venerdì 31 gennaio 2014

oui, c'est moi...



“Io non so approfittare dell’occasione: vado a caso, vuoto e calmo, sotto un cielo inutilizzato.”

Jean-Paul Sartre, La nausea

giovedì 30 gennaio 2014

questo è da chiarire



Questo innanzitutto: cos’è
importante? l’altezza della fronte?
l’invenzione del fuoco, del vapore,
la mano sul mio cuore quando mento?
O il viaggio dal letto alla cucina
le tue piccole crudeltà primarie
o il dito che imperioso fora l’aria,
la trancia, la ficca nelle gole?

Questo è da chiarire, figlia,
prima che t’insegni la Storia.

Vincenzo Ananìa


nell'immagine: una fotografia di René Burri

mercoledì 29 gennaio 2014

dell'utilità pedagogica delle fiabe



1) Prima iniziazione al piacere narrativo.

2) Unica occasione, al giorno d'oggi, per far entrare un bambino a contatto con vocaboli come “acciarino”, “livrea”, “cocchiere”, “destriero”.

3) Introduzione dei primi elementi di analisi strutturalista (“ma Hansel e Gretel comincia come Pollicino!”).

4) Sviluppo della sensibilità ecdotica. I bambini percepiscono all'istante la minima variante testuale.
"Chiedi al pesciolino magico un mastello nuovo, perché quello che ho è bucato..."
"No, papà, non bucato: sfondato!"

"E la moglie disse al pescatore: Torna dal pesciolino e chiedigli di farmi diventare una gran signora."
"No: una gran DAMA!"

"Poi arrivò il principe sul suo cavallo..."
"Ma era bianco, il cavallo?"
"NO! ERA VERDE, CON TANTI POIS FUCSIA!!"

4) Costruzione di un primo, fondamentale catalogo di tipi umani.

5) Contatto con archetipi culturali tra i più profondi a disposizione.

6) “Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono; le fiabe insegnano che i draghi si possono sconfiggere.” (G. K. Chesterton)

martedì 28 gennaio 2014

un vuoto tondo



Quando la donna amata lo abbandona,
un uomo è invaso dentro da un vuoto
tondo come una grotta
in cui si formeranno stalattiti stupende.
Lentamente, come dentro la Storia
lo spazio vuoto riservato al senso,
allo scopo di tutto, alle lacrime.

(Yehuda Amichai)

lunedì 27 gennaio 2014

"come fa il gatto in cucina" - quattro poesie di Agata Spinelli




Il salotto sottile in stile inglese era perfetto.
La carta da parati fingeva un giardino di muschi e viole;
i risparmi di una vita prendevano corpo come statue
finto-classiche e ammiccanti, vedi il televisore
ultrapiatto e l’impianto HI-FI ultimo modello.
Dal soffitto, l’elica del ventilatore
faceva il verso di un aereo diretto
Bari-Londra. Il rombo. Mai esistito.
Il proprietario stanco mimava l’ascolto
seduto a gambe larghe, nel suo sudore
Accudiva in divano il suo piccolo tumore,
come una donna il feto che ingrossa.


* * *


Se dovessi scegliere cosa ricordare
di questa vita, porterei con me appena
quattro foto: quell’unico bacio tra mio padre
e mia madre, quella guancia ed il sorriso
di mia sorella e la fronte, la mia sfiorata
all’alba ed il seme il tuo, che continuava a colare
sulla pancia, tra i seni e l’ombelico.
Per questo fioca la luce soltanto
si spargeva su Berlino.


* * *


Faccio come fa il gatto in cucina
sniffo fra le intercapedini
fra i cuscini annuso il ricordo
del cibo affondo la testa negli angoli
dei divani e se trovo tracce
del tuo DNA le metto da parte
per il prossimo inverno.

Ricostruirò il tuo amore,
lo clonerò e sarà privo
di cattiveria, le tue gambe
le braccia i polsi la tua pancia
la cicatrice sulla guancia
che leccavo mentre sognavi.


* * *



Ho dormito per tutta la settimana; adesso è venerdi. Preparerò antipasti fino a domenica. Poi riprenderò a sognare.
Saremo in un bosco, dormiremo su un’amaca abbracciati. Saremo ricchi. Faremo l’amore senza preservativo ed io crederò a tutte le dolcezze che dirai.





I testi sono tratti dalla breve silloge "Poesie da Berlino" (2009), che si può leggere qui.

domenica 26 gennaio 2014

insonnia. Omero



Notte d'insonnia. Omero. Vele tese laggiù.
Ho letto, delle navi, fino a metà il catalogo:
questa lunga nidiata, questo corteo di gru
che dall'Ellade un giorno si levò e prese il largo.

Cuneo di gru diretto verso estranee frontiere –
bianca spuma divina sulle teste dei re –,
per dove fate rotta? Per voi Troia senz'Elena
che cosa mai sarebbe, maschi guerrieri achei?

L'amore tutto muove – e Omero ed il suo mare.
A chi presterò ascolto? Ed ecco tace Omero,
ed enfaticamente strepita un mare nero
che con un greve rombo si addossa al capezzale.

Osip Mandel'štam (1915)

sabato 25 gennaio 2014

c'era una volta una donna affascinante...



... che incontrò una bella attrice bionda.

