lunedì 29 aprile 2013

verso la fine



Quale catastrofe ti ha lasciato la spalla nuda?
Quale ustione ti ha levigato?
Di tutta la carne visibile
è la cicatrice
a travolgere gli spazi a ingoiare la luce

più ancora del dente del palato
è lì che si perde il contorno delle sillabe
nei gesti acuminati
ora senti il peso della mora

chi parlerà più dei tuoi polsi
già adesso puoi avere l'esatta
misura del collasso

osservando il margine allontanarsi
l'oracolo tacere.



(nell'immagine: Roberto Ferri, Angelo Prigione)

sabato 27 aprile 2013

spazio



L'amore è un'occupazione dello spazio.

(Henri Michaux)

martedì 23 aprile 2013

all'italia (2)

 

Mai anni peggiori
di questi che noi viviamo,
né stagione più vile
coprì di rossore la fronte asciutta italiana;
cadavere fulminato
giace essa riversa sull’erba di una trazzera.
Così la sera del nostro vivere umano
quando la morte sprofonda nel fuoco della gola
e resta poca gente, sola,
a vegliare con gli occhi asciutti e a ricordare.

Cercare requie a un grande dolore.
Puntuale, atroce come una pestilenza
nella città medievale,
mentre s’abbattono sulle povere spalle
incubi, oscurità, strazianti segni,
sul rosso corallo dei pensieri
ciò che ieri era luce oggi si sfascia
in nembo nero, e una paura di morte,
la fatica di vivere, la sorte
che contrasta in grembo alla vecchissima terra:
tutto si aggruma come la tempesta.
Stridule sibille alzano voti,
vipere d’erba strisciano e inveiscono,
balenano le lame calabresi
e gli arbasini danzano perduti
nell’aria, gialle leggere futili farfalle,
a nulla intenti che allo splendido lume
nella sala addobbata.
I fuochi sono spenti.
Tutto sembra giusto ormai o sembra falso
e distrutto, in questo deserto,
alla fine di una lunga giornata.
Ma tutto ancora si può rovesciare.
Non può essere perso.

Roberto Roversi, da Dopo Campoformio, 1965

lunedì 22 aprile 2013

all'Italia




"Monumenti crollati, abitati solo dall'eco!
Polvere del passato, agitata da uno sterile vento
Terra, ove i figli non hanno più il sangue degli avi!
Ove, su un suolo vecchio nascono uomini vecchi;
Ove il ferro avvilito colpisce solo più nell'ombra;
Ove sulle fronti velate aleggia una nube oscura;
Ove l'amore non è che una trappola, ed il pudore un belletto;
Ove l'astuzia ha alterato il raggio dello sguardo;
Ove le parole dell'irritazione non sono che una pioggia di suoni,
Una nube esplosa che risuona ancora!
Addio!Piangi la tua caduta vantando i tuoi eroi!
Sulle sponde ove la gloria ha ridato vita alle loro ossa,
Vado a cercare altrove (perdonatemi, ombre romane!)
Uomini, e non la polvere degli uomini." 


 (A. de Lamartine)

domenica 21 aprile 2013

morto



Così colui, del colpo non accorto, 
andava combattendo ed era morto

(M. M. Boiardo, Orlando Innamorato, LIII, 60)

sabato 20 aprile 2013

lampi - 212


Quando ti viene voglia di scrivere una poesia, non scriverla.
Scrivila solo se non ne hai voglia, per niente; ma, nonostante tutto, devi assolutamente farlo.

venerdì 19 aprile 2013

il ventre del Paese




Ma diocàro, quisti quant' ce vonno mette pe fa 'n presidente? I' l'amazzarìa tutti. 'L metterìa 'ntol muro e je darìa col mitra, com'ai tempi de Mussolini!

(il Paese Reale, così come si è espresso stamattina al bar)

giovedì 18 aprile 2013

facepalm, part 3

 


- Prof, non ho capito una domanda della verifica.
- Beh, leggimela.
- "La novella di Andreuccio da Perugia è uno dei più celebri esempi del realismo boccacciano. Esemplifica questa affermazione, facendo riferimento al testo".
- Cos'è che non hai capito?
- Niente!
- Allora, vediamo: "La novella di Andreuccio da Perugia...". Te la ricordi?
- Sì.
- "...è uno dei più celebri esempi del realismo boccacciano...".
- Che cos'è il realismo boccacciano?
- Il realismo di Boccaccio.
- Che significa "realismo"?
- Il realismo è la rappresentazione della realtà: i personaggi, gli ambienti, la società... Hai capito?
- Sì.
- Okay. "... Esemplifica questa affermazione..."
- Che significa "esemplifica"?
- "Fai qualche esempio". Chiaro?
- Sì.
- "...facendo riferimento al testo".
- Quale testo?




