Senza fine
Ragazza, senza fine

Non arriva mai al Cristo concreto
Di materia o qualcosa di reale
Dopo il duemilauno e due e il tempo fuori
Il Cristo è come quello che fu visto
Salire al cielo
Salire al cielo
In un velo di nuvole brillante
Salire al cielo

Ha cominciato a circolare l'Espresso...


sabato 13 dicembre 2014

cronache familiari: stato di famiglia

"C'era una volta una bambina che si chiamava Masha e viveva insieme ai suoi nonni..."
"I nonni? Ma non ce l'aveva almeno uno zio?"

venerdì 12 dicembre 2014

cronache familiari: terza età

"Mamma, che c'è scritto qui?"
"Dai due ai cinque anni."
"Che significa?"
"Significa che ci possono giocare i bambini di quell'età."
"E tu ci puoi giocare?
"No, io ho più di cinque anni."
"Davvero? E quanti anni hai?"
"Ne ho trentotto."
"Quanti?!"
"Trentotto."
"Tu hai trentotto anni? Eli! Eli!! La mamma ha TRENTOTTO ANNI!!!"

giovedì 11 dicembre 2014

io non sono qui

Le ossa urtano gli spigoli
per eccesso di visione.
È scuro fra di noi
come una lingua in attesa.
Ma dovrai dirmi tutto un giorno
invecchieremo con la faccia del primo incontro
io con l'angolo acuto degli zigomi
tu con gli occhi iniziati da bambina.
Una volta guardavo l'acqua
nel punto più trasparente
ha risuonato fortissima una pausa
ma non aspettavo nulla se non di allargare le penne
ad asciugare nella nebbia.
È il mio compito restare immobile
in attesa del verso.
Tu comunque non c'eri
e anch'io facevo di tutto per svanire.
Se ti trovassi un giorno a sfiorare la riva
potresti farti strada nelle mie costole
vedermi vuoto finalmente.

mercoledì 10 dicembre 2014

cronache familiari: fiocco di neve

"Mamma..."
"Che c'è, chicco?"
"Pecché ciò la vocina a fiocchi?"
"A fiocchi?!"
"Sì, me l'hai detto tu, pecché ciò il mal di gola!"
"Ah... la vocina FIOCA!"
"Eh, a fiocchi!!"

martedì 9 dicembre 2014

lampi - 263



Uno degli aspetti più paradossale del mestiere di insegnante è il dover rimproverare i ragazzi per cose che si è perfettamente consapevoli di aver fatto anche noi alla loro età.

lunedì 8 dicembre 2014

cronache familiari: l'Accademia della Crusca

Elena: "Sai, mamma, a scuola non me ne sono proprio rendìta conto..."
Mamma: "Non si dice 'rendìta', amore."
Lorenzo: "Eh, già: si dice RENDUTA!!"

domenica 7 dicembre 2014

cronache familiari: scrambled egg

"Papà, io voglio restare per sempre piccolo, così mi puoi strapazzare!"

sabato 6 dicembre 2014

dive e donne

GENIO - Quale delle due cose stimi che sia più dolce: vedere la donna amata, o pensarne?
TASSO - Non so. Certo che quando mi era presente, ella mi pareva una donna; lontana, mi pareva e mi pare una dea.
GENIO - Coteste dee sono così benigne, che quando alcuno vi si accosta, in un tratto ripiegano la loro divinità, si spiccano i raggi d'attorno, e se li pongono in tasca, per non abbagliare il mortale che si fa innanzi.
TASSO - Tu dici il vero pur troppo. Ma non ti pare egli cotesto un gran peccato delle donne; che alla prova, elle ci riescano così diverse da quelle che noi le immaginavamo?
GENIO - Io non so vedere che colpa s'abbiano in questo, d'esser fatte di carne e sangue, piuttosto che di ambrosia e di nettare. Qual cosa al mondo ha pure un'ombra o una millesima parte della perfezione che voi pensate che abbia a essere delle donne? E anche mi pare strano, che non facendovi maraviglia che gli uomini sieno uomini, cioè creature poco lodevoli e poco amabili; non sappiate poi comprendere come accada, che le donne in fatti non sieno angeli.

(Giacomo Leopardi, "Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare")

venerdì 5 dicembre 2014

vanitas



“Hai dipinto una donna nuda perché ti piaceva guardarla, le hai messo uno specchio in mano e hai chiamato il quadro 'Vanità', e così hai condannato moralmente la donna la cui nudità hai dipinto per il tuo personale piacere."
(John Berger, "Ways of Seeing")



giovedì 4 dicembre 2014

par na ultima òlta

trar tel fogo arte vèci
par no èser rivadi
a ciaparghe la òlta al tènp
l’è cofà scanzelar par rabia
e po’ ciamarse grami
par oler ben
i screcoléa, i scròca
ma no rivarà, nò, forèsti:
l’é fursi àneme che lontan le ciama
o che in tra de lore le se ciama
par na ultima òlta
fa par colpi de tos
cusì l’è n’antra mòrt
che se dà col gòs sgonfi
de ’n oler ben perdest
e s-céṡene del cor i crèpa i lenċ
par senċ de fun che i se pèrz, i se scònz
in tra stele forèste

Luciano Cecchinel (Lago, 1947), da Sanjut de stran, (‘Singhiozzo di strame’, Marsilio, 2012)

per un’ultima volta buttare nel fuoco utensìli vecchi / per non essere riusciti / ad aggirare il tempo / è come cancellare per rabbia / e poi chiamarsi grami / per amore //  crepitano, crocchiano / ma non arriveranno, no, forastici: / sono forse anime che da lontano ci chiamano / o che tra loro si chiamano / per un’ultima volta / come per colpi di tosse // così è un’altra morte / che si dà con il gozzo gonfio / di un amore perduto / e schegge del cuore si crepano i legni / per segni di fumo che si perdono, si nascondono, / tra stelle estranee

mercoledì 3 dicembre 2014

quaestio de ideis

Vedi io proprio non riesco
a pensarti lontana – mi rifiuto
di cedere all'evidenza.
Perché (mi dico) credere ai fatti
se posso credere al respiro
alla forma delle mani
alla tua voce che risuona
più vicina del sangue?

martedì 2 dicembre 2014

a memo from Geneva



Prendi nota per favore
le cose davvero importanti
vengono sempre pronunciate
nel bel mezzo di una conversazione
quando il tempo del coffee break
è agli sgoccioli – cose
come ad esempio Non perdiamoci
di vista oppure
Sei matto come farei
io senza di te?
Le grandi lettere invece
rimangono bozze svaniscono
nelle memorie elettroniche
fino al prossimo abbraccio al prossimo
ingorgo di sillabe in fuga.


nell'immagine, un disegno mio: "Ritratto di Elena"
(pennarelli, ottobre 2014)

lunedì 1 dicembre 2014

il fuoco, la furia, l'ingiustizia (una poesia di Juan Gelman)

Inverno

Dopo aver amato,
il tuo ventre illumina ancora l’oscurità, la stanchezza
la notte rifugiata nella stanza.

Il silenzio ha tremato per noi
come i piedi scalzi di quest’inverno di poveri,
rimangono ancora tra le tue braccia volti d’amore abbandonati,
dopo aver amato
regrediamo al fuoco, alla furia, all’ingiustizia.

Nella città che geme come pazza
l’amore conta pian piano
gli uccelli morti contro il freddo,
le carceri, i baci, la solitudine, i giorni
che mancano per la rivoluzione.