domenica 29 maggio 2011

quattro quartine a un'assente


Eccomi ancora che ti scrivo
e a te che sei dopo il mare ma molto prima delle ossa
chiedo come misurare per le ombre
e le luci l'angolo corretto: pensaci

eri tu che provvedevi a fare il vuoto
a rendermi doloroso qualunque transito
non lo sapevi ma mi sarebbe bastato un simbolo
una quantità in comune tra il mio passo e il tuo

(ma quella sera eri nuda e semplice
solo l'aria poteva toccarti
siamo entrati usciti ancora entrati senza mai cambiare la disposizione
senza che le tue costole sfiorassero mai la stoffa

e ogni volta eri più giovane e più lontana)
l'ultima volta finalmente hai usato il mio nome
lo accompagnava qualcosa di troppo simile alla gioia.
Ti ho consegnato solo allora quel che già era tuo.

11 commenti:

  1. ah le donne dei poeti
    donne fortunate


    almeno sulla carta :)

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  2. Concordo con Amanda, ma dipende anche dai suoi egoismi: le donne spesso lo sono, come sembra esserlo questa che provvedeva a rendere "doloroso qualunque transito" e che adesso è "dopo il mare".
    Una splendida terzina finale, una chiusa come un sigillo.
    Un poeta da coltivare.
    (e nel caso pensi che abbia frainteso, so che è una tua poesia)
    Carla

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  3. eh, non si tratta tanto di egoismo. è che la vita è complicata.

    (grazie per i complimenti ;-) )

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  4. Sergio, io propenderei per questa.
    Dimmi se va bene (non ho la tua mail privata, non trovo modo di contattarti privatamente, ma va bene lostesso): cercherò qui la tua risposta.
    Carla

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  5. :-))
    Ho già tutto pronto. Un paio di giorni ancora....
    Carla

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  6. Se vuoi passare da me, ho completato il post.
    Carla

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