A Ella Fitzgerald non era consentito suonare al Mocambo per via del colore della sua pelle. E allora, una delle più grandi fan di Ella fece una telefonata che probabilmente cambiò in meglio la carriera della cantante.
Ella ci racconta la storia di come Marilyn Monroe le cambiò la vita:

"Devo molto a Marilyn Monroe [...]. Chiamò personalmente il proprietario del Mocambo e gli disse che voleva che io fossi ingaggiata immediatamente, e che se l'avesse fatto lei avrebbe preso un tavolo in prima fila tutte le sere. Gli disse – ed era vero, per via del fatto che Marilyn era una grande star – che la stampa sarebbe impazzita. Il proprietario disse di sì, e Marilyn fu lì, in prima fila, ogni sera. La stampa andò su di giri. Dopo di allora, non dovetti più suonare in un piccolo club. Era una strana donna, un po' avanti rispetto al suo tempo. E non lo sapeva."


...leggi tutta la storia qui.

venerdì 24 gennaio 2014

ultime dalla famiglia (miscellanea)



In macchina. Sul sedile posteriore, da qualche minuto Eli borbotta tra sé e sé contando sulle dita.
Poi, all'improvviso:
"Papà!"
"Che c'è, cicci?"
"Ma lo sai che sette mesi finiscono con la o e cinque con la e?"

(...ma non è che avrò creato un mostro?)

* * *

"Mamma, pecché le mummie tono gente motta che aveva il gesso anche topla la testa?"

* * *

“Scuta, mammina, potlesti fale un po' più piano, come fanno le mamme tlanpuille?”

* * *

"Mammina, me la cecchi tu la macchinina in soggionno, pecché io non liesco a vedella con i miei occhioni glandi?"

* * *

"Bimbi, vi metto La spada nella roccia: The Sword in the Stone!"
"Epplodi neccon? Ma che cot'è che epplode?"

* * *

"MAAAAAMMAAAAAAAA!!!"
"Santo cielo, Eli, che c'è?"
"Mi scappa la popò."

* * *

"Batta! Me ne vado! Ttupidine! Non capite niente, voi pemmine!"
"No, io sì! La mamma, semmai..."

* * *

"Eli, allora, hai deciso che cosa vuoi fare da grande?"
"L'Annalocchi!"
"Ma prima non volevi fare la Camozzato? Hai cambiato idea?"
"Allora la mattina faccio l'Annalocchi e il pomeriggio la Camozzato..."

giovedì 23 gennaio 2014

la voix humaine




Lo sai ci sono percorsi più o meno
diretti verso quel punto in penombra
che non so nominare.
Alcuni ti conducono alla soglia
e lì ti abbandonano – altri
ti piombano nel bianco della fiamma.

La tua voce conosce scorciatoie
sentieri obliqui circolazioni
capillari – mentre si parla d'altro
lo raggiunge per angoli del tutto
inaspettati.


mercoledì 22 gennaio 2014

"no way to say goodbye"



I love you in the morning
Our kisses deep and warm
Your head upon the pillow
Like a sleepy golden storm...
(Leonard Cohen)


Oggi è una di quelle mattine
che devo abbandonarti immersa
nella materia densa del sonno

svuotato il palmo destro non posso
più valutare con accuratezza
le sfumature agogiche del tuo cuore

ho già ripassato a sufficienza
le isoipse dei fianchi i grafemi
delle vertebre – il distacco insomma

è ormai quasi completo
solo il respiro si interrompe un attimo
una parola affiora alla coscienza

indecifrata nel fragore della luce.



 (clicca per ingrandire)

martedì 21 gennaio 2014

"sono molto seccato"





Sono molto seccato quando penso
alle cose cattive che ho fatto nella mia vita.
Non ultima quella volta nel laboratorio di chimica
quando tenendo un paio di forbici per le lame
passai i manici
nella nuda fiamma lillà del becco di Bunsen,
poi ti chiamai e te le porsi.

Oh, il puzzo impareggiabile della pelle marchiata
mentre infilavi dentro il pollice e il medio,
e poi non potevi più scuotere via i due anelli infuocati. Marchiata,
disse il dottore, per l'eternità.

Non mi credere, ti prego, se ti dico
che era l'unico modo per un tredicenne dalle mani di pastafrolla
di chiederti se volevi sposarmi.

Simon Armitage (traduzione mia)

lunedì 20 gennaio 2014

una grazia comune (tre poesie di Daniela Andreis)



Confondimi con qualcosa che hai in casa:
una tazza, un mestolo forato, o con l'incarto del pane
che io possa avere una grazia comune,
essere presa in mano o piegata e riposta,
esser gesto quotidiano, ricordo di giochi, di prove di fuochi,
di crosta nel latte,
un odore di soglia che avverti già sulle scale
o la presa alla cieca, la sicurezza persino banale
di trovarmi nello stesso posto, in uno stipetto;
esserti persino cara
in qualche momento, quando tutto ti è estraneo
e persino l'albero cambia forma
la chioma notturna diventa cava, grotta, e di fosforo diventano gli
occhi, in fretta, in fretta;
fammi sillaba piena, sensata,
trattami col senso che dà
una riposante maneggevole realtà:
son fatta di un solo mistero,
le spalle controvento,
le impronte cardiache,
segnaletiche, in fila indiana,
là dove smarrisci la tua parola
meridiana.

