
Eccomi ancora che ti scrivo
e a te che sei dopo il mare ma molto prima delle ossa
chiedo come misurare per le ombre
e le luci l'angolo corretto: pensaci
eri tu che provvedevi a fare il vuoto
a rendermi doloroso qualunque transito
non lo sapevi ma mi sarebbe bastato un simbolo
una quantità in comune tra il mio passo e il tuo
(ma quella sera eri nuda e semplice
solo l'aria poteva toccarti
siamo entrati usciti ancora entrati senza mai cambiare la disposizione
senza che le tue costole sfiorassero mai la stoffa
e ogni volta eri più giovane e più lontana)
l'ultima volta finalmente hai usato il mio nome
lo accompagnava qualcosa di troppo simile alla gioia.
Ti ho consegnato solo allora quel che già era tuo.
stupenda!
RispondiEliminatroppo buono, come sempre.
RispondiEliminaah le donne dei poeti
RispondiEliminadonne fortunate
almeno sulla carta :)
che bella
RispondiEliminaConcordo con Amanda, ma dipende anche dai suoi egoismi: le donne spesso lo sono, come sembra esserlo questa che provvedeva a rendere "doloroso qualunque transito" e che adesso è "dopo il mare".
RispondiEliminaUna splendida terzina finale, una chiusa come un sigillo.
Un poeta da coltivare.
(e nel caso pensi che abbia frainteso, so che è una tua poesia)
Carla
eh, non si tratta tanto di egoismo. è che la vita è complicata.
RispondiElimina(grazie per i complimenti ;-) )
Sergio, io propenderei per questa.
RispondiEliminaDimmi se va bene (non ho la tua mail privata, non trovo modo di contattarti privatamente, ma va bene lostesso): cercherò qui la tua risposta.
Carla
per me non c'è problema. fai pure.
RispondiElimina:-))
RispondiEliminaHo già tutto pronto. Un paio di giorni ancora....
Carla
Se vuoi passare da me, ho completato il post.
RispondiEliminaCarla
incantata.
RispondiElimina