mercoledì 17 aprile 2013

facepalm, part 2


- Secondo voi, che caratteristiche dovrebbe avere un testo espositivo?
- Dev'essere oggettivo.
- Bene, cioè?
- Deve presentare i fatti così come sono.
- Okay. Mi fate un esempio? Non so: in un giornale, in quali pagine potreste trovare dei testi espositivi?
- In quelle del gossip!

martedì 16 aprile 2013

lampi - 211


Fermarsi prima della morale.

lunedì 15 aprile 2013

lampi - 210


Il disordine sarà pure creativo, ma l'ordine è terapeutico.

domenica 14 aprile 2013

lampi - 209

Secoli fa, negli anni Ottanta: quando l'inferno aveva le pareti dorate...

sabato 13 aprile 2013

lampi - 208


Quella sottile linea tra insegnamento e abuso psicologico.

venerdì 12 aprile 2013

lampi - 207


Ma quanto sono contento di essere fuori dai giochi, dalle conventicole, dai club, dalle consorterie, dalle eterie, dai cenacoli, dai giri e dai gironi, dalle camorre, dalle camarille e dalle camerae caritatis, dagli aumma-aumma, dalle caste, dalle carbonerie, dai partiti, dagli arrivati, dai parvenus, dai non pervenuti, dalle paninoteche, dai centri asociali, dai Grandi Orienti e dai grandi orientamenti, dai chierici rossi e neri.
Fuori dai ranghi e dai ringhi, dagli ammiccamenti, dagli sgomitamenti, dagli occhiolini, dalle dita negli occhi, dagli abbracci, dalle strette di mano, dagli happy hour, dai noi sì loro no, dalle Weltanschauung, dalle magnifiche sorti, da quelli che contano o scontano, dalle carceri d'oro, dagli appartamenti con vista Colosseo, dalle grandi verità, dalle forti tirature, dai massimi sistemi, dai minimi sforzi.
Io sono fuori, loro dentro.

giovedì 11 aprile 2013

facepalm

 

"Prof, ma io in italiano avrei il sei, se non avrei quel tre!"

mercoledì 10 aprile 2013

lampi - 206


Secoli fa, negli anni Novanta...

martedì 9 aprile 2013

meteorologia


 - Lo tai, mamma?
- Che cosa, amore?
- Pelò il mio papà è un po' nuvoloso!

lunedì 8 aprile 2013

lampi - 205


Good things come to those who hate.

domenica 7 aprile 2013

mitopoiesi ofidomorfa


 L.P., Il serpente, pennarelli su carta (2013)

sabato 6 aprile 2013

corpi





A primma matina

Mo mo avessa trascì
scàveze ch'i cosse jilète
adduranne de fóre

ianne qua” l'ea dice “mmàndete
ca si mbusse” e jittarle i vracce
pe vasc'i rine

nu poche pe iutà nu poche
p'a gemendà
pe scuteliarce u fridde da ngolle

mo mo avessa rrevà
i passe l'e cundète
camine” e' dice

iogge n'iè cose de cummatte”
e diracille c'a lenga
già nnascuse

ch'i mène nghiute.

Di primo mattino // Fra poco dovrebbe entrare / scalza con le gambe gelate / odorando di fuori // “vieni qua” le dirò “copriti / che sei bagnata” / e gettarle le braccia giù per la schiena // un po' per aiutare un po' / per prenderla in giro / per scrollarsi il freddo di dosso // fra poco dovrebbe arrivare / i passi li ho contati / “dai” le dirò // “oggi è inutile combattere” / e dirglielo con la lingua / già nascosta // con le mani riempite.




* * *

Avvunìte

È rumaste tutte cose raperte
i tarature vacande
n'iè chiù megghie ccusì
amme luète 'a méze u suèrchie

mo sì ca putesseme bbià dachèpe
quand'iè ca ne stive allanuta
u sinde ti i mènne ca còcene
ce spième mbacce e sckattème a rire

cum'iè tutta sta priezza
zzìcchete chiù vucine
ne lassanne passà l'arie
vocca e vocca ng'adda capè nende.


(Ascolta su DivShare)

Insieme // È rimasto tutto aperto / i cassetti vuoti / non è meglio così / abbiamo tolto di mezzo il superfluo // adesso sì che potremmo ripartire daccapo / quant'è che non stavi nuda / lo senti hai i seni che scottano / ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere // come mai tutta quest'allegria / fatti più vicina / non lasciar passare l'aria / bocca contro bocca non deve entrarci nulla.