* * *

Sperare di esserti un poco assomigliata,
come piano piano si somigliano tutti quelli di casa:
l'odore che prendono i vestiti nello stesso armadio,
il cuscino strapazzato, il più usato del divano,
o scucitura del cappotto preferito,
il bacio come l'un l'altro si è dato.

* * *

e ancora, ancora;
restano fuori
il mio nome
il tuo nome
e poche altre cose dicibili;
se un giorno non mi sentirai più
non cercare la chiave,
svita le viti, piega i chiodi,
prendi un'ascia:
di questo cassetto
non lasciare intatto un pezzo


da "La casa orfana", Lietocolle 2013
i testi sono ripresi da qui (dove ne trovate anche altri)

domenica 19 gennaio 2014

deontologia



Ci sono molte ragioni nobili per scrivere versi
ed è anche inutile elencarle
poi ce ne sono di meno nobili – altrettante
se non di più

del resto avrei difficoltà a classificare
le buone ragioni dalle cattive:
la scrittura antidepressiva per esempio
o quella vendicativa

meglio scrivere per un'ossessione d'ordine
o per fomentare il caos
scrivere per colmare le assenze
o in cambio di sesso occasionale

scrivere per noia o per eccesso di felicità
oggi scrivo per ottenere silenzio
per domare il viluppo dei precordi
per sorridere

sarebbe già un risultato.

sabato 18 gennaio 2014

l'alveare della poesia: tre poesie di Billy Collins



Un poeta che ho scoperto da poco, grazie a Lucia.
Se vi interessa, gli originali potete leggerli qui. Le traduzioni qui sotto sono mie.


* * *

Un altro motivo per cui non tengo in casa un fucile

Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare.
Abbaia con lo stesso abbaiare ritmico e acuto
con cui abbaia ogni volta che vanno via.
Mi sa che lo accendono uscendo.

Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare
chiudo tutte le finestre di casa
e metto su una sinfonia di Beethoven a tutto volume
ma riesco ancora a sentirlo attutito sotto la musica,

abbaia, abbaia, abbaia,
e ora lo vedo sedere nell'orchestra
tranquillo a testa alta come se Beethoven
avesse incluso una parte per cane abbaiante.

Quando finalmente il disco termina sta ancora abbaiando,
seduto ad abbaiare nella sezione degli oboi,
gli occhi fissi al direttore che lo sta
implorando con la bacchetta

mentre gli altri musicisti ascoltano in rispettoso
silenzio il famoso assolo di cane abbaiante,
quella coda interminabile che per prima affermò
Beethoven come un genio innovatore.

* * *

Introduzione alla poesia 

Chiedo loro di prendere una poesia
e tenerla controluce
come una diapositiva a colori

o appoggiare un orecchio al suo alveare.

Dico mettete un topo nella poesia
e guardate come trova la via d'uscita,

o camminate nella stanza della poesia
tastando i muri in cerca dell'interruttore.

Voglio che facciano sci d'acqua
sulla superficie di una poesia
salutando il nome dell'autore sulla riva.

Ma loro vogliono soltanto
legare la poesia a una sedia con una corda
ed estorcerle una confessione.

Cominciano a picchiarla con un tubo
per scoprire che cosa davvero significa.

* * *

Lo sviluppo del bambino

Com'è sicuro che ai pesci preistorici spuntarono le gambe
e lasciarono le spiagge per andare a spasso nelle foreste
sviluppando alcuni verbi irregolari per le loro
prime conversazioni, così anche i bambini di tre anni
entrano nella fase dell'insulto.

Ogni giorno ne arriva uno nuovo che si aggiunge
al repertorio. Stupida Testa di Rapa,
Grossa Faccia di Fogna, Cacca-per-Terra
(quest'ultimo mi suona un po' Navajo)
li strillano dal livello-ginocchia, i musetti
rossi per la sfida.
Niente che Samuel Johnson si sarebbe spaventato a profferire
in un pub, ma in fondo i pargoletti non stanno provando
a distruggere qualche fatuo dilettante dell'Illuminismo.

Stanno solo tormentando i loro colleghi mocciosi
o attirando l'attenzione dei giganti
lassù con i loro cocktail e il fiato cattivo
a dire scemenze baritonali ad altri giganti,
aspettando di insultarli dopo averli ringraziati
per la splendida festa e aver sentito chiudersi la porta.

I grandi risparmiano le fantasie rabbiose
per cose come un martello traditore, catene da neve,
treni in partenza mancati per pochi secondi,
però nei loro cuori adulti sanno bene,
anche se minacciano di spedire Timmy a letto
per queste maniere orribili,
che i loro capi sono Stupidi Ciccioni,
le loro mogli Sceme Testevuote
e che loro, loro stessi sono Signori Cretinetti.

venerdì 17 gennaio 2014

"una piccola cosa mia" (quattro poesie di Cinzia Demi)



fu un giorno lontano
che presi la tua foto

solo quella presi

eri una piccola cosa mia
eri Dio
mia unica compagnia


* * *


che strano sapore
possono avere le stelle
ho la bocca piena di sale

dicono non sia giusto guardarle
se pensi
a quanta luce ti danno

proprio adesso
che camminare al buio
è più semplice che mai


 * * *


quante notti ti ho descritto
per arrivare a questa
a questa di bicchieri non lavati
e briciole
raccolte con la mano

solita panca solita cucina
– dobbiamo fare mattina –
hai detto

poi con gli occhi
hai cercato qualcosa
qualcosa di lontano
mi hai preso la mano
era estate all'improvviso

