
Ho sentito dire che il jazz è musica per intellettuali, che è complicato, incomprensibile, o nel migliore dei casi che è fico, cool, “un sacco yeah”, come diceva un mio amico.
Però spesso sfugge un particolare: che il jazz è musica di origine africana, quindi è musica che parte dal corpo e deve arrivare al corpo, deve farti muovere, farti battere il piede. Altrimenti è tutto inutile.
Prendiamo Thelonious Monk, per esempio: si è sempre detto che la sua musica è criptica, oscura, idiosincratica, cerebrale, e così via. Però si dimentica che spesso Monk, durante i concerti, si alzava e ballava. Sì, ballava, muovendosi come un grosso orso nero su e giù per il palcoscenico. Forse, a conti fatti, quella musica non era poi così cerebrale.
(...continua su "La poesia e lo spirito")
ho letto l'articolo - pensavo che quelle "dita dritte, rigide come bacchette" fosse una caratteristica, non necessariamente un diffetto.Quando vedevo suonare quel tipo..quel genio di Thelonious Monk ( "tipo" lo dico per l'estrema simpatia per l'insieme )avevo l'impressione che la sua musica arrivasse direttamente nelle punte delle dita..come se stesse nei polpastrelli
RispondiEliminaè un difetto se lo si guarda dal puonto di vista delle "corrette" regole accademiche.
RispondiEliminaInfatti il punto è proprio questo: nel jazz, molte volte ci sono artisti che hanno una tecnica personale (nel caso di monk, MOLTO personale). ma se quella tecnica è efficace e raggiunge l'obiettivo, perché considerarla un difetto?
già. ora che ci penso ho una sorellastra (molto più piccola) diplomata al conservatorio, al pianoforte. la vedevo esercitarsi per delle ore e il mio sguardo era abituato alla posizione corretta delle mani: adesso mi rendo conto che proprio quel "diffetto" di Thelonious Monk me lo faceva sembrare, al livello inconscio, così extraterreno..come se per lui fosse superfluo assumere quella o l'altra posizione delle mani..
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