
"Dante non vuole riconoscere che la Commedia è un frutto della fantasia, della sua insuperabile fantasia. Il poema, invece, è la verità, universale e non temporale. Ciò che il pellegrino Dante vede e dice nel racconto del poeta Dante mira a persuaderci di continuo dell'inevitabilità poetica e religiosa di Aligheri. Gli atti di umiltà del poema, da parte del pellegrino o del poeta, stupiscono gli studiosi, ma sono assai meno persuasivi del sovvertimento di tutti gli altri poeti compiuto dalla Divina Commedia e della sua tenacia nel dare risalto al potenziale apocalittico di Dante".
(Harold Bloom, Il canone occidentale)
l'umiltà del pellegrino contro il divino insito nel poeta... una bella lotta, no? visti anche i risultati... forse oggi irripetibile, perchè è osì cambiata la nostra visione delle cose, e si cerca così poco il divino e nessuno vuole più sentirsi addosso il peso del pellegrino...
RispondiEliminami piace anche tanto la poesia precedente, io amo la lamarque, e da quello che ho visto anche tu... uno sguardo unico il suo...
infine un grazie per essere passato dal mio blog, un complimenti per il tuo che tornerò a visitare (anzi credo proprio che ti linko) e un complimenti per il bambino...
ah, fagli ascoltare tanto jazz, che male non gli fa!