Firenze fuggiva quella notte
come un campo seminato di fresco
– perché te lo sei chiesto? –

baci e velluto sulla pelle
amore non giurato
baccanti, dei prodighi e pittori
bravi quegli attori di strada
che orchestra ci portava il vento

un solo strumento
variabili nessuna
sì fose c'era anche lei
la luna
e il passo veloce
di quegli anni

sul lung'Arno
una chiatta c'accompagnava
brivido di fuoco sulla pelle
la tua giacca
mi copriva le spalle


* * *


“Un po' di pace basta a rivelare
dentro il cuore l'angoscia,
limpida, come il fondo del mare
in un giorno di sole”

(P. P. Pasolini – Le ceneri di Gramsci, V)


della periferia

scendo sempre alla fermata prima
l'autobus riparte continua
guardo l'asfalto che qui screpola e ribolle
e sto attenta alle buche
e a non mettere il piede dov'è molle

al diavolo la strada stasera
senti che profumo di lavanda
o so è quel bucato steso che lo manda
ma il cielo è ancora così azzurro a quest'ora
anche per quell'anziana signora

che mi guarda incuriosita e mi odora
come il cane che si ferma un attimo
che smette di cercare
forse mi vorrebbe parlare
ma guardo già più avanti

oltre il ponte oltre i campi
oltre l'ultimo palazzone
oltre l'ultima coda sullo stradone
oltre il fiume
oltre l'ultimo lembo di verde

oltre la vita disperata che emerge
tra quei filari di cassonetti pieni
in quegli occhi d'indaco e di lupo
che in una sera come questa
accennano un sorriso di saluto


(da “Il tratto che ci unisce”, Prova d'Autore, Catania 2009)


nell'immagine: Evelyn Williams, "La luna sulla mia faccia"

mercoledì 15 gennaio 2014

martedì 14 gennaio 2014

interferenze



Perdonami ma proprio in quel momento
non potevo togliermi dalla testa il riff
di “Pale Blue Eyes”. I tuoi occhi sono verdi
lo so – ma hai presente?
“thought of you as my mountain top
thought of you as my peak”
ed eri proprio quello
eri la vetta da raggiungere
sbirciandoti dall'incavo dei seni
risalendo un bacio per volta
come chi ha la meta ben chiara
ma apprezza ogni passo.

lunedì 13 gennaio 2014

stagioni




"La canzone della pioggia"

Questa è la primavera del mio amore
La seconda stagione che devo conoscere
Tu sei la luce che mi fa crescere
Così poco calore ho conosciuto
Non è difficile sentirmi splendere
Ho guardato il fuoco crescere tanto basso

È l'estate dei miei sorrisi
Via da me Portatori di Tenebra
Parlami soltanto con gli occhi
È a te che do questa canzone
Non è difficile riconoscerlo
Sono cose chiare a tutti di volta in volta

Parla parla
Ho sentito il freddo del mio inverno
Non pensavo che se ne potesse mai andare
Ho maledetto la tenebra calata su di noi
Ma so che ti amo tanto

Queste sono le stagioni delle emozioni
E simili ai venti si alzano e calano
Questa è la meraviglia dell'affetto
Vedo la torcia che tutti dobbiamo impugnare
Questo è il mistero del quoziente
Su tutti noi deve cadere un po' di pioggia


* * *


"The Rain Song"

This is the springtime of my loving
The second season I am to know
You are the sunlight in my growing
So little warmth I've felt before
It isn't hard to feel me glowing
I watched the fire that grew so low

It is the summer of my smiles
Flee from me Keepers of the Gloom
Speak to me only with your eyes
It is to you I give this tune
Ain't so hard to recognize
These things are clear to all from time to time.

Talk Talk
I've felt the coldness of my winter
I never thought it would ever go
I cursed the gloom that set upon us
But I know that I love you so

These are the seasons of emotion
And like the winds they rise and fall
This is the wonder of devotion
I see the torch we all must hold.
This is the mystery of the quotient
Upon us all a little rain must fall.

domenica 12 gennaio 2014

oroscopo per l'anno nuovo



Le cose accadono anche quando
non ce ne accorgiamo – anzi allora
soprattutto

quando la luce raggiunge
la rètina è già tutto deciso
le mani ferme sulla sponda asciutta

quando scopri nella voce la congiura
tutto è lontano
la terra ha smesso di bruciare

a piedi nudi puoi tentare l'erba
divinare un sentiero.


 nell'immagine: Rockwell Kent, "Valley of Vermont" (1921)

sabato 11 gennaio 2014

contributo a una storia della bellezza



Il mondo non è mai stato silenzioso.
Per le strade di Tell el-Amarna echeggiavano
i peti dei somari e sotto l'Eretteo
di sicuro bestemmiava un carrettiere.
Il mondo non è mai stato più
o meno bello di così era solo più feroce
il buio assediava di zanne i covili.
Il mondo è sempre stato una desolazione
allora come adesso scaviamo
la terra gelata mordiamo la carne.


nell'immagine: Piero di Cosimo, "Scena di caccia"

venerdì 10 gennaio 2014

allegro (ma non troppo)

Tutto è nato da un post su FaceBook. Questo:



Il post, chiaramente, era semiserio. E semiseria è stata la discussione che ne è seguita, della quale riporto qualche stralcio.

Marco: 
"«dolore», «poesia» e «poeta». Non c'è quasi poesia che abbia letto su Web quest'anno che non le contenesse."

Antonio:
"beh, non per nulla poesia fa rima con malinconia"

Sergio:  
"fa rima anche con allegria
(e con acciaieria, amnesia, rupia, anarchia, anatomia, apatia, borghesia, bugia, chirurgia, cortesia, carestia, follia, fobia, miopia, pazzia, mania, simmetria e trattoria)"

Marco:
"La luna è chiara, / La notte è cheta. / Spara al poeta! / Spara al poeta!"

Sergio:
"chiara è la luna / cheta è la notte / càrcalo di botte! / càrcalo di botte!"


Stefano:
"aggiungerei: sangue, abisso, anima"


Lucia:
"pure caledoscopio, no?"


Marcello:
"Parole da usare invece: ippopotamo, termosifone, lavastoviglie"


Pierluigi:
"...nonchè 'derattizzazione, abbonamento, leptospirosi'"


Sergio:
"non ci sono limiti. come diceva Valerio Magrelli, l'unica cosa ASSOLUTAMENTE PROIBITA sono i gabbiani al tramonto. lì, la poesia è morta."




... insomma, ci si diverticchia.
Però, siccome a me le sfide piacciono, ho deciso di usarle sul serio, le parole suggerite. E anche qualcuna di quelle proibite.
Questo è il risultato.

* * *

Teleidoscopio

Fra il termosifone e la lavastoviglie
secerne il cartone del latte
la sua tristezza d'ippopotamo.
È scaduto l'abbonamento, penso,
e il comune si appresta a derattizzare.
La leptospirosi del resto sta diventando
un problema serio. Niente gabbiani in vista
né tramonti. Dall'olio emerge la melanzana
orlata di muffa traslucida.

giovedì 9 gennaio 2014

madrigale (alla maniera di Vivian Lamarque)




È fragile la mia
sorellina – fragile come la carta
velina – come la spirale
di una conchiglia.
Anche oggi sta male
me lo dice al telefono
e io penso: a chi somiglia
la mia sorellina? A una pietruzza
dura – così piccola e aguzza
che non si può spezzare
ma un refolo
di vento la cattura
il mare la guida
fino all'insenatura
delle mie dita.

mercoledì 8 gennaio 2014

incastri obbligati



Se solo – pensavo – le tessere
avessero non dico un numero
ma anche solo una forma riconoscibile –
qui la testa lì la coda lì la pinna
dorsale ed ecco la sagoma precisa
del pesce le scaglie di colori
primari – se non ne avanzasse
sempre una – se la lacuna
fosse colmabile se bastasse
citare poetesse dal nome impronunciabile
se la saggezza avesse proprietà
osmotiche – se insomma “tutto va bene”
non fosse così completamente
sbagliato – se si potesse
ultimare il periodo ipotetico
fermare la fuga della sintassi.

martedì 7 gennaio 2014

un ricordo di Pierluigi Bacchini

1927 - 2014

Qui un ricordo di Alessandro Canzian

lunedì 6 gennaio 2014

qualcosa



A volte ci penso: è di questo che sarà fatta
la vita – quando di vita ne resterà davvero poca
quando dovremo separare il bene dalla morchia.
Sarà fatta delle parole che non ti scriverò mai
perché le odierei se dovessi spogliarle
dalla forma d'onda che le fa tue.
Sarà fatta di quegli spazi tra sistole e diastole
dove non ci crederesti quanta roba si può stipare.
In uno di quegli intervalli ad esempio ti ho vista
seduta accanto a me quando già credevo di averti
disseminata nel bianco dei non-luoghi
in un altro hai sorriso e mi hai risposto
“giocaci” e in un altro ancora
c'è qualcosa che non reggerebbe alla più
lieve pressione – un fosfene una diatomea –
qualcosa davanti a cui
mi arrendo.


nell'immagine: una fotografia di Robert Doisneau

domenica 5 gennaio 2014

bilanci



Rileggo poesie scritte dieci anni fa, più o meno. E mi pare che, per qualche ragione, reggano meglio di quelle che scrivo ora.
Anche se le sento lontane, come se le avesse scritte qualcun altro, non io.
Però facevano più presa, avevano un appiglio sul reale che in seguito devo aver perso.
Bisogna che escano, prima o poi.

(Invece, tutto quel che ho scritto prima dei 25-26 anni rimarrà inedito. Perché è giusto così.)

sabato 4 gennaio 2014

"Dio mi cresceva in grembo" (una poesia di Angela Caccia)





DAL VANGELO DI MARIA

Era un bosco di mandorlo
un sole senza raggi gettava l'ultimo
chiarore il primo rintocco del tramonto.