(Nell'immagine: un acquerello di Lorenzo Mattotti)

venerdì 5 aprile 2013

il declino



"Storicamente si assiste al declino dell'uomo quando questo non è capace di trovare un equilibrio tra il proprio pensiero e quello collettivo. E' qui che l'arte e la cultura possono rappresentare la chiave per rileggere il mondo e osservare così la crisi da un'altra angolazione. [...] Non è casuale che il termometro dello stato di un Paese sia relazionato al PIL e al debito pubblico, senza tenere in considerazione la sua ricchezza storica e culturale oltre che la qualità delle scuole e delle Università.”

"L'Impossibile Possibile" - Lectio Magistralis di Paolo Fresu, 
Università degli Studi Milano Bicocca, 27 marzo 2013

giovedì 4 aprile 2013

nomina nuda



La mattina certi gesti sono una sicurezza
altrimenti si getterebbe via in un attimo
il lavoro di una vita
di fronte alla verità c'è solo il sangue versato

per questo di tutta la superficie
cerco le pieghe.
La risposta lo so è negli odori
i nomi si cancellano troppo in fretta

ti chiedevi che cosa ci trovassi
nel cavo delle tue ascelle
o perché insistessi a sollevarti il seno
nemmeno tu conoscevi i rapporti di forza.

Delle parole non resta mai molto
le cose invece le cose
sì che si arrendono alla bellezza
non resta che farsi cose

angoli d'entrata e d'uscita
il peso e la larghezza delle tue anche
quelle sono una costante fissa
e il sudore giustifica tutti i silenzi.


(Dowload)

(nell'immagine: disegno di Afro Basaldella)

mercoledì 3 aprile 2013

frammenti di vita scolastica



- Prof, quali sono le previsioni per la scuola, l'anno prossimo?
- Chiedimi piuttosto quali sono le previsioni per l'Italia.
- E quali sono?
- Finiremo come la Grecia.
- Sotto i ponti?
- Eh, già...

martedì 2 aprile 2013

voci traslate

 
da Hugo von Hofmannsthal, Ballade des äußeren Lebens 
(qui tutti i dettagli)


 (Ascolta su DivShare)

I criature tenne l'occhie funne,
ce fanne rosse, mòrene de sùbbete
e nisciune ce vote p'i spià.

E i trigne iàrie ièscene a peróne
i truve nderre accum'e taragnóle
n fa a ttembe a cògghierle e so mbracedète.

E mméne sembe vòrie, e p'i pendùne
scagnème parlamende, e tutt'i iurne
ce sendìme a priezze e a ppecundrìe.

Ce ne ième perdenne mmez'a ièreve,
mmez'a fanóie, àreve, pandène,
sicche e llascùrete accum'e cambesande.

Tutte cose so sfalle, e tande e tande
ca n'i rrive a cundà. E rire, e chiagne
e pu te sckande, e manghe sa u pecché.

E pu? Quèl'iè u uandagge? U fuja-fuje
ce lasse sckitte cchiù vecchie e cchiù sule
a ggereià senza truà na rèqueie.

Che te ne vè, de tutta sta sperienze?
Ca iè ggià 'ssà se rrive a dice “iè notte”
e ce sinde iumà nu priatorie

pesande accum'e méle da nu cupe.


I bambini hanno occhi profondi, / crescono, e all'improvviso muoiono / e nessuno si volta a guardarli. // I prugnoli aspri diventano susine / li trovi per terra come allodole / non hai il tempo di raccoglierli, che marciscono. // E soffia sempre la tramontana, e ai cantoni / discorriamo, e tutti i giorni / sentiamo l'allegria e la tristezza. // Ci perdiamo per l'erba / per fuochi, alberi, stagni / rinsecchiti e bui come cimiteri. // Tutte le cose sono invano, così numerose / che non arrivi a contarle. E ridi, e piangi / e poi ti spaventi, e non sai nemmeno il perché. // E poi? Che cosa ne ricavi? Questo rincorrersi / ci lascia soltanto più vecchi e più soli / a girovagare senza trovare riposo. // Che cosa te ne viene, da tutta quest'esperienza? / Perché è già tanto se arrivi a dire “è notte” / e senti trasudarne una sofferenza // come miele pesante da un favo.

lunedì 1 aprile 2013

ipomelanosi


C'è.
Non è un pesce d'aprile.
Piccolo, nascosto, quasi invisibile, ma c'è.
Il primo capello bianco.

Okay, sapete che vi dico? Se può George Clooney, perché io no? E Andy Warhol? E quel gran figo di Gandalf?
Vabbè, intanto, beccatevi questo.