Intrecciavo collane alla mia bambola
anche lei bambina sposa, quando un nido
tra i rami aggrovigliati m'accese tenerezza:
sarò moglie capace all'uomo mio, terrò il
focolare sempre acceso e grappoli di cipolle
ed erbe secche ai muri.

Dall'ombra una scintilla poi un bagliore...
In te abiterà Suo figlio, vivrà e si farà storia!
Nelle orecchie il battito era un tonfo, quel
brusio fragore. All'angelo resistette, non io,
ma come un dolore amaro, senza nome: Giuseppe
avrà il nocciolo di un frutto già mangiato?!...
Riceverà luce di fede e sostegno di ragione.

Nelle mie arterie scorreva già l'oceano
ne accolsi la potenza, non scorsi il suo fondale
e chinai il capo.

Così fui madre.
Così fui culla e figlia dell'Amore.

* * *

Sui muri crespi, chiari di luna, tremavano
le sagome dei palmizi. Sfumavano le voci del
villaggio mentre correvo a lui, l'amato,
ignaro di ogni fatto.

L'ombra mia accanto ad un cespuglio, la sua
di uomo sconfinato la raggiunse, l'accostò a sé
l'avvolse... e fummo l'ombra del più struggente
abbraccio.

Sarà grazia o colpa?... in quell'abbraccio sciolsi
la paura e raccontai di un terrore che m'artigliò
il petto, dello stupore che gelò il piano, poi di
un sorriso: Dio mi cresceva in grembo!

Lui non parlò – io... chinai il capo.
Non mi bastò il suo tacere, non vi era
cuore libero e liberato nella Sua parola.

Così fui donna sospettata, un pezzo di dolore.
Fui solo madre scelta e madre per scelta
il Suo guscio, la figlia prediletta dall'Amore



(da “Nel fruscio feroce degli ulivi”, Fara 2013;
qui una mia recensione del libro)

venerdì 3 gennaio 2014

cronache familiari: lezioni di galanteria



"Mamma! Il tuo sedele è cotì glande che mi sembla una pagnotta gigante!"

regali per l'anno nuovo



Fresco fresco nella cassetta della posta.

giovedì 2 gennaio 2014

partita doppia (2013)



Ho letto poco. O almeno, poco secondo i miei standard.
Ho scritto quarantanove poesie e due poèmes en prose.
Ne ho pubblicate un po' qua e là, su carta o sul web (qui la lista).
Ho concluso due libri. Uno uscirà a breve, l'altro chissà.
Ho idee per altri tre, che chissà quando scriverò.
Ho partecipato a un bellissimo incontro di poesia. Anzi, due, anche se nel secondo fisicamente non c'ero.

Ho fatto due viaggi all'estero. Uno molto lungo, molto stancante e molto bello; bello più per la compagnia che per il viaggio in sé e per sé. Uno più breve, che ha fruttato pensieri, ricordi, immagini e punti interrogativi.
Ho trascorso due settimane in Toscana, piene di sole, sale e profumo di pini.
Ho anche trascorso una settimana in montagna, con moglie, figli, suocera, cognati e nipotine. Fuori dal mondo, felice e beato (qui, qui e qui).
Ho rivisto il mio paese, dopo un paio d'anni abbondanti.
Sono stato a Toronto, a York, in Maremma, a Fonte Avellana, a Roma, a Foligno, a Terni, a Macerata, a Modena, in Puglia, a Trento, a Cerreto di Spoleto, a Siena, a Salerno.
Sarei potuto andare a Berlino e non ci sono andato.

Ho seguito tre corsi d'aggiornamento a scuola: uno faticoso ma utilissimo, un altro una totale perdita di tempo. Il terzo devo ancora finirlo.
Ho contribuito a far bocciare una decina di alunni. Alcuni se lo meritavano, altri no.
Ho completato il lavoro per due pubblicazioni abbastanza importanti, che dovrebbero uscire quest'anno. Una e mezza, in realtà, perché l'altra è da finire. Roba di linguistica. Di una sono abbastanza soddisfatto, dell'altra così così.
Ho fatto un corso di tedesco.
Ho parlato alla radio (quella del mio liceo, niente di che).
Ho ripreso un po' a disegnare.
Ho lavorato come un matto, per la scuola, per l'università, per il giornale. Ho guadagnato poco, ma ci si campa.
Ho fatto l'amore non tanto, ma bene.
Ho iscritto i miei figli alla materna e alle elementari.
Ho fatto un colloquio all'università e non sono stato scelto. Per fortuna.
Ho capito che non lavorerò mai nell'università. Non in Italia, perlomeno.

Ho scritto un sacco di lettere, come non facevo da tanto tempo.
Ho aiutato una persona cara a superare un periodo difficile.
Ho finalmente detto, a una persona a cui voglio un bene dell'anima, che le voglio un bene dell'anima.

Ho qualche ruga e parecchi dubbi in più.

mercoledì 1 gennaio 2014

"il catalogo è questo" (a.k.a. the inevitable book list)





L'appuntamento più atteso dai miei ventiquattro lettori: la lista dei libri che ho letto quest'anno.
Pochi.
O almeno, pochi rispetto alla mia media.
Poca narrativa, e perlopiù di genere: western, poliziesco, noir, fantascienza (non ho nulla contro la narrativa di genere, sia chiaro, sennò manco li avrei letti). 
Un po' di saggistica, di argomento vario.
Pochissima poesia (non per mia volontà, ma per mancanza di tempo e concentrazione). 
Fumetti, tantissimi.

Venendo alle classifiche:

Libro dell'anno: nessuno. (Quasi) tutti piaciuti moderatamente, nessun colpo di fulmine.

Scoperta dell'anno: Giorgio Scerbanenco. Non l'avevo mai letto. Bello.

Sconfitta dell'anno: Dostoevskij. Per l'ennesima volta, comincio un suo libro e non riesco a finirlo. Io mi arrendo; per ora, almeno.

Fumetti dell'anno: ex-aequo, "Savarese" (che è uno stra-classico, ma io non l'avevo mai letto) e "L'intervista" di Manuele Fior (una conferma); al secondo posto, "Love and Rockets", ma solo perché la maggior parte delle storie le conoscevo già: per il resto, un capolavoro. Fuori gara, "Unastoria" di Gipi, perché devo ancora digerirlo bene.

Film dell'anno: Roman Polanski, "Il coltello nell'acqua" (hors-catégorie, "Il Gattopardo": che avevo già visto, ma vederlo al cinema, restaurato, è una roba dell'altro mondo).


* * *


Narrativa (18 + 1 passim + 3 abbandonati + 1 cominciato)

Aldo Palazzeschi, Roma
Mario Soldati, Le due città (abbandonato dopo poche pagine: non mi ispirava)
Franz Kafka, Die Verwandlung / La metamorfosi (edizione bilingue) (passim, per esercizio con il tedesco)
Fredric Brown, Cosmolinea B-1
Wu Ming, New Thing
Dostoevkskij, L'idiota (abbandonato a pag. 473, su 840)
J. Achim von Arnim, Passioni olandesi (interrotto dopo poche pagine, perché ho perso il libro in aereoporto, a Toronto)
Louis L'Amour, Verso la pista dell'Oregon
Robert A. Heinlein, Waldo
Nick Hornby, About A Boy
Robert Sheckley, Anonima aldilà
Gianni Celati, Fata morgana
Sol Yurick, I guerrieri della notte
J. K. Rowling, Harry Potter e l'Ordine della Fenice
George R. R. Martin, Il trono di spade. Il grande inverno
Robert A. Heinlein, Fanteria dello spazio
Friedrich Glauser, Il sergente Studer
Ennio Flaiano, Tempo di uccidere
Robert Scheckley, La decima vittima
J.K. Rowling, Harry Potter e il Principe Mezzosangue
Giorgio Scerbanenco, Venere privata
Raffaele La Capria, Ferito a morte
Proust, La strada di Swann (appena cominciato)


Poesia (5 + 1 passim + 1 da finire)
Giancarlo Majorino, Autoantologia (passim)
Angela Caccia, Nel fruscio feroce degli ulivi
Antonio Lillo, Dal confino
Massimiliano Bardotti, A cieli aperti 
Antonio Lillo, Rivelazione (inedito)
Cinzia Demi, Il tratto che ci unisce
Enrico Fraccacreta, Camera di guardia (da finire)



Saggistica (15, di cui 3 iniziati nel 2012 + 1 passim + 1 da finire)
Sandra Petrignani, Addio a Roma (iniziato nel 2012)
(a cura di Chris DeVito), Coltrane secondo Coltrane. Tutte le interviste (iniziato nel 2012)
Henri Michaux, Passaggi (iniziato nel 2012)
Martin Bernal, Atena nera (passim, per consultazione)
Guido Mazzoni, Teoria del romanzo
Anna Maria Farabbi, La tela di Penelope
A. B. Spellman, Quattro vite jazz
Rudolf e Margot Wittkower, Nati sotto Saturno. La figura dell'artista dall'Antichità alla Rivoluzione Francese
Corrado Augias e Remo Cacitti, Inchiesta sul cristianesimo. Come si costruisce una religione
Roberta D'Adda, Pontormo (I classici dell'arte Rizzoli / Corriere della Sera)
Roberto Guarino, Tex secondo Nizzi. Intervista a Claudio Nizzi
Luca Bragalini, Storie poco standard. Le avventure di 12 grandi canzoni tra Broadway e jazz
Luca Serianni, L'ora di italiano. Scuola e materie umanistiche
Peter Niklas Wilson, Albert Ayler. Lo spirito e la rivolta
Eva Cantarella, Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto
Marshall Sahlins, Un grosso sbaglio. L'idea occidentale di natura umana
Matteo Nucci, Le lacrime degli eroi (da finire) 


Altro (1 passim)
Anonimo romano del '300, Cronica (Vita di Cola di Rienzo) (passim, per un lavoro a scuola)


“I bianciardini” (mini-libri) (4)
Leo Longanesi, I borghesi in gelatina
Leo Longanesi, La Vespa
Luciano Bianciardi, La tradotta per Mosca
Mira Magen, Qualcuno chiuda il cancello


Fumetti

Albi in formato bonelliano o simile (92)
Tex nn. 627-638
Texone “I pionieri”
Color Tex nn. 3-4
Almanacco del West 2013
Maxi Tex “Alaska”

Almanacco dell'Avventura 2014 (comprende le storie: “L'uomo del Nilo”, “L'uomo del Messico” e “L'uomo delle paludi”, di D. Canzio e S. Toppi)
Sergio Bonelli. Il timoniere dei sogni (contiene la storia “L'uomo del Texas”, di S. Bonelli e A. Galleppini)

Saguaro n. 7
Shanghai Devil n. 16
Dampyr, n. 155, 157, 158, 159, 160, 163, 164
Speciale Damypr n. 9, “Gli studenti della scuola nera”(Boselli-Bacilieri)
Lilith, nn. 10-11
Dragonero, n. 1-4
Dylan Dog, n. 325
Orfani, nn. 1-3

“Le storie” (Bonelli):
Ruju-Casertano, No smoking
Bilotta-Mosca, Il lato oscuro della luna
Morales-De Cubellis, Ritorno a Berlino
Accattino-Casertano, La pattuglia
Gigi Simeoni, Amore nero
Cajelli-Cremona, Mexican standoff
Bilotta-Vitrano, Nobody
Di Gregorio-Ripoli, Il lungo inverno
Barbato-Freghieri, La pazienza del destino
Gualdoni-Pontrelli, Il moschettiere di ferro
Carlo Ambrosini, Cuore di lupo
Recchioni-Accardi, I fiori del massacro

Walter Venturi, Il grande Belzoni
Nizzi-Bonfatti, Leo Pulp n. 2 “I delitti del Sunset Boulevard”

Collana: “West. Fumetti di frontiera”. Swolfs-Marc-Renier, Black Hills, vol. 1 e 2
Collana: “West. Fumetti di frontiera”. Christian Rossi, “I pionieri”, vol. 1 e 2
Jonathan Cartland, n. 4 “I sopravvissuti delle ombre”
Lester Cockney n. 4-5
Font e Marazano, Eloisa di Montfort
Giacomo Bevilacqua, Metamorphosis, Atto 2 (di 3): Lui / Atto 3 (di 3): Loro
Rat-Man, n. 94-99
“Comics & Science. Leo Ortolani presenta Misterius”
“L'artista” (storia inedita allegata alla Rat-Agenda 2014)
Nirvana, n. 7-11
Long Wei, n. 1-4

Wood e Garcia Duran, Qui la legione, voll. 1-5
Wood e Mandrafina, Savarese, nn. 2 e 3

Vance-Van Hamme, XIII, vol. 3 (Rosso Totale / Il dossier di Jason Fly)
Vance-Van Hamme, XIII, vol. 4 (La notte del 3 agosto / Tredici contro uno)
Vance-Van Hamme, XIII, vol. 5 (Per Maria / El Cascador)
Vance-Van Hamme, XIII, vol. 6 (Tre orologi d'argento / Il processo)
Vance-Van Hamme, XIII, vol. 7 (Secret Defense / Liberate i cani)
Vance-Van Hamme, XIII, vol. 8 (Operazione Montecristo / L'oro di Massimiliano)
Giraud-Vance-Van Hamme, XIII, vol. 9 (La versione irlandese / Atto finale)

Charlier-Giraud, Blueberry, vol. 1 (Fort Navajo / Tuoni all'Ovest)
Charlier-Giraud, Blueberry, vol. 2 (Aquila solitaria / Il cavaliere perduto)
Charlier-Giraud, Blueberry, vol. 3 (La pista dei Navajos / L'uomo dalla stella d'argento)
Charlier-Giraud, Blueberry, vol. 4 (Il cavallo di ferro / L'uomo dal pugno d'acciaio)

J. Dufaux-M. Malés, I ribelli. La perfezione del male

Albi in formato-libro (13)
Paolo Bacilieri, Sweet Salgari
Gilbert Shelton, Freak Brothers (I maestri del fumetto)
Robert Crumb, Fritz il gatto (I maestri del fumetto)
Manuele Fior, L'intervista
Oesterheld-Pratt, Sgt. Kirk vol. 4 – Il rifugio della montagna
Pazienza, Tutto Zanardi (Fandango Libri)
Sualzo, Fermo
Scott McCloud, Zot!
Giuseppe Palumbo, Uno si distrae al bivio. La crudele scalmana di Rocco Scotellaro
Zerocalcare, Dodici
Gilbert Hernandez, Palomar 1. Una zuppa per il crepacuore (Love and Rockets Collection)
Gipi, Unastoria
Oesterheld-Breccia, Sherlock Time


Film (visti o rivisti) (10)
Agnieszka De Holland, In Darkness (al cinema, con la scuola)
Roman Polanski, Il coltello nell'acqua (DVD, a casa; perfetto, senza altri aggettivi)
J. Clavell, L'ultima valle (DVD, a scuola – 2 volte)
E. Olmi, Il mestiere delle armi (DVD, a scuola – 2 volte)
Madagascar 3 (solo il secondo tempo, al cinema del campeggio: brutto brutto brutto)
Batman. Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan (al cinema, in campeggio; bah...)
Monsters University (al cinema, con la famiglia; bello, quasi come il primo)
Jerry Lewis, I sette magnifici Jerry (DVD, a casa con moglie e bimbi)
Il Gattopardo (versione restaurata - al cinema, con la scuola)
Lo Hobbit 2 – La desolazione di Smaug (al cinema, con moglie e bimbi; mah...)



nell'immagine: Antoine Wiertz, La letterice di romanzi